Alle medie l'ora di ginnastica mi deprimeva un po'! I vestiti non erano il mio forte, ma toglierseli era anche peggio. A quell'età non mi andava di lavarmi, non capivo proprio perchè farlo tutti i giorni.
Di mettere a lavare gli indumenti poi non se ne parlava proprio. “ dove sono i miei jeans?”- chiedevo a mia madre con disappunto, “sono in lavatrice!” rispondeva lei. Ma dico scherziamo? Lo sanno tutti che i jeans sporchi hanno una vestibilità perfetta!
Lo spogliatoio della palestra, mi sembrava una camera a gas(evidentemente non ero l'unico adolescente contrario al sapone) e quando scendevamo le scale per raggiungerlo ero allegro come chi percorre il “miglio verde”.
Ma Roccuzzo Giovanni, lui si che era un ganzo, intanto era l'unico ad avere le mutande gonfie, inoltre, le sue origini siciliane gli donavano peli degni di una scimmia. Sarà che le gambette di tutti gli altri comprese le mie, erano bianchicce e del tutto simili a quelle delle ragazze( che le tette non ce l'avevano ancora, quindi le riconoscevi dalle scarpe pulite). Gli lanciavo occhiate furtive, ed ero turbato dal suo aspetto, chissà se se ne accorgeva, ma era l'unica nota positiva dell'ora di ginnastica. Io non ero Mimì Haiuara e la consueta partita di pallavolo che chiudeva la lezione, mi donava fantastici lividi e nessuna gloria. Fino a quel punto il mio passaggio nel mondo delle femmine era stata una simpatia per una bambina alle elementari, ma la storia finì a causa dei suoi pidocchi, che io trovavo simpatici, ma la mia famiglia era contraria ad avere “animali in casa”.
Alle medie, Laura Menozzi ed io girammo per il Museo di Scienze Naturali per mano, tutti dissero che eravamo fidanzati ma la verità è che a me gli Scheletri mi facevano cagare addosso di paura! La mano gliela strinsi talmente forte che non fu felice, ma il peggio fu che la spinsi con una manata sul petto all'uscita perché voleva baciarmi! Perchè nessuno mi aveva detto che l'avevano operata al cuore??? I suoi genitori chiamarono i miei e io credetti che averle stretto la mano le avesse fatto male al cuore, e smisi di dare la mano a chiunque!
Alle superiori, ero nel banco con la Simona Seghizzi, il cui cognome suscitava continua ilarità sulle scale del Luigi Firpo, Istituto Tecnico per il Turismo, ricavato in un vecchio convento in centro.
Non avevamo tempo per l'amore poiché entrambi innamorati/e di Boy George, ma trovammo il modo di depilarci le sopracciglia dopo una sbornia prescolastica ed entrare a scuola truccati come lui! Mia madre avrebbe dovuto ricordare che le donne avevano una brutta influenza su di me, e dispiacersi un po' meno del mio disinteresse per loro.
Non finii le superiori perché volevo andare a lavorare, così feci un corso regionale per caproni, che avrebbe dovuto collocarci nelle agenzie marittime(che fantasia in una città di mare). Lì conobbi Cinzia e l'Armanda le mie migliori amiche per i due anni successivi. Armanda era fidanzata e dark così alle dieci del mattino scendeva dalla via Assarotti, dalla quale cadevi anche con le pianelle, da tanto era ripida, con tacchi a spillo di vernice, calze a rete nere, e gonna a sirena! Avrà pesato dodici chili bagnata nella fontana di De ferrari, ma a quel tempo non sapevo cosa fossero i disturbi alimentari, e per me, era una secca e basta. Cinzia invece, era bionda e oca, sempre fasciata nei jeans aderenti, e con le scarpe basse, mandava in delirio tutta la classe, e anche i tranvieri, ma io ero strafelice di fumare le sue sigarette. Un giorno, non venne a scuola ed io e l'Armanda eravamo preoccupati a tal punto che durante la pausa le telefonammo a casa, e lei, ci disse che era malata. Io ne rimasi così colpito che le chiesi se avesse bisogno, al che mi chiese di passare da lei dopo la scuola.
Io lo feci, perdendomi nei vicoli, (abitava nel centro storico da sola) ma quando giunsi lì, la trovai a letto che fumava con solo un lenzuolo addosso, ed io non potei resistere.......le presi una coperta gliela lanciai addosso dopo averla rimproverata, e me andai dicendole “ Tu sei matta, così ti prenderai un accidente”.
Che volete che vi dica, io lo sapevo che gli uomini e le donne si accoppiavano, lo avevo capito da un giornale porno trovato nella pineta vicino casa, ma non capivo perchè ci provassero gusto! Le facce delle persone in quei giornali non erano sorridenti, anzi, i loro lineamenti stravolti non erano affatto rassicuranti, e gli uomini nascondevano nelle donne tutto ciò che avrei voluto davvero vedere!!!!!!!
Con simili precedenti, la mia carriera di amatore di donne non poteva decollare, ma con gli uomini non ero certo più disinvolto.
Mi annoiavo così profondamente in casa con i miei, che ogni tanto fingevo di sentirmi male.
Nella speranza di trovare un motivo scientifico per il mio andamento, mia madre mi aveva portato nell'ordine:
Dall'oculista, che mi diagnosticò una miopia solo perché non leggevo le lettere. Nel senso che non avevo nessuna voglia di farlo.(occhiali)
Dall'ortopedico, per una dismetria dell'anca che rendeva la mia camminata FA-VO-LO-SA! Se fossi stata una top model.(plantare di rialzo)
Dal neurologo, perché nel tentativo di farle capire la mia condizione avevo usato delle metafore(ECG).
Con quelle protesi addosso(ben lungi da quelle che avrei adorato), la mia frustrazione era più irritante dell'acne, perciò la mia vendetta era svegliare tutti nel cuore accusando disturbi. Da buon cancro, lo stomaco era il mio punto debole, e facevo spesso congestioni reali, ma talvolta la facevo lunga apposta fingendo di svenire. Loro chiamavano l'ambulanza, io mi facevo un giro e per i due giorni seguenti, nessuno mi rompeva le balle! Una di quelle volte un bellissimo barelliere venne a salutarmi in sala visite prima di andarsene, e diverso tempo dopo lo incontrai sui mezzi. Pensai fosse un caso, ma forse non lo era, poiché mi chiese di svegliarlo il giorno dopo all'Hotel Stella di S. Agata. Io lavoravo in un negozio di casalinghi(le agenzie marittime chiusero i battenti quando terminai il corso col massimo dei voti) e non lo trovai strano. Del resto quale barelliere non vive in un albergo ad una stella vicino alla Stazione?
Come con cinzia, salii in camera dove anche lui fingeva di dormire, e ….....aprii le finestre come la cameriera ai piani, e gli tolsi le coperte di dosso come faceva mia madre per svegliarmi, solo che lui mi baciò alla francese, ed io scioccato mi misi a piangere perché non avevo idea che la lingua servisse a qualcosa. Avevo già diciott'anni al mio primo bacio vero. To be continued