venerdì 27 agosto 2010

"Ge-Mi" storia banale di un gay speciale (parte 1



sì, QUELLO CON LA MAGLIETTINA GIALLA SONO IO, IL RESTO PARTE DELLA MIA FAMIGLIA, SGANGHERATA.

Quand'ero piccola per non fare dispiacere alla mia futura icona gay, Mina, dormivo sempre al lume di una lampada per la paura della solitudine, e sognavo...di qualcosa di straordinario, che sarei riuscito a compiere, e per il quale, mi avrebbero finalmente notato!Farmi notare divenne la mia principale occupazione, durante l'adolescenza, ed insieme la fonte di innumerevoli problemi all'interno del "contenitore" familiare. In questo, ero del tutto simile ad altri adolescenti, solo che al posto della prima sbornia, mi depilai le sopracciglia!Non c'è nulla di interessante nelle mie storie, ma provo a raccontarvene qualcuna, perchè questo lo so fare.Gli anni dello Tsunami ormonale li vissi a Genova, che ai miei occhi appariva fin troppo piccola e angusta. Nei suoi caruggi, nei pertugi della facciata perbene, tra le sue signore col fondotinta arancione e il pantalone a sigaretta, in mezzo ai palazzi storici con gli ascensori in ferro, si insinuava l'odore acre del pesce fresco e dei suoi venditori ambulanti, le risate volgari delle "bagasce", echeggiavano da stradine illuminate malamente e sconnesse, e il sobbollire del brodo nelle tripperie, somigliava al chiacchiericcio degli abitanti del centro storico.In questo brodo amarcordiano, amavo mescolarmi, contaminarmi, sporcarmi persino.Girovagando senza meta tra questi effluvi, cercavo nei visi degli uomini, un lampo d'interesse o se non lo trovavo mi lasciavo condurre come una foglia sul pelo dell'acqua verso la Foce.Inutile dire che le raccomandazioni a non frequentare i "postacci" si sprecavano a casa mia, e sembravano rivolte solo a me, in quanto mio padre, comprava regolarmente il formaggio in via Prè( il sestriere di Prè, era il culmine oscuro dei caruggi genovesi).Quando marinavo la scuola, raggiungevo quei posti con la gioia di un cercatore per il suo aureo filone!La farinata, scottava ancora, e mi tornava su in continuazione, ma mi dava coraggio le prime volte. Vico della Croce Bianca, Santa Maria alle Vigne erano alcuni dei miei paradisi, ma questo prima dell'avvento dell'eroina. Le battone di quei vicoli erano ancora tutte italiane e spesso ben su d'età, eppure, non ricordo una volta in cui abbiano cercato di "indurmi al peccato", anzi, quando passavo davanti alle loro stanze su strada con la luce rossa, con la mia farinata in mano, mi salutavano col garbo di una madre e più volte se quel giorno si aspettavano dei casini, mi incoraggiavano a smammare perché non mi accadesse qualcosa di male! Un posto particolare lo occupava lei, la 24 orrizzontale così chiamata a causa della sua fascia oraria professionale, e della preferenza per la posizione classica. 75 anni circa e senza un dente mi sorrideva sempre chiamandomi "bel garsonin"!Essere a Genova era già una condizione difficile per me, ma essere gay a Genova, un vero dramma!Verso i 24 anni...cominciai a vivere la mia condizione di omosessuale genovese con maggiore consapevolezza, lavoravo già come parrucchiere e questo mi faceva sentire realizzato, e proprio un parrucchiere gay fu il mio primo"fidanzato".A dire il vero, allora non mi era molto chiara la differenza tra fare sesso orale in macchina ed essere fidanzato con un altro uomo! Diciamo che io e il suo "coso" eravamo molto intimi. inoltre la mia educazione mi imponeva di rispondere gentilmente, e a quel tempo se mi chiedevano educatamente di dargliela mi sembrava brutto dire no!Lui, aveva circa la mia età, viveva ancora con i genitori, (Io non potevo più permettermelo, fortunatamente) guadagnava molti soldi,(io invece, li perdevo) aveva altri amici gay( dove li avesse trovati mi pareva impossibile da capire, io avevo cercato anche sotto i sassi)probabilmente a causa della stessa agiatezza economica, ma soprattutto, indossava foulard di Hèrmes, e collezionava profumi mignon! Una volta andammo fino a Bolzano per scambiarne alcuni introvabili.Grazie a lui scoprii gli unici due locali gay genovesi, una discoteca in via Torino, di cui non ricordo il nome e un bar giù al Porto che si chiamava "La Cage". Non mi portava mai con i suoi amici, nonostante la mia insistenza, che vinceva facilmente tenendomi "occupato", quella mezz'ora in macchina, fino a quando capii che gli uomini non si prendono per la gola ma per le palle!Ah io avevo anche la macchina!!! Una Uno verde catarro, che di lì a poco mi venne pure rubata, diciamo da ignoti. La cena era per le sette perchè i genovesi mangiano presto già di suo, se poi se gay, quella mezz'ora per apparecchiare la tavola vien da sè! Ero emozionato e il nano voglioso, non la smetteva di raccomandarsi con me sul comportamento da tenersi a casa del tal cardiologo claudicante da cui saremo dovuti andare. "Non fissargli la gamba", " non ridere rumorosamente", non leccare il cucchiaio" - solo per dirne alcune!La zona di Sturla è una zona chic di Genova, ma a differenza della sfacciata Albaro, essa non mostra il meglio delle sue abitazioni sul lungomare, ma più all'interno. La scatola di dolciumi che il nano griffato teneva tra le mani, aveva un che di riciclato, come quella volta che due amiche di mia madre portarono per il pranzo di domenica una bottiglia di amaro aperta, facendo infuriare mio padre, ma questa è un altra storia.Il cardiologo non doveva essere molto bravo nel suo lavoro, pensai vedendo la casa, era tutta roba vecchia(probabilmente antica e di valore), e forse non aveva saputo curare la madre, morta anzitempo, lasciandolo erede di quel ciarpame, ma non dissi nulla, date le raccomandazioni.Mi sorrideva mellifluo, come una ghiottona saluterebbe una torta(non ero bello, ero "nuovo") "che il nano abbia cantato ...."pensai. Si sa anche gli uomini bassi sono uomini, e quindi si vantano delle proprie conquiste con gli sfigati, esattamente come quelli alti.Io, la gamba non gliela fissavo, ma cacchio il suo comò "chippendale", ce l'aveva più dritta!"Anch'io ho una gamba più corta!" dissi dopo un ora di silenzio, e la cena finì di lì a poco insieme alla mia storia col nano arrapato. Il viaggio di ritorno fu meno allegro di un corteo funebre....ma il piccolo maniaco nonostante il suo disprezzo per la mia uscita, mostrava segni di "incontenibile gioia"! Lì mi resi conto che la sua erezione non era affatto legata alla mia personale avvenenza(all'epoca avevo solo due denti guasti), ma all'idea di farlo sotto casa dei suoi, e gli negai soddisfazione suggerendogli di arrangiarsi col foulard!Per consolarmi del mio debutto fallimentare nell'alta società, mi recai alla Cage, dove.................(TO BE CONTINUED)"

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