venerdì 26 febbraio 2010

radiocrisi o mimetismo?



Ho avuto tempo per riflettere sul momento di crisi economico, e i suoi riflessi nelle persone.
Mi era già chiaro il concetto di realtà condivisa, cioè la formazione di realtà apparenti tramite la ripetizione di una frase tipica, e l'ancoraggio a tale realtà, tramite una sensazione emotiva primaria, come la paura, che si diffonde tra le persone tramite il sistema limbico del cervello, che attiva l'amigdala, un'area preposta alla risposta istintiva di sopravvivenza ad una minaccia primaria, creando una risonanza che sembra dimostrare la concretezza della suddetta realtà apparente.
Qualcuno obbietterà che la crisi economica sia tutt'altro che apparente, ed è vero ma lo è per tutti coloro che ripetono la frase tipica "C'è una crisi in giro...?
Ho notato per esempio, che coloro che ne parlano con più angoscia, sono coloro che soffrono di anticipata aspettativa negativa. Mi spiego meglio, descrivendo un ipotesi di profilo di queste persone, generalmente hanno abitudine ad una solidità economica fino ad oggi considerata sicura, probabilmente hanno già almeno una casa di proprietà in cui vivono liberi da mutui, possono avere frequentazioni sociali anche trasversali, e altrettanto generalmente hanno sempre concesso a sé stessi, le comodità di una vita moderatamente agiata.
Il denaro nel loro portafoglio, è teso e ordinatamente diviso per taglio, l'abbigliamento seppur minimale è di alta qualità, e l'atteggiamento è euforico, o assolutamente dimesso. Entrambe però lamentano stanchezza costante, e sono scarsamente legati ad altri. Spesso se l'ètà è matura sono pensionati, o lavorano negli enti statali, se più giovani lottano per essere ancora sessualmente attraenti, impiegando lì la maggior parte delle proprie risorse economiche.
Ci tengo a precisare che non è ciò che posseggono a renderli oggetto di osservazione ma il tentativo di mistificare la propria situazione privilegiata.(dove per tale può bastare essere dipendente di enti pubblici, o bancari)
La crisi economica può averli costretti ad aggiustamenti, ma non a radicali cambiamenti, mentre intorno a loro, colleghi di minor grado, amiche socialmente più deboli, e gestori di attività di cui sono clienti, lamentano difficoltà reali, fingendo un sorriso.
Dal momento che sono esseri umani, e dal momento che la stampa mondiale spinge sulla paura, essi non possono far a meno di "sintonizzarsi" sullo stesso registro. L'educazione ricevuta, gli impone di non essere indifferenti, e la convenienza, unita al timore di essere oggetto di richieste o di biasimo, rende necessario un "mimetismo" opportuno. Non c'è malafede in questo, semplice adattamento e sopravvivenza. Ora provate a moltiplicare il profilo per tutte le persone di questo tipo che conoscete e la crisi, di quelli che non ce l'hanno è REALE!
Il rovescio della medaglia è che la crisi, quella vera, ha persino giovato a queste persone, in quanto gli consente di spendere al meglio il denaro che ancora "possono" spendere, inoltre siccome l'uomo è un animale opportunista, consente loro di godere di alcuni privilegi nel trattamento che i commercianti gli offrono pur di non perderli.
Così se non comprano più il salame dal salumiere, e lo incontrano gli dicono: "sà, con questa crisi devo fare attenzione!", ma in realtà lo stesso salame lo hanno trovato a minor prezzo, o meglio ancora consegnato a casa.
Questo mette in evidenza che i negozianti, per timore di naufragare, invece di scambiarsi i clienti e mantenerli a livello rionale, potendo se li fottono l'un l'altro, assistendo con un minimo di soddisfazione alle chiusure dei diretti concorrenti.(Classico italiano, chiagni e fotti!)
I ricchi mimetizzati, estorcono trattamenti da supervip a piccoli imprenditori, ricattandoli con le loro apparenti difficoltà, mentre coloro che gran mezzi non li hanno mai avuti, diluiscono presenze nei negozi, ma mantengono una forma di fedeltà e di sostegno alle attività davvero encomiabili.
Inoltre, all'interno di un vero disagio, queste persone si sostengono con un atteggiamento dignitoso e poco incline al lamento, forse perché sufficientemente impegnate a farcela davvero.
Anch'essi creano una realtà condivisa con persone come loro che si chiama SOLIDARIETA'
altrettanto frutto di adattamenti e altrettanto volta alla sopravvivenza, ma con uno sfondo etico, che li rende capaci di cogliere sì le occasioni, ma solo quelle al discount e non alla spa, o dal parrucchiere!
A tutti questi mi sento di dire grazie, perchè continuano a chiedermi come sto, e a volerlo sapere davvero, ad essere felici di parlare con me mentre gli taglio i capelli, e li ringrazio per il denaro che spendono non solo senza lamentarsi, ma considerandolo un gesto d'amor proprio che rivolgono alla propria dignità, ben lieti di poterli fare ancora una volta.
Ma ringrazio anche coloro che non vengono più, perché sono troppo caro e chiudo troppo presto, ma che non hanno mai avuto il coraggio di chiedermi un favore in uno dei due sensi o tutt'e due, perché di fatto nemmeno loro possono mentire fino in fondo, e alla lunga forse ciò che davvero non possono più permettersi, è il mio sorriso onesto!






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