La casa dove abitavo da poco non mi piaceva, del resto come poteva? A distanza di anni ero finito in un appartamento proprio sopra il garage dell'ormai defunto signor Sesenna! Un classico appartamento “alla genovese”, cioè, con un grande ingresso dal quale si irradiano tutte le altre stanze. Grande cucina, grande camera, grande soggiorno e....piccolo cesso! Ma non ti viene il nervoso???' Perché se vivo da solo devo mangiare con l'eco, ed invece “liberarmi” col boiler che mi fissa??? O perché dormire da solo in un letto vuoto e rischiare di intrattenere illeciti rapporti con la maniglia della porta del bagno, mentre mi piego per lavarmi i denti? Io non lo capivo allora, ma poi mia madre, che mi veniva a trovare di rado (quinto piano senza ascensore)mi spiegò che la signora bene tiene l'acqua dei piatti per non tirare la catena! ...In questo modo si compra un altro appartamento con lo stesso cesso, e così via. A novant'anni muore sulla tazza del cesso, ma i suoi eredi, con i soldi della vendita degli appartamenti, potranno cagare a 5 stelle quasi ovunque!
Del resto, in quella casa c'ero arrivato per caso, dopo il naufragio del mio grosso matrimonio con la figlia ricca dell'amica di mia madre.
Chiudete pure la bocca, e frenate lo stupore...e vi prego non chiedetevi chi stava sopra! Dovremo fare qualche passo indietro per capire!
Io ero stato molto chiaro con i miei, circa la mia condizione, giocavo con le Barbie di mia cugina, da piccolo, e non potendole avere avevo optato per un Big Jim con i capelli lunghi, in piazzetta giocavo con le bambine, solo perché, il pallone mi faceva cadere per terra essendo rotondo, e verso i sedici anni, scrivevo ai fermoposta degli annunci personali sul ben noto giornale “Le cose”, lasciando in bella vista pure le brutte delle lettere.
“cercasi carne fresca per splendide grigliate” e “vivo da solo e sono moooolto goloso” era il tono degli annunci che nel futuro sarebbero stati sostituiti dalle chat room su Internet.
Mi sarebbe piaciuto fare outing come nei film, andare dai miei dirgli che avevo qualcosa da dirgli, dirglielo, e poi abbracciarci tutti insieme, sapendo che l'unica cosa che conta per loro, è che io sia felice, anche se per farlo introduco.....no vabbè che importa.
Invece, non potevo farlo, perchè:
mio padre viveva in salotto, e mia madre in cucina, e la videoconferenza non l'avevano inventata
le preghiere di mia madre, erano tutte rivolte nella speranza che non parlassi più! Perlomeno da quando ancora piccolo sotto il salice piangente aspettavo le lacrime dell'albero per consolarlo, e sapere che quello era solo il suo nome, non mi bastava, volevo sapere cosa gli avevano fatto!
Se anche glielo avessi detto, “mamma, papà, sono gay”, invece di abbracciarci li avrei dovuti separare. Loro adoravano rimbalzarsi le colpe. Lei-(iena)“te l'avevo detto di portarlo in garage quando cambiavi le pastiglie dei freni” - Lui(remissivo) “non è colpa tua, è colpa dell'isolamento geografico e di tua madre!”
A nessuno gliene fregava della mia felicità, perché a Genova, nessuno lo è, ci si accontenta!
Non avevo nessuna intenzione di spiegargli il mio ruolo a letto, come non lo farò neanche con voi. Io ve l'ho mai chiesto??????
Quindi, fino a quel momento, mi sembrava che tutto fosse chiaro, io ero il ragazzo sbagliato, loro i genitori giusti, e dal momento che mi avevano adottato, volevo fossero fieri dell'acquisto!
Non fu colpa mia, se quando il miglior amico di mio fratello, aggiustava la macchina, ed io mi ero intrufolato nel suo garage con la scusa di passargli i ferri, né mia la colpa se lui, una volta finito mi chiese di accompagnarlo a buttare la spazzatura! Un provvidenziale spegnimento della luce, lasciò mio fratello al buio, e me con la bocca piena!(bacio).
Qualche giorno dopo, scoprii che io sapevo tenere i segreti, ma qualcun'altro no! Mentre mia madre stirava in cucina, suonò il telefono che per discrezione e privacy, tenevamo nell'ingresso:
“pronto?”- dico alzando la pesante cornetta nera in bachelite.
“pronto, sono la Cinzia” risponde una donna stizzita. Io penso che sia la mia compagna zoccola, e gli faccio, “ma ciaooooo cinzia, come và?”
Dopo un attimo di silenzio, “Insomma, però potevi anche dirmelo che ….mio marito...nel garage...ma come hai potuto...bla bla bla “
“click”, fu la mia risposta. Dopodiché, feci outing! “mamma, mi sa che la Cinzia, non ti parlerà più, che mio fratello, non conosce i suoi amici, e che quello stronzo di Enzo, si è cagato addosso!”
Immagine:
donna rantolante sulla poltrona,(dove non si era mai seduta), biascicando frasi sconnesse, sul dove avesse sbagliato, o qualcosa su Satana e mio padre!
Ragazzo, nel ripostiglio, fissa la finestra sapendo che anche ad aprirla non cambierebbe aria!
Padre ignaro, torna e trova moglie sfigurata e taciturna a causa della tiroide, e un figlio che mangiava nella ciotola del cane senza un perché!
Da quel giorno divenni la causa di tutti i mali, dal nodulo alla tiroide di mia madre, al diabete di mio padre, al testicolo ritratto di mio fratello, al divorzio della Cinzia, e probabilmente anche dell'estinzione del Dodo Australiano.....quindi dopo un tale casino, feci il bravo per un po'...andavo di merda a scuola, fumavo le canne, e mi masturbavo con i bigodini con cui mia madre si faceva la piega in casa, ma di uomini niente! Di lì a poco lasciai la scuola per fare il disoccupato.
Un giorno la mia genitrice surrogata e solubile, era stranamente di buon umore, pensai, che le fosse passata, ma la vecchia Rommel(la volpe del deserto coome la chiamava mio padre)ne aveva pensata una. Mettere a posto era la sua passione, e quindi fece ciò che riteneva normale. Cominciò a portarmi con lei da un amica, che faceva la portinaia, e guarda caso aveva una figlia!
Io ero in consegna, e non avevo scelta, quindi la seguiv e socializzavo a monosillabi con la ragazza.
Lei era bella, con splendidi occhi azzurri, e lunghi capelli biondi, parlava poco la creatura, e incoraggiati dalle madri, andavamo a fare brevi passeggiate al corso, di cui non ricordo nulla(tranne i fisici di quelli che andavano li a correre, con cortissimi pantaloncini).
Io ero depresso a dir poco, stanco di lottare, di vedere tutti infelici a causa della mia diversità, e dulcis in fundo, in quel periodo mio padre si ammalò di cancro! Non rammento di aver pensato che fosse per colpa mia, ma mia madre ce l'aveva scritto in faccia, e giorno dopo giorno, brutta notizia, dopo brutta notizia, passeggiata dopo passeggiata, mi ritrovai fidanzato con 90 chili di bontà e silenzio! A Genova il fidanzamento sbocca solo nel matrimonio, perché essere fidanzati costa, ed è un affare di famiglia! La mia versione etero, era inguardabile anche dal punto di vista del look!
Ogni mese la mia futura ricca suocera(fare la portinaia rendeva bene), veniva a prendermi, nell'odiosa guardiola di un consolato dove mi aveva piazzato a fare niente e a prendere uno stipendio, e mi comprava orribili camicie, cravatte domenicali, e cagate varie....la manipolazione era fortissima. Tirai avanti un annetto, tanto il sesso prematrimoniale non era ammesso, e questo era un vero sollievo, oltre che, un pratico alibi. Curiosamente, i miei precedenti gay, seppur acerbi, erano noti a tutti, ma ognuna delle due famiglie aveva un pacco da spedire verso un “normale futuro”, quindi unitamente al pesto si preparava il matrimonio.
Mia madre, andava e veniva dall'ospedale, con infauste proiezioni che accorciavano il futuro di mio padre, e quindi io tentai il colpo gobbo, proponendo di rimandare il matrimonio.
In un quarto d'ora dalla mia proposta al telefono, mi trovai a casa madre e figlia nel bagno di casa mia a piangere, e non per mio padre, ma per la figura di merda che avrebbero fatto. Mia mamma, spezzò il silenzio dicendomi con gli occhi lucidi “sposatevi prima, fallo per papà”.
Era fine Luglio, mio padre morì il tre di Agosto, ed io il ventiquattro dello stesso mese mi sposai, anche se la notte prima avevo conosciuto un parrucchiere che collezionava profumi mignon.................Cinquantotto giorni dopo la ridicola cerimonia, e l'ancora più ridicola Torta nuziale, con la Bella e la Bestia in glassa colorata( più adatta ad un compleanno), il rinfresco in un capannone di periferia con le sedie di plastica, con una modesta folla di estranei, e il servizio fotografico dove sembravo sposato ad un comò bianco, mi alzai da letto e dissi a mia moglie, che per quanto mi riguardava, io non le avrei rubato la vita intera, e che mi riprendevo la mia! Non ebbi un tale coraggio, mai più.
Come un razzo, presi la uno di merda che avevo sfasiato il giorno stesso che la ritirai usata dal concessionario e mi recai dalla vedova inconsolabile a darle la giusta mazzata finale!
“E' una torta di merda, questo matrimonio” le dissi “Quindi io, sono disposto a mangiarne la fetta più grossa, ma lascio una fetta a te, e a tutti quelli che credevano di aver messo a posto le cose”. Andai a casa mia, e la trovai che piangeva nel letto, non lo lasciò per una settimana, dicendo continuamente “perchè a me?”, dove trovai mia suocera che mi diceva “vai a fare la donna!” e mio suocero che minacciava le mie gambe. Si risolse tutto in fretta, i miei suoceri arginarono le perdite a modo proprio e io lasciai a mia madre la cucina su misura da finire di pagare, e presi in affitto un appartamento sopra il garage del signor Sesenna.
Venni a sapere che mio padre, tre giorni prima di morire, aveva detto a sua moglie “digli a fabrizio, che non si sposi, che non é cosa per lui”!
Tutto si aggiusta alla fine, io ero fuori di casa, e non ci sarei tornato mai più, la mia ex moglie si era tolta il peso di una verginità che non la rendeva migliore, con una persona garbata seppur inadatta, le nostre madri potevano ancora considerarsi delle vittime, come avevano sempre fatto.
Stranamente la loro amicizia finì.
Avrei presto trovato anche il modo di liberarmi di quella piccola città, e del suo piccolo pensiero!
To be continued!
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