L'unica donna che non
aveva contrasti con un altra donna è stata Eva perché era da sola,
non unica della sua specie (umana) ma del suo genere! Ma
evidentemente se si è accontentata persino un serpente per litigare
con qualcuno e fare incazzare anche Dio, doveva anche lei essere
venuta al mondo con la voglia di scaricare su qualcuno le sue menate.
L'amicizia tra donne è
stata oggetto di migliaia di considerazioni ma a quasi tremila anni
di storia umana non sembra aver raggiunto un progresso autentico.
Forse perché il Creatore, che mai ha spiegato a Eva perché le
avesse dato la curiosità che Adamo non aveva, e ad Adamo il libretto
di istruzioni per la nuova arrivata, la condannò dicendole: la tua
brama si volgerà verso tuo marito ed egli ti dominerà? Non sarà
che anche Lui però l'ha fatta e punita al tempo stesso? Oppure
perché in un mondo tutto maschile osserviamo questa evoluzione con
gli occhi sbagliati.
Per sottrarsi a questo
dominio le donne hanno cercato di farsi unite ma la “brama”, quel
bisogno ostinato di un uomo, impedì sempre la piena riuscita di un
sodalizio tra donne. Eva contro Eva per la banana di un Adamo, ma
anche Eva con Eva per tirare Adamo sotto il carro subito dopo.
A tutt'oggi vedo donne
incazzarsi nere come fichi ad Agosto con altre donne se queste sono
state incoerenti con loro, ma accettare che un ti amo di un maschio
dopo il sesso sia coerente e duraturo, impostando poi tutte le loro
decisioni sulla rocca friabile di uno slancio in “periodo
refrattario” Perché?
Nelle amicizie tra le mie
amiche e le altre donne, una cosa che non ho mai visto è stata
proprio la solidarietà, ma col tempo ho capito che se non la vedevo
era perché i miei occhi erano più maschili di me! La solidarietà
tra maschi è basata sull'appartenenza di squadra sulla goliardia da
spogliatoio e su regole precise, mentre le donne giocano sempre “in
solitaria” e se si aggregano lo fanno per senso estetico ma col
desiderio in fondo di affermare la propria unicità, temo al solo
scopo di essere notate sopra le altre da qualche uomo.
Questo mi consente di
sfatare un altro falso mito e cioè quello che un gay sia amico delle
donne per affinità di pensiero. Se accade questa affinità, non
siamo di fronte ad un maschio omosessuale ma più verosimilmente ad
un altra donna nel corpo sbagliato. Io che ho sempre amato il mio
corpo di uomo al punto da desiderarne due, man mano che invecchio mi
rendo conto di quanto ragioni da uomo, e di quanto questo mi renda
più affine ad un aratro che ad una spingarda vinciana.
Per esempio quando una
mia amica si sente offesa per non aver ricevuto gli auguri di
compleanno da una che mai vorrebbe si dicesse sua amica mi sgomento,
esattamente come quando la stessa è capace di dimenticarsi il mio..e
di considerarlo per niente grave dal momento che mi vuole bene.
Negli anni della mia
amicizia con loro, Ahia, Secondo te e Assolutamente si sono amate
odiate, separate e riunite centinaia di volte. Io che di queste
divisioni somme e sottrazioni ma anche frazioni equazioni e
scomposizioni ero il comune denominatore osservavo questa matematica
dell'affetto con un senso di impotenza simile solo a quello che provo
di fronte alle istruzioni di montaggio dell'Ikea.
Le ho viste andare in
vacanza insieme e tornare piene di insofferenza fino alla vacanza
successiva, le ho viste giudicarsi con la pietà di un boia per poi
dichiararsi come sorelle, le ho viste piangere l'una per l'altra
rimanendo ognuna a casa sua, ed infine le ho viste tutte amarmi di un
amore unico cantandomi lodi degne del coro delle voci bianche e
mandarmi al diavolo con la forza di un coro di alpini! Non ero io ad
essergli affine ma loro a trattarmi come si trattavano tra loro e
senza nemmeno chiedermi se lo volessi. Io che facevo una fatica boia
a formarmi dei principi e ad essergli fedele le vedevo avere principi
stagionali come guardarobi.
Persino in quell'unica
cosa che ci vedeva in comunione e cioè l'avere ognuno il suo uomo
furono capaci di fare differenze.
Ahia dopo essersi
bellamente dimenticata il giorno del mio compleanno mi disse che in
fondo dal momento che il suo uomo proprio quel giorno arrivava a
farle una sorpresa avrei potuto festeggiarlo un'altra volta, e che
dal momento che non lo avevo invitato (perché volevo solo le mie
amiche) venne e il giorno dopo mi disse: sai c'è rimasto male, si
aspettava che lo ringraziassi per avermi lasciato venire.
Assolutamente invece, ci
tenne moltissimo a precisarmi al telefono che il mio fidanzato era
capace per un appuntamento scritto sbagliato( scrivevo l'ora giusta e
le dicevo quella sbagliata) di trascendere a livelli inverosimili, e
ai miei tentativi di dirle che casomai lo avrebbe fatto con me se
avessi sbagliato, ribadì che “assolutamente” glielo aveva già
fatto, così quando le dissi che quel giorno era proprio stronza non
si ricordò di quella cena nella quale rimasi in silenzio mentre il
suo di uomo le dava “assolutamente”della deficiente per i
diciotto pantaloni neri tutti uguali che aveva nell'armadio. Quindi
offesa mortalmente chiamò il mio fidanzato col quale ormai lavoravo
insieme, dicendogli: devi “assolutamente” licenziare il tuo
impiegato perché nessuno mi ha mai detto una cosa del genere! Mi
chiesi se quell'uomo che la considerava una deficiente non le avesse
mai detto stronza.
O Secondo Te che era
capace di scusare il suo uomo se non la considerava con la
“stanchezza” anche di domenica, ma di trascinarti fino allo
sfinimento in conversazioni a base di domande inutili sul perché
fosse sempre stanco...magari, proprio alla fine di una giornata dove
te ne erano successe di tutti i colori! E se gli dicevi qualcosa che
non gradiva ricominciava da:in che senso? Finendo poi col chiedermi
perché, se le dicevo: oggi mi è scoppiato il tetto di casa e ho
dovuto ricostruirlo da solo e sono sfinito.
Che una l'abbia fatto
meno o di più dell'altra l'opinione che avevano dell'uomo degli
altri era sempre critica e i dialoghi avvenivano segreti o palesi a
seconda del momento che vivevano tra loro. Tutte contro tutte, in un
modo o nell'altro. Ma tutte cominciarono a piegarsi al pensiero dei
loro uomini sui loro amici me incluso che “ruppi qualcosa” in
Ahia per prima, dal momento che il suo fidanzato fu ferreo nel non
volere la mia amicizia senza mai chiarirne il motivo, feci incazzare
Assolutamente dal momento che proprio da me non voleva sentirselo
dire, in quanto probabilmente ero l'ultimo di una lunga fila silente
ad averlo detto a voce alta, e indispettii diverse volte Secondo Te
perché non avevo sangue sufficiente per le sue “poppate”.
Tutte loro
nell'intendermi “amico” si aspettavano molto per sé: indulgenza,
complicità, sostegno e una dose di adulazione superiore al buon
senso di amicizia che prevede anche un “confronto” al quale loro
non si prestavano volentieri, talora investendomi di una “altezza
morale”, che lo vedeva superfluo, talora facendomi notare quanto
fossi lontano dal loro mondo fatto di “vere difficoltà
femminili”.Difficoltà nelle quali si trovavano tutte unite in una
sorellanza mondiale che aveva la coesione di un puzzle nella scatola.
Una sorellanza che una volta composta formava davvero una sola
immagine ammesso e non concesso che le tessere in causa non
rimanessero separate e vocianti nella scatola che tutte le conteneva:
la propria mente. Di fatto io ero per loro, quella che la mia amica
Silvia chiama “l'amica coi muscoli”, cioè quella che ti serve
per farsi quel culo che tu non hai la forza fisica di farti, ma anche
di farlo con la mentalità che avresti tu! Ecco quindi spiegato come
l'amicizia fra donne e uomini gay non sia così scontata nemmeno
quando si “condivide” il fatto di essere in coppia.
Ho visto cose che voi
donne non potete immaginare....ma soltanto realizzare e che noi
uomini, gay o etero che siamo, possiamo solo continuare a non
comprendere nonostante ci siate tanto indispensabili quanto
incomprensibili!
Mi sembra di vederla Eva
madre di tutte le donne, girare nel giardino pensando perché mai gli
alberi di cedro non fossero vicini a quelli di agrumi dato che
cromaticamente ci sarebbero stati meglio e cominciando a polemizzare
tra sé sull'operato del creatore, trovarsi d'un tratto di fronte
al suo Adamo, che stupito dalla sua vista, non potè altro che avere
una (per lui allora inspiegabile) erezione!
Mi sembra di vederla da
quel momento cercare di irrigidire ogni cosa lunga e molle fino a
quando la sua ostinata convinzione la mise in condizione di sentire
un “serpente” parlarle come Adamo non aveva saputo fare, e
convincersi dunque che per lei ogni cosa, per quanto assurda, fosse
possibile. E alla collera del Creatore non tanto per averla mangiata
quella mela quanto per non averla trovata poi tanto buona dire: il
serpente mi ha detto di farlo.....pensando che potesse bastare.
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