mercoledì 7 settembre 2011

Supernova d'amore


Bianco! Lo è il muro del nuovo appartamento in affitto, lo è la pagina da sporcare di pensieri, lo è il muro di nebbia padana, lo sono i bagliori delle stelle, lo sono anche, alcune notti.
Col sonno ho sempre avuto un rapporto di gioia, di rifugio talvolta, ma sempre di profonda serenità, dormivo sul tram dopo un estenuante giornata lavorativa, dormivo sul divano col gatto sulla pancia alle sette di sera, dormivo da piccolo per spegnere la luce delle mie paure, e dormo tutt'oggi per lasciare libera la mente di girovagare senza meta, ma di rado non dormo.
Quella notte però non ci riuscivo, ed era incredibile come quella frattura dell'armonia, rendesse la casa irritante, il lenzuolo è troppo lento, il cuscino tanto amato è contratto, le luci fuori, i rumori della strada, il bicchiere che si rompe, tutto diventa un potenziale nemico fino a quando, stremato e sconfitto, ti lasci andare fino in fondo, accetti di non poterci fare nulla e la coscienza di una piena impotenza, diventa torpore, resa, riposo.
Ma qual'era il tema del mio concerto stonato? A cosa pensavo quella notte, tanto da attivare la modalità di difesa primaria? Quale la minaccia incombente?
La solitudine, è il rovescio nero, del tendone di ogni palcoscenico della vita, la vede solo l'attore, la teme solo per sé, quando la cortina si abbassa davanti ai suoi occhi, mentre un pubblico euforico, si congeda ancora eccitato. Nella banalità, di una rutilante vita da single, dopo ogni Prima ricominciano le prove, ricomincia il trucco pesante fatto di sorrisi e manierismi, ricomincia la preparazione di un nuovo "costume" per l'occasione più importante, per "l'Incontro con la i maiuscola".
Quella notte le voci degli uomini che avevano affollato il mio cuore chiosavano come una voce sola, e l'irritante domanda che ponevano era: ma tu cosa vuoi da noi?
Decisi che quella prospettiva era interessante e rivoluzionaria per uno come me, che si era tanto indaffarato, a costruire e anche improvvisare qualità attraenti a profusione, se per una volta fossi riuscito a chiedere all'Universo qualcosa di davvero specifico,invece di fare offerte e saldi di mé stesso, forse lui sarebbe stato generoso, in fondo, col casino che avevo in testa si era comportato nello stesso modo, me lo aveva riproposto sotto forma di incontri!
Bene, non rimaneva che scegliere tra sicurezza e forti emozioni, tra una passeggiata in pianura e un salto col paracadute, due modi di sentirsi sicuri, ma tanto diversi tra loro, pensai, ma dovevo focalizzare ancora di più, dovevo pensare ad UNA sola emozione, lasciare che mi invadesse completamente, che mi attraversasse, e come un vento leggero mi scompigliasse la vita.
Il giorno dopo, mi svegliai, colto da un desiderio, avevo voglia di camminare senza una meta ma con la gioia dei giorni di festa, e dopo aver baciato e nutrito la mia gatta, scesi le scale della casa di ringhiera, con la lentezza con cui le miss affrontano Trinità dei Monti, aprii il pesante portone ligneo, con la forza di un invasore gay, un Conan in rosa, pronto a stabilire il suo dominio sul nulla.
La signora cotonata del mio bar preferito in Porta Genova, aveva le braccia ricoperte da lunghi peli, che copriva con bracciali barocchi di un nauseante oro giallo, il trucco lucido e le unghie sbeccate, ma mi chiamava "gioia" tutti i lunedì mattina e io la coprivo di sciocchi complimenti, mentre sbirciavo il sedere dell'addetto alla caffetteria. Un barista è sempre costretto a girarsi per svolgere al meglio il suo lavoro, quindi avevamo in comune più di quanto lui non immaginasse, un bel panorama del resto, rende il pasto principale della giornata alquanto corroborante.
Uscito da lì mi avviai per il corso guardando i negozi con lo stupore della prima volta, i capi eleganti delle sorelle Biffi, mi proiettavano nel jet set più esclusivo, pur rimanendo fermo sul marciapiede, e più avanti, la sontuosa gioielleria, mi riempiva di luce gli occhi. Una sosta al semaforo, è l'ideale per accendere una sigaretta maliziosa, quella che contribuisce a farti sentire una diva del cinema muto, e proprio mentre il fumo blu, usciva dalla mia bocca e lo sguardo indagava tra i finestrini delle macchine che mi passavano davanti, qualcosa di azzurro e penetrante squarciò il velo della sigaretta, un uomo sulla quarantina, mi aveva sorriso mentre passavo di fronte al muso della sua auto ferma al semaforo. Che avevo fatto di così magnetico?
Avevo acceso la sigaretta al contrario, accidenti, e nell'istante in cui da diva ritornavo ad essere sciampista, notai che la macchina in questione procedeva lentamente accanto al marciapiede, con la freccia accesa, e frenando di tanto in tanto, sembrava schiacciarmi l'occhiolino. Forse il guidatore voleva giocarsi ancora di me? Ma dovevo riprendere a camminare e come un burattino, mossi le mie gambe impietrite, fino a raggiungerlo, e dato che continuando a sorridermi, lo straniero aveva aperto lo sportello mi ritrovai seduto al suo fianco senza sapere cosa dire. Lui, invece, sapeva cosa dire e anche cosa fare, ma nonostante la spregiudicatezza del suo gesto, quel sorriso rendeva la situazione semplicemente divertente. Facemmo un paio di giri dell'isolato, e trovato un parcheggio, ci accordammo per una "constatazione molto amichevole" nel mio appartamento.
Avevo sentito mille racconti sulle bizzarrie amorose, e più insolite abitudini di quante ne fossi capace d'immaginare, durante l'amore, ma mai mi era capitato di dover sentire una sceneggiatura durante il sesso, perchè lui non ci riusciva proprio a non parlare, ma non semplicemente a dire due parole, lui, mi faceva un discorso ininterrotto dicendomi dove ci trovavamo, cosa ci succedeva intorno, e chi ci vedeva fare l'amore, con una dovizia di particolari impressionante, come il sudore che lo imperlava. Pensai che fosse un extra-terrestre, ma per fortuna non era la sola cosa extra che possedeva, e io in quel maremoto di generosità, ginnastica ritmica, e capacità oratoria, riuscivo solo a ridere in continuazione! Sì si può raggiungere l'orgasmo ridendo e questo è davvero poco terrestre!
Anni prima che il cinema affrontasse l'argomento dei gay sposati, grazie ad un brillante regista turco, io mi sentivo già una "fata ignorante", ignoravo cioè, come un uomo tanto vitale e allegro e generoso, potesse inserirsi nell'etichetta squallida dei " doppiogiochisti", e di fatto, pur essendolo per sua natura, non potevo avercela con lui, non potevo, come per altri provare il senso di fastidio, che l'opportunismo sessuale generalmente mi suscitava! Lui andava e veniva, ma non mi faceva mai sentire un oggetto, io ero per lui, il protagonista di un film che piaceva anche a me! Un lunedì ero una casalinga disperata e lui l'assicuratore bonazzo, un altro lunedì, lui era il produttore e io la starlette, l'idraulico, la parrucchiera che ti taglia i capelli a cavalcioni, in nessuno di questi scenari c'era nulla di umiliante, perché il lieto fine per una volta, non era mai banale.
Smisi di chiedermi dove mi avrebbe portato tutto ciò e apprezzai il viaggio per quello che era, del resto, io non avrei potuto proporgli scenari migliori, la mia visione della vita era improvvisamente noiosa e grigia, ma io non la disprezzai, semplicemente la lasciai dov'era per un pò, comiciando a capire che i colori nella vita sono infiniti e tutti possibili, che i giudizi sprecano i talenti, che le etichette stanno bene solo sui barattoli, ma soprattutto che l'amore è fatto di gioia, di capacità di trascendere il presente, di gocce di sudore e parole vane che vincono la paura della solitudine come possono, che ti regalano una magia, solo se il palmo della mano resta aperto.
Un anno dopo, ricevetti una telefonata, proprio mentre sceglievo i pomodori migliori.
- Pronto?- risposi vedendo il suo nome sullo schermo, forse perché in luogo pubblico, forse perché un angelo mi impedì di dire dimmi dove e quando.
- Buongiorno, scusa se disturbo- disse una voce femminile, dall'altro capo, e aggiunse, - sto chiamando tutti gli amici di Sergio- mi chiesi, se non fosse la moglie, o a quel punto chiunque lei credesse di essere per lui, e riuscii a dire solo, - credo che abbia un bel da fare, ha molti amici-
-Ne aveva, mi disse, è morto l'altro ieri.
Se venite colti da shock in un supermercato, sedetevi sui pomodori solo se siete femmine, è l'unico modo per inventarsi un ciclo improvviso, se siete gay non scegliete le banane, quelle sono solo per le feste. ora era chiaro perché l'ultima volta che l'avevo sentito per chiedergli quando ci saremmo visti, mi aveva risposto con un fil di voce dicendomi che aveva un pò di mal di gola, perché alla mia richiesta di fare qualcosa per lui, mi avesse detto lo hai già fatto.
Lo so, non è il finale ironico a cui vi ho abituato, ma poco prima di esplodere le stelle diventano immensi contenitori di energia chiamate Supernove, e dopo il bianco bagliore del loro ultimo atto cala il nero sipario del cosmo. Talvolta formano un "buco nero" che risucchia tutti gli astri nel giro di migliaia di chilometri....non credete che questa sia già una curiosa allegoria?
Ero riuscito a concentrare le mie emozioni in UNA sola, la gioia, e l'Universo che è benevolo mi aveva regalato una stella di nome Sergio, non mi aveva promesso che brillasse in eterno, ma che quella luce sarebbe stata la più fulgida a cui avrei assistito!











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