Verso la fine degli anni ottanta, il modello di bellezza, spostò il suo riferimento. Fino ad allora si parlava di parrucchieri ed estetiste, di trattamenti innovativi agli infrarossi, come dell'ultimo grido, e al massimo un pò di esercizi alla Jane Fonda con le tutine sgambate e gli scaldamuscoli, arrivavano dall'America, in comodi VHS da mimare malamente nel salotto di casa, ma tutto lì.
Le mie clienti, parlavano di yoga e erboristeria, come mia nonna parlava di chiromanzia, con curiosità e un velo di superstizione, ma ad un certo momento, le palestre che prima di quel tempo, erano scantinati più o meno attrezzati e generalmente frequentati solo da maschi, cominciarono a vestirsi di glamour a corteggiare, le donne e a sedurle con la promessa di glutei infrangibili! La conseguente promiscuità di quegli ambienti, modificò il concetto di bellezza maschile, allungando come grissini stirati i bicipiti, e lisciando toraci, fino a renderli lisci come lavandini, il nuovo uomo ready to have, lasciò i connotati barbari, femminilizzandosi in modo alquanto sgradevole a mio avviso, ma che consentiva alle donne, di sentirsi meno imbarazzate al ristorante.
Il rapporto col mio corpo, non mi aveva mai appassionato, diciamo che vivevamo come separati in casa, lui da una parte io dall'altra, non che non volessi sentirmi bello e avvenente, ma per una qualche curiosa circostanza, una linea Maginot, mi aveva tagliato in due per il lungo, donandomi ora a destra, ora a sinistra, entrambe le fisionomie dei due sessi. Se avevo la vita da vespa a destra, e il gluteo rotondo, avevo a sinistra, un odioso pannicolo adiposo, che mi faceva molto maschio, rendendomi il fianco, diritto come un mattoncino Lego, inoltre la calvizie, mi privava da distrazioni, e le gambe, erano una visibilmente più secca dell'altra, oltre che più corta di un paio di centimetri. Mi chiedevo se al momento della nascita, un Re Salomone, non mi avesse tagliato in due, per una qualche contesa, e una pietosa allevatrice, forse, mi avesse ricucito alla bene meglio. Certo è, che non potendo diventare donna senza i capelli, e neppure essere totalmente maschio, con quel sedere alla brasiliana, la mia vita non era tra le più semplici da dirigere. Ci avevano provato in tanti a correggere la mia camminata da modella,quand'ero bambino, dai medici agli stregoni, nel tentativo di consegnarmi ad un unico genere, mentre io mi sentivo "un genere unico", col solo risultato di farmi incazzare, per tutta l'infanzia e gran parte dell'adolescenza. Col mio corpicino double-face, comunque avevo potuto allargare la fetta di mercato che ognuno può interessare, in realtà l'avevo raddoppiata e quello fu l'unico senso degli affari, che mi riconobbi, ma provai lo stesso ad abbonarmi ad una palestra, dove la mia amica camionista, andava già da tempo, nella speranza di fondere i due lati di me in uno solo.
Del resto il corpo, è per noi gay, l'accessorio indispensabile da abbinare al fidanzato giusto, è il metro di valutazione di un buon affare, il paio di occhiali con cui proteggersi dal sole accecante della vita, il biglietto di sola andata per la favolosità, la lettera che ogni giorno spediamo fiduciosi al nostro destino, e per questo siamo stati giudicati superficiali, ma noi antesignani dei costumi sociali, avevamo anticipato largamente l'adorazione per la perfezione, che oggi si avvale di bisturi silicone e siringhe, e che ha contagiato sia uomini che donne. Anche molti noi, nascondevano dietro corpi imponenti, personalità di cristallo, complessi di porcellana finissima, e qualche difficoltà relazionale di troppo, ma in questo, non eravamo già parte di un umanità che si sarebbe formata nel tempo, e che ci avrebbe visto in fondo, più simili che diversi?
Comunque io metà Jane e metà Rocky, feci il mio ingresso nella società delle menti sane in corpore gonfio, o viceversa, proprio in quell'autunno, e come un criceto nella ruota cominciai a correre! La figura dell'istruttore che ti avrebbe regalato un corpo da favola con una scheda, non sempre rappresentava fisicamente il risultato finale, ma ormai era tardi per discutere e trovai consolatorio, il fatto che i miei glutei, non nascondessero completamente, il sellino della cyclette, come per la maggioranza delle donne in sala, con gli addominali a terra invece, il rapporto fu tragico da subito, mentre i miei compagni e compagne di corso salivano e scendevano, io riuscivo solo a spostare il collo da terra, e chiesi se non sarei finito per sembrare tutto collo!
Per quanto riguarda il tempo, le palestre offrivano anche momenti ludici grazie ai minuti di defaticamento tra una macchina e l'altra, macchine, che ricordavano una simpatica inquisizione contro le eretiche secche come me, peccato che mi trovavo schiacciato tra i bisonti in attesa come alla posta, dove forse, a quelli così grandi lasciano il posto, oppure nell'area relax potevi godere di un simpatico bagno turco, sperando che il vapore non ti rendesse invisibile e quindi ancora schiacciato sulle pietre roventi, perchè in realtà gli spazi non aumentavano proporzionalmente al volume corporeo. Ma tanta fatica per diventare grossi, per poi finire tutti appiccicati, aveva davvero senso? E poi, il mio istruttore perchè non mi aveva fatto due tabelle, per il mio corpo diviso in due? Quale delle due avrebbe privilegiato a mia insaputa?
Decisi di parlargli del mio conflitto esteriore, e la faccia che fece mi convinse che non avevo nessuna intenzione di separarmi dal mio doppio, che in fondo il mio regno per i pettorali non era il mio motto, e che l'odore di calza di nylon dello spogliatoio femminile, troppo adiacente al mio, non meritava tanto sforzo!
Cosa volevano davvero gay o etero, maschi o femmine dall'attività fisica? Forse per le donne, scaricare un pò di rabbia per un culo troppo grosso, o una pesca più facilitata per gli uomini, l'eccitazione di un'avventura con un etero per noi gay, nel fumo del vapore? Sempre e solo domande, al modico prezzo di un quarto del proprio stipendio! Lo facciamo per noi stesse, mi dicevano le clienti, per sentirci meglio, oppure gli uomini per sembrare più giovani, eppure le prime continuavano a prendere sonniferi e i secondi, continuavano a bere nel garage, e i miei amici a spogliarsi per confrontarsi tra loro!
Quella sera, tra le braccia di uno sconosciuto che mi sussurrava all'orecchio dolci bugie, i miei fianchi, Jane e Rocky, decisero di armonizzare la loro convivenza, con mio immenso piacere, perché il mio talentuoso amante, alzandosi disse: scusa ma tu fai palestra? No, dissi io aspettandomi un consiglio.
Allora sei davvero fortunato!
specchio specchio delle mie braghe chi è la più bella di tutto il ciarpame?
Nessun commento:
Posta un commento