mercoledì 7 agosto 2013

Tacchi e Rintocchi capitolo 14: amiche mai?

Ho visto cose che voi donne...
L'unica donna che non aveva contrasti con un altra donna è stata Eva perché era da sola, non unica della sua specie (umana) ma del suo genere! Ma evidentemente se si è accontentata persino un serpente per litigare con qualcuno e fare incazzare anche Dio, doveva anche lei essere venuta al mondo con la voglia di scaricare su qualcuno le sue menate.
L'amicizia tra donne è stata oggetto di migliaia di considerazioni ma a quasi tremila anni di storia umana non sembra aver raggiunto un progresso autentico. Forse perché il Creatore, che mai ha spiegato a Eva perché le avesse dato la curiosità che Adamo non aveva, e ad Adamo il libretto di istruzioni per la nuova arrivata, la condannò dicendole: la tua brama si volgerà verso tuo marito ed egli ti dominerà? Non sarà che anche Lui però l'ha fatta e punita al tempo stesso? Oppure perché in un mondo tutto maschile osserviamo questa evoluzione con gli occhi sbagliati.
Per sottrarsi a questo dominio le donne hanno cercato di farsi unite ma la “brama”, quel bisogno ostinato di un uomo, impedì sempre la piena riuscita di un sodalizio tra donne. Eva contro Eva per la banana di un Adamo, ma anche Eva con Eva per tirare Adamo sotto il carro subito dopo.
A tutt'oggi vedo donne incazzarsi nere come fichi ad Agosto con altre donne se queste sono state incoerenti con loro, ma accettare che un ti amo di un maschio dopo il sesso sia coerente e duraturo, impostando poi tutte le loro decisioni sulla rocca friabile di uno slancio in “periodo refrattario” Perché?
Nelle amicizie tra le mie amiche e le altre donne, una cosa che non ho mai visto è stata proprio la solidarietà, ma col tempo ho capito che se non la vedevo era perché i miei occhi erano più maschili di me! La solidarietà tra maschi è basata sull'appartenenza di squadra sulla goliardia da spogliatoio e su regole precise, mentre le donne giocano sempre “in solitaria” e se si aggregano lo fanno per senso estetico ma col desiderio in fondo di affermare la propria unicità, temo al solo scopo di essere notate sopra le altre da qualche uomo.
Questo mi consente di sfatare un altro falso mito e cioè quello che un gay sia amico delle donne per affinità di pensiero. Se accade questa affinità, non siamo di fronte ad un maschio omosessuale ma più verosimilmente ad un altra donna nel corpo sbagliato. Io che ho sempre amato il mio corpo di uomo al punto da desiderarne due, man mano che invecchio mi rendo conto di quanto ragioni da uomo, e di quanto questo mi renda più affine ad un aratro che ad una spingarda vinciana.
Per esempio quando una mia amica si sente offesa per non aver ricevuto gli auguri di compleanno da una che mai vorrebbe si dicesse sua amica mi sgomento, esattamente come quando la stessa è capace di dimenticarsi il mio..e di considerarlo per niente grave dal momento che mi vuole bene.
Negli anni della mia amicizia con loro, Ahia, Secondo te e Assolutamente si sono amate odiate, separate e riunite centinaia di volte. Io che di queste divisioni somme e sottrazioni ma anche frazioni equazioni e scomposizioni ero il comune denominatore osservavo questa matematica dell'affetto con un senso di impotenza simile solo a quello che provo di fronte alle istruzioni di montaggio dell'Ikea.
Le ho viste andare in vacanza insieme e tornare piene di insofferenza fino alla vacanza successiva, le ho viste giudicarsi con la pietà di un boia per poi dichiararsi come sorelle, le ho viste piangere l'una per l'altra rimanendo ognuna a casa sua, ed infine le ho viste tutte amarmi di un amore unico cantandomi lodi degne del coro delle voci bianche e mandarmi al diavolo con la forza di un coro di alpini! Non ero io ad essergli affine ma loro a trattarmi come si trattavano tra loro e senza nemmeno chiedermi se lo volessi. Io che facevo una fatica boia a formarmi dei principi e ad essergli fedele le vedevo avere principi stagionali come guardarobi.
Persino in quell'unica cosa che ci vedeva in comunione e cioè l'avere ognuno il suo uomo furono capaci di fare differenze.
Ahia dopo essersi bellamente dimenticata il giorno del mio compleanno mi disse che in fondo dal momento che il suo uomo proprio quel giorno arrivava a farle una sorpresa avrei potuto festeggiarlo un'altra volta, e che dal momento che non lo avevo invitato (perché volevo solo le mie amiche) venne e il giorno dopo mi disse: sai c'è rimasto male, si aspettava che lo ringraziassi per avermi lasciato venire.
Assolutamente invece, ci tenne moltissimo a precisarmi al telefono che il mio fidanzato era capace per un appuntamento scritto sbagliato( scrivevo l'ora giusta e le dicevo quella sbagliata) di trascendere a livelli inverosimili, e ai miei tentativi di dirle che casomai lo avrebbe fatto con me se avessi sbagliato, ribadì che “assolutamente” glielo aveva già fatto, così quando le dissi che quel giorno era proprio stronza non si ricordò di quella cena nella quale rimasi in silenzio mentre il suo di uomo le dava “assolutamente”della deficiente per i diciotto pantaloni neri tutti uguali che aveva nell'armadio. Quindi offesa mortalmente chiamò il mio fidanzato col quale ormai lavoravo insieme, dicendogli: devi “assolutamente” licenziare il tuo impiegato perché nessuno mi ha mai detto una cosa del genere! Mi chiesi se quell'uomo che la considerava una deficiente non le avesse mai detto stronza.
O Secondo Te che era capace di scusare il suo uomo se non la considerava con la “stanchezza” anche di domenica, ma di trascinarti fino allo sfinimento in conversazioni a base di domande inutili sul perché fosse sempre stanco...magari, proprio alla fine di una giornata dove te ne erano successe di tutti i colori! E se gli dicevi qualcosa che non gradiva ricominciava da:in che senso? Finendo poi col chiedermi perché, se le dicevo: oggi mi è scoppiato il tetto di casa e ho dovuto ricostruirlo da solo e sono sfinito.
Che una l'abbia fatto meno o di più dell'altra l'opinione che avevano dell'uomo degli altri era sempre critica e i dialoghi avvenivano segreti o palesi a seconda del momento che vivevano tra loro. Tutte contro tutte, in un modo o nell'altro. Ma tutte cominciarono a piegarsi al pensiero dei loro uomini sui loro amici me incluso che “ruppi qualcosa” in Ahia per prima, dal momento che il suo fidanzato fu ferreo nel non volere la mia amicizia senza mai chiarirne il motivo, feci incazzare Assolutamente dal momento che proprio da me non voleva sentirselo dire, in quanto probabilmente ero l'ultimo di una lunga fila silente ad averlo detto a voce alta, e indispettii diverse volte Secondo Te perché non avevo sangue sufficiente per le sue “poppate”.
Tutte loro nell'intendermi “amico” si aspettavano molto per sé: indulgenza, complicità, sostegno e una dose di adulazione superiore al buon senso di amicizia che prevede anche un “confronto” al quale loro non si prestavano volentieri, talora investendomi di una “altezza morale”, che lo vedeva superfluo, talora facendomi notare quanto fossi lontano dal loro mondo fatto di “vere difficoltà femminili”.Difficoltà nelle quali si trovavano tutte unite in una sorellanza mondiale che aveva la coesione di un puzzle nella scatola. Una sorellanza che una volta composta formava davvero una sola immagine ammesso e non concesso che le tessere in causa non rimanessero separate e vocianti nella scatola che tutte le conteneva: la propria mente. Di fatto io ero per loro, quella che la mia amica Silvia chiama “l'amica coi muscoli”, cioè quella che ti serve per farsi quel culo che tu non hai la forza fisica di farti, ma anche di farlo con la mentalità che avresti tu! Ecco quindi spiegato come l'amicizia fra donne e uomini gay non sia così scontata nemmeno quando si “condivide” il fatto di essere in coppia.
Ho visto cose che voi donne non potete immaginare....ma soltanto realizzare e che noi uomini, gay o etero che siamo, possiamo solo continuare a non comprendere nonostante ci siate tanto indispensabili quanto incomprensibili!
Mi sembra di vederla Eva madre di tutte le donne, girare nel giardino pensando perché mai gli alberi di cedro non fossero vicini a quelli di agrumi dato che cromaticamente ci sarebbero stati meglio e cominciando a polemizzare tra sé sull'operato del creatore, trovarsi d'un tratto di fronte al suo Adamo, che stupito dalla sua vista, non potè altro che avere una (per lui allora inspiegabile) erezione!
Mi sembra di vederla da quel momento cercare di irrigidire ogni cosa lunga e molle fino a quando la sua ostinata convinzione la mise in condizione di sentire un “serpente” parlarle come Adamo non aveva saputo fare, e convincersi dunque che per lei ogni cosa, per quanto assurda, fosse possibile. E alla collera del Creatore non tanto per averla mangiata quella mela quanto per non averla trovata poi tanto buona dire: il serpente mi ha detto di farlo.....pensando che potesse bastare.


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