domenica 1 ottobre 2017

Maschiario cap 7: Daniela

Appurato che i sentimenti sono per i maschi l’equivalente del ciclo mestruale per le donne , e cioè una cosa naturale di cui si farebbe a meno volentieri, possiamo affrontare il luogo comune che noi maschi gay siamo più sensibili. 
Nato dall’imbarazzo di padri amorevoli e dal desiderio delle madri di generare un maschio tipo Gesù, questo luogo comune è uno dei più odiosi. Stabilire che un maschio omosessuale sia più sensibile di un altro è anche impedire e quindi, continuare a impedire ai maschi di accedere alla propria sfera emotiva. Dimmi tu qual’è il ragazzo che non nascendo omosessuale se si sente dire che è sensibile, non pensa: ecco ora pensano pure che sia gay. Quale ragazzo gay, d’altra parte, se volesse reagire con rabbia o semplicemente si volesse mostrare determinato a non chiudersi di fronte al mondo o a non sopportare un insulto  non penserebbe: ecco ora penseranno che sono pure uno stronzo.

“Beata la donna che ti sposerà” mi diceva mia nonna. Per anni l’ho liquidata come una semplice pippa romantica perché nonno, sebbene fosse una brava persona, era un maschio di fine 800 perciò, a parte i quattro figli, che dubito siano tutti nati per amore a giudicare dalla foto di mia nonna che la ritraeva sfinita di notte a cucire col mal di testa e una faccia piena di risentimento, passava il suo tempo libero al bar coi maschi  come lui.
Poi però, compresi che nonna intanto aveva notato la mia differenza nel mondo e gli aveva attribuito un valore, inoltre, aveva chiarito che non sono i maschi che sposano le donne ma viceversa, quindi la beata a cui si riferiva doveva essere una beata vera cioè una santa trapassata più simile a Beatrice per Dante, che alla Daniela. O una pazza.

Daniela, era la ragazza che scontrai una domenica pomeriggio, quando, ormai convinto che la mia omosessualità fosse un’arma di distruzione sociale, vagavo per una via dello struscio (passeggio affollato e domenicale). Mi ero scusato perché i gay sono sensibili, ma lei, che era abituata al fare dei maschi di cui andava a caccia, credette che l’avessi scontrata per farmi notare.
Io, in realtà, volevo sparire ma questa ragazzetta spavalda e paffuta, cominciò a girarmi intorno e a burlarsi di me e della mia goffaggine, talmente divertita e sorridente, da convincermi a darle retta.
In quel periodo, dove ormai ero stato bandito da diversi, anzi tutti i miei contesti sociali, a causa della mia “sensibilità" per l’uomo sposato, feci come la celebre canzone e mi dissi “a quest’ora cosa vuoi, mi va bene pure lei”. 
Comunque, nonna aveva RAGIONE, Daniela non mi sposò ma fece di me il suo “ragazzo” dal momento che, come succede a tutti i maschi, fu lei la prima a baciarmi. La mia sensibilità fuori dal comune, mi fece credere che forse avevano ragione gli altri, che quella era la normalità, che avrei potuto dimenticare tutto il casino che la mia altra sensibilità aveva creato e sistemare tutto. Informai così in casa che avevo dato il numero di casa a “una” perciò mamma cambiò le tende e ricominciò a canticchiare ma poco.
 Lei chiamava, si usciva, ci si baciava e una domenica fu invitata a casa, dove papà disse che era carina. Chiariamoci, Daniela non era per niente bella se non per le manine minute e i denti bianchissimi, anzi, aveva una risata sguaiata, era il classico fiasco con le tette e aveva una fastidiosa attaccatura alta, che turbò il nostro rapporto per tutta la sua durata.  Ma come ne aveva voglia lei, poche altre, o forse tutte, non saprei! Oltre un certo pomiciare non c’eravamo spinti e dopo una estate di tramonti e passeggiate, Daniela, voleva essere Beata a tutti i costi. 


“ Finalmente sei diventato il figlio che sognavo di avere” trovai scritto in un biglietto di mamma appoggiato sulla scrivania vicino a due oggetti e a dei soldi, che continuava dicendo “ questi sono uno per te e uno per la Daniela”. Dunque aveva funzionato, avevo vinto la lotteria dei figli prodighi! Un biglietto di prima classe per la fine della guerra interiore e del biasimo sociale, che mi fece restare a lungo pensieroso. Nelle passeggiate con lei, avevo notato come il codice maschile mi avesse mostrato il suo lato lusinghiero: i sorrisi degli altri maschi, le pacche sulle spalle dei fidanzati delle sue amiche, il sorriso dei vecchi che non mi temevano più, come quando camminavo da solo e “sensibile”, le risatine chiocce delle donne mature che immaginavano le mie erezioni, meglio di come avrei mai fatto io stesso. Ma i ragazzi “normali” si accorgevano di tutto ciò? Come lo potevano sopportare quel teatrino? Il desiderio fisico di questa creatura era spaventoso e mi chiesi se i maschi in fondo non vengano fagocitati dal desiderio femminile più che dal proprio, comunque, io temporeggiai fino a innervosirla mica poco.
Talmente tanto, che un giorno se ne uscì dicendo: ma non sarai mica frocio eh? I sentimenti sono come il ciclo mestruale anche per le femmine o è il ciclo mestruale a rendere i sentimenti delle femmine tanto forti? In ogni caso la sua domanda riportò in ordine le mie priorità.
Nel tempo che era trascorso dal biglietto di mamma alla fine di questa storia,  io, non feci altro che vedere i suoi difetti e  sfuggire a quella bocca e alla sensazione che la sua vagina, mi avrebbe tranciato il cazzo per tenerselo come ricordo! Sarei stato un ragazzo sensibile costretto a ritornale dentro ogni sera per ritrovare il mio amico scomparso per tutta la vita! No grazie. 
Ora, un maschio eterosessuale si sarebbe fatto la sua amica, picchiato col rivale e per “sensibilità” avrebbe mentito alla fidanzata fino alle estreme conseguenze, dopo le quali, si sarebbe potuto vantare con gli amici, mentre le ragazze che si sa sono più sensibili, si sarebbero date della puttana fino ai saldi, dove sarebbero tornate amiche. Io invece ero stato capace di dire alla povera ragazza vogliosa e “normale”, delle cose di lei che non avrebbe potuto pensare di se, neanche in piedi su una sedia, confusa  e con una corda in mano.

“Sei proprio uno stronzo” mi disse quando le comunicai che era finita, giustificandomi malamente con il fatto che non l’amavo abbastanza ma in realtà, dicendole che i suoi baci fradici non mi piacevano, che era più stempiata di me, che aveva il culo grosso e che come diceva mio padre, che era un vero uomo, “se gli metti uno straccio sotto il culo ti lava per terra” , cosa che, avrebbe poi detto e non a torto,  anche della moglie di mio fratello. Niente male per uno che doveva essere più sensibile vero?

I maschi gay non sono più sensibili degli altri, del resto, come potrebbero, cresciuti come sono da maschi e con  genitori  capaci di mentirgli solo per togliersi un problema o per risolverlo?

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