martedì 9 febbraio 2010

radioconvenction


La parola di oggi è: CONVENZIONE

dal latino conventionem, significa accordarsi, trovarsi insieme, concordare.
Sono convenzioni, anche l'insieme di comportamenti convenuti, tra più persone, ma con un'indicazione di tipo formale, oppure accordi per formare obblighi tra persone, in ambito commerciale, nei tessuti sociali si formano convenzioni, anche implicitamente(abitudini comportamentali che si stabiliscono per tacito accordo)
Assisto oggi ad un particolare sviluppo di quest'ultime, per esempio, nell'assolvere all'esigenza di interessamento verso coloro che non stanno bene di salute, sento spesso chiedere come stai/a, e subito dopo ascolto una lista personale di "sapessi io, non dirmi niente, o c'è pieno in giro di questo/quel malanno, non puoi capire ecc", quasi che dopo aver assolto alla "convenzione" che ci vede interessarci di qualcuno, avessimo diritto ad una dose omaggio di commiserazione.
Qualcuno obbietterà, che guardo il pelo nell'uovo, che è un modo per rendere meno dolorosa la condizione di sofferenza dell'interessato, e talvolta questa è l'intenzione, ma come mai a dirlo sono sempre gli interlocutori del malato stesso?
Qualcuno ha mai chiesto ad una persona che non sta bene, se tale convenzione gli giovi?
Ricordo un commento di Nicoletta Mantovani, tratto dal suo libro, "Quando la vita cambia colore", in collaborazione con la psico-oncologa Lisa Galli, dove diceva sfogandosi - cosa cazzo ne sanno le persone sane di ciò che ti serve? Intendendo rimarcare la tendenza dei sani, a sentirsi o più malati di te, o a dirti cosa dovresti fare.
Quando faccio presente alle mie amicizie che quelle affermazioni convenzionali non servono, mi vien detto che non sanno più come parlare, ma la verità è che non cambiano mai il modo di farlo.-
Lista di cose da fare, controlagna, o sbigottimento, sono sempre e solo queste tre opzioni, in una telefonata di cinque minuti, spesso inserita tra un parcheggio, e la richiesta del conto in un negozio. Cosa voglio?
Vorrei, che quel gesto fosse meno" convenzionale", perchè non ricordo di aver convenuto all'obbligo di accettarlo, (come la definizione richiede, vedi sopra), accettazione che la maggior parte implicitamente accorda , al solo scopo di poter a sua volta, riciclare la stessa finzione, lo stesso surrogato low-cost, del sincero interesse personale, ormai troppo "impegnativo".
Vorrei che le persone che conoscono la situazione di afflizione "quotidiana" del mio compagno, e mia, fossero libere di non farci nulla , e ricordassero quanto si innervosiscono quando non ricevono ciò che desiderano da chi se lo aspettano(per lo più servigi, e accudimenti), sapendo che io al contrario, mi innervosisco nel ricevere convenzionali domande.
Sì, la mia vita e quella del mio compagno ha cambiato colore ma non è sbiadita, seppur non mostri più l'apparenza di una vita sensata agli occhi di una maggioranza superficiale e infantile, essa è tuttora il luogo dove abbiamo scelto, con e per amore, di restare. In questo luogo, abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. La nostra è una corda a tre capi di cui uno è doloroso, ma ciò nonostante, ci ha offerto la comprensione di un valore assoluto e reciproco, la compassione. Ossia la capacità di "soffrire con", unitamente alla resilienza di un bacio o di un piatto caldo, col quale, rinnovare la promessa di avere cura l'uno dell'altro!
Quello che mi piacerebbe davvero vedere e" sentire"(alla Avatar maniera IO TI SENTO) da chi mi è prossimo, è il riflesso di questa serenità dolente, il desiderio di lasciarsi coinvolgere da quest'energia davvero positiva, che il cambiamento di colore ci ha donato. Oppure un accorato silenzio, rispettoso, discreto, quello che un pubblico partecipe offre ad una gradita rappresentazione.
In ultimo, quello che infine vorrei è la rinuncia a sottrarre a coloro che, purtroppo ne sono costretti, il ruolo di "vittime". Per ottenere l'ennesimo primo piano, angolazione di cui il malato vero, farebbe lietamente a meno!


1 commento:

  1. .... Che bello leggere queste tue righe.....
    condivido pienamente il tuo pensiero, ma quello che è bello, è che mi sento bene, come se il mio spirito avesse preso coscienza e lucidità, su un argomento, ormai archiviato da anni credendolo scontato.
    Semplicemente.... GRAZIE!!
    Un bacio, Giulia

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