martedì 16 dicembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap9: di amarti e onorarti



Orgoglio e pregiudizio, l'onore e il rispetto, il Segreto, uno due cinquemila..insomma, nessuno ha ancora fatto una fiction sull'onore e l'amore.
Perché? Forse i due termini evocano emozioni contrastanti? Nell'immaginario del pubblico l'onore è spesso collegato con l'onta...con la sfida e l'orgoglio. L'amore, invece,  con la passione fisica e il dolore. Così devono essersi detti: chi guarderebbe una fiction in cui l'onore e l'amore andassero di pari passo? 
Eppure nella promessa matrimoniale ci si impegna a farlo.
Ecco perché le fiction hanno più fan della vita quotidiana..perché rassicurano sui tormenti che ci aspettano scambiando le emozioni distruttive nel sale di una relazione.
Mi sento di rassicurarvi dicendovi che nessuna sfida è più salata della vita quotidiana, soprattutto se divisa in due con lo sforzo di onorarsi e amarsi senza essere Gabriel Garko o Manuela Arcuri! 
Avevo letto che la coppia fosse "ciò che resta dal cozzo di due realtà apparentemente inconciliabili" e se fosse vero ecco accontentati i palati forti!
La sensazione sciapa di un amore senza contrasti tuttavia non è auspicabile poiché costituirebbe un falso positivo basato sul fatto che ci interessa talmente niente dell'altro da non provare nessuna emozione per ciò che fa o dice. Alcuni lo chiamano andare d'accordo.
Ma non posso immaginare il concetto di onore senza pensare a quei delitti fino a poco tempo fa persino legittimi che si consumavano nelle famiglie e che vedevano spesso le donne vittime.
Dobbiamo quindi ripensare all'onore e all'amore. E se per onorare qualcuno immaginassimo un invito a cena? Nessuno sano di mente onorerebbe i suoi ospiti con una tavola lozza e pietanze andate a male. Eppure nella coppia spesso quella tavola siamo noi e l'ospite i nostri compagni/e. O le pietanze andate a male sono il modo in cui "nutriamo" malamente la nostra famiglia con indifferenza o scontatezza.
Rumore di stoviglie ...profumi e mio marito come se fosse un marito che spignatta pentole enormi ( dice che lo spaghetto deve stare comodo)
- scusa ma quattro padelle per cucinare un involtino ? 
- Ehi Genova ( è così che definisce la mia tendenza ad usare sempre un pò meno del necessario) ma ti fai gli affari tuoi?
- Lo sto facendo visto che dopo devo fare io un ring di Sumo con la padella da sagra nel lavandino microscopico che abbiamo!
- insomma, uno ti prepara mentre tu stai li incollato al computer e devi anche trovare a dire! esclama mio marito come se fosse l'Artusi.
Risultato: cena consumata in silenzio e senso dell' inutilità dei propri sforzi (lui) e anticipata rottura di balle (io) per il prossimo rassettamento. 
Ogni tanto invece riesco a invertire le priorità e allora:
- Amore ma che profumino delizioso! (cerco di sbirciare il contenuto della pentola 
- Ho fatto il risotto col radicchio ma se ti togli che non riesco a muovermi...grazie (mio marito manteca i risotti come un viglie dirige il traffico in una rotonda: con un raggio di azione di una decina di metri )....
Io invece che cucino "per ospiti" ( ho un paio di cavallucci marini di battaglia) lo faccio con una smorfia perenne di angoscia ed effettivamente mi carico di tensione come una  dinamo! Ed è li che arriva lui con i suoi "consigli": mettici un pò di questo, ci hai messo un po di quello, perché non usi quell'altra teglia...fino al mio urlo finale e la sua offesa a morte! 
"non so vuoi cucinare e ti incazzi ma almeno sii felice no? 
Io mangio troppo in fretta, a lui da noia, lui fa sempre le insalate che non mi piacciono e sta seduto con una gamba che penzola dal bracciolo. Io lo ossessiono con la cottura in umido lui carbonizzerebbe anche la frutta se non si mangiasse cruda....Onore e amore in cucina portano a duelli e rancori senza disturbare un intero set televisivo. 
Non mi viene difficile dire che lo amo, che provo amore per come provvede a noi, per la sicurezza che offre ogni giorno, per mille cose ancora ma santo cielo dirlo a lui si che è difficile. Forse è proprio questo il punto. 
Onorare chi amiamo quando è poco amabile significherebbe dirgli quanto bene proviamo proprio quando lo merita meno. Ecco perché agli sposi, di qualunque sesso siano, viene tanto facile pronunciare questa promessa! Essi non immaginano nemmeno quanto sia difficile onorare l'amore di uno che ti ha appena verniciato di sugo il tinello perché i coperchi gli sembrano una inutile barriera architettonica! 
O a lui risulta impossibile onorare il mio sentimento d'amore quando alla una di notte decido di lavare i bicchieri che ho lasciato per due ore nel lavello perché scrivevo.
Se alla mattina ti scappa la cacca e lui è in bagno al telefono o se lui è stanco morto ma per te è ora dell'ironia spinta come si fa a dirsi: Onore mio?
Me lo ha spiegato mia suocera, come se fosse mia suocera quando mi raccontava che suo marito, prima di diventare quello che la chiama dal giardino urlando: Linaaaaa, si faceva ore di treno per andare sul lago dove lei era a servizio di una famiglia per vederla un ora scarsa dal cancello di casa, solo per parlare con lei. Quanto onorata si sentiva lei, e quanto innamorato era lui. 
O la signora Zanelli (mia cliente che festeggiò i 60 anni di matrimonio) la quale, alla mia domanda: signora qual'è il Segreto, rispose: quando io e mio marito discutiamo (negli anni cinquanta non si litigava come cani, si discuteva) non sbattiamo mai la porta.
La Porta? 
Si vede, lui se non è d'accordo va a fare un giretto, o ci vado io.. salutando ma entrambi accostiamo la porta di casa con garbo. Al ritorno ci salutiamo più facilmente e riprendiamo la discussione da dove l'avevamo lasciata: da un saluto e non da un botto! 
E' nel fare un passo indietro che si onora il sentimento di amore, che non lo si calpesta inutilmente, che lo si riconosce? Onore aspetta amore e viceversa?
 Naturalmente però questo richiede che nessuno abbia fretta e probabilmente richiede anche una sessantina di anni di pratica: per nostra fortuna hanno inventato lo sgrassatore universale col quale ingannare l'attesa....e le fiction interminabili.


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