mercoledì 31 agosto 2011

modalità affettive: La prima moglie


Una delle chimere gay più quotata è la durata del rapporto di coppia, infatti quando due dicono che stanno insieme da più di qualche anno, già si crea negli astanti un silenzio riverenziale che mi ricorda sempre la prima volta al Museo di scienza naturali, di fronte ad un dinosauro, se poi gli anni in causa arrivano a dieci e più, lì si passa all'adorazione, per i multipli di dieci seppur effettivamente rari, si passa ad un dignitoso "ahh!" che nell'accento vira verso la commiserazione.
In fondo tutti anelano alla durata come conferma di validità, come possibilità che sia vero, come "pass" di normalità, tanto dissimulato da inutili baracconate tipiche del nostro complesso di accettazione sociale.
So di tirarmi addosso, l'ira funesta dei single che dichiarano di stare benissimo nella propria libertà, di vivere in maniera più lussuosa la propria vita di fiore in fiore, eppure come anche per l'universo femminile, il mondo gay si inceppa nella sua marcia d'orgoglio individuale, nel velo di tulle, direi che addirittura ci inciampa. Difatti, la maggior parte degli amici e delle amiche che conosco, non appena superata la soglia dell'avventura di una notte, se il "trombato" bene, da non confondersi con "l'amato bene", fa la tanto sperata telefonata con l'incipit: ci rivediamo, mollano la dieta mortificante, gettano nel camino l'abbonamento in palestra, e tutto l'understatement d'acchiappo, trasformandosi in cuoche provette, avide ghiottone, o grosse grasse spose greche!
Credo che per il matrimonio gay, siano state fatte più manifestazioni che per l'abolizione della pena capitale per omosessualità negli stati integralisti, più che per la discriminazione dei malati di intestino irritabile, più che per l'abbandono del nano da giardino, di certo! Cosa vorrà quindi dire?
Sotto tutto questo desiderio coniugale, si cela una delle modalità affettive più pericolose, la modalità Rebecca, quella della prima moglie. Prima, in quanto mai ultima e definitiva, la piccola Rebecca per gli amici 'Becca, e a causa del futuro marito becca (cornuta in dialetto ligure) comunque, cresce sia femmina che maschio, in una famiglia dove i genitori si tengono insieme a base di ricatti e pranzi domenicali, nella convinzione che se le cose non vanno bene, è perché non si comunica sufficientemente bene. Quindi, impara a parlare in fretta, e arricchisce il suo vocabolario, con le riviste femminili della madre, e il suo immaginario col Quattroruote di papà. Nella socializzazione non ha rivali, e si prodiga a sfumare tutte le incomprensioni con un sorriso se femmina, con una garrula risata se maschio, ma in ogni caso è benvoluta in classe poichè capace di dividere la sua merenda o lasciarsela fottere col sorriso. Da adolescente sperimenta l'eccitazione sessuale da sola/o, perchè il confronto non le è sopportabile, così come rinuncia a misurarsi il pene se provvisto/a.
Sa da sempre, che l'uomo dei suoi sogni è un uomo, quindi se nasce maschio familiarizza precocemente con l'idea di essere gay, e al massimo perde l'occasione di montare la frizione nuova col papà, ma sul cambio invece non ha rivali. Ma quando viene consacrata "rebecca"?
Generalmente, dopo un paio di relazioni turbolente e clandestine, quando da sola misura il grado di rinuncia a cui è disposta/o a far fronte affinchè finalmente l'oggetto della sua attenzione le garantisca stabilità e sicurezza, infatti prima di giungere al fine si fidanza nell'ordine con un maniaco del controllo, un puttaniere, e dulcis in fundo un insopportabile musone. Questi tentativi sono per la giovane Rebecca, come lo sventramento del gatto di casa per un serial killer in erba, semplici azioni propedeutiche al miglioramento del copione. Il trasloco dal suo modesto appartamento in affitto, al tanto quanto modesto appartamento del suo compagno, è il fattore di stress che ne determina la consacrazione effettiva! Ora Rebecca prende possesso dell'ambiente, fingendo di gradirlo, ma lentamente lo plasmerà a macchia d'olio, con modeste opinioni" forzanti" sull'arredamento. Affatto parca di attenzioni sessuali verso la sua vittima, si trasforma per un periodo che va dai due ai cinque anni in una Messalina coniugale, riducendo così il maschio da dominante a dominato per poi col tempo dichiararsi afflitto/a da incomprensibili dubbi esistenziali o emicranie sempre più frequenti.
La vita di coppia somiglia ad una fucina di Efesto in quanto a progetti e relizzazioni, case di vacanza, ristrutturazioni, e investimenti in attività commerciali eccitano il compagno di una rebecca, che finalmente crede di aver trovato una persona con cui fare sul serio. Per carità buona Rebecca non mente! Piuttosto dissimula nell'euforia del momento.Indaffarata come una farfalla effimera essa non inganna il suo compagno, poiché in cuor suo ridurlo allo stato vegetativo è una forma d'amore e soprattutto di armonia domenstica, del resto un vegetale ha mai perso la pazienza? Certo si secca, ma col tempo.
Diluite ora gli ingredienti nella melassa temporale che è la vita di coppia, ed ecco che dieci anni insieme sono presto fatti! Se l'esistenza di rebecca non suscita la vostra simpatia, sappiate che più dolce è il suo tramonto, essa infatti finisce immancabilmente per essere lasciata, ma dato l'enorme debito che vicendevolmente contrae col suo compagno, generalmente questi non la esilia, anzi in qualche modo passata la tempesta della fine dei soldi o dell'amore fisico, il "trombato bene" si trasforma in "amato bene" e come tale si comporta. Non sono rari infatti i casi di rebecche, ancora viventi nella stessa casa "coniugale" sebbene l'altro si delizi con nuove carni sotto i suoi occhi comprensivi, essa assurge così alla ascensione massima della propria parabola esistenziale, trasformandosi quindi in "MADRE" e chiudendo così la tragica partitura del proprio copione di figlia/o!
Manterrà per il resto dei suoi giorni il posto ai pranzi di Natale, di tutte le allargate famiglie del suo primo amore,la sitma della di lui famiglia, così come i gioielli, qualche proprietà, e il denaro della polizza sulla vita del "fu" ex marito, mai stato libero davvero!
Beh ripensando alle varie Veroniche, Diana, Ivana, e una sfilza di principesse finite scalze, o di donne manager finite camioniste ubriache, vi sentite davvero di criticarla?





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