giovedì 1 marzo 2012
elogio del bastone.
Nel fantasticare circa la mia vecchiaia, ho immaginato diversi scenari, nei quali non contemplo una salute di ferro, anche se potrei augurarmelo, ma più realisticamente spererei di poter continuare ad usare la testa.
Con l'affievolirsi degli impulsi, che rendono la vita degna di essere vissuta da giovani, bisogna pur trovarsi una qualche forma di appagamento che non preveda un vigore a cui non si ha più accesso. Ricordo mia nonna che a ottantacinque anni aveva sicuramente smesso di:
- fare sesso,(non abbiamo dati certi).
- cucire.
- cucinare abilmente.
- tagliarsi da sola le unghie dei piedi.
- fare il cambio degli armadi.
- camminare stabilmente in posizione eretta.
Circa quest'ultima rinuncia, spenderei due parole sull'ironica inutilità della teoria evolutiva.
Se l'evoluzione ci ha fatto raggiungere la posizione eretta per assicurarci velocità ed efficienza nel procurarci il cibo, cosa aveva in serbo per noi da vecchi? Che ricominciassimo a mangiare la frutta marcia caduta dagli alberi?
Sembra quindi evidente che nella teoria evolutiva la vecchiaia non fosse contemplata, in quanto con ogni probabilità nessuno l'avrebbe raggiunta nella maniera in cui oggi la conosciamo. Inoltre sebbene come per l'attività sessuale di mia nonna, non ci siano prove certe, la vita media di un essere umano terminava nello stomaco di qualche grande carnivoro.
Sembrerebbe in fondo, proprio questo lo scatto evolutivo, il progresso raggiunto, e cioè l'allungamento del brodo organico da cui pare proveniamo.
Oggi possiamo invecchiare. Possiamo contemplare lo staccamento della cute dallo scheletro, possiamo avere il privilegio di immedesimarci in un maglione afflitto da anni di "cicli" di lavaggio, che lo rendono informe, possiamo gioire dell'estinzione del carnotauro, quanto della scomparsa degli estrogeni, del collagene e dell'acido ialuronico dalle nostre giunture.
Ma c'è un premio di consolazione? certo! L'appetito è l'ultimo stimolo che perdiamo. Nel periodo meno produttivo della nostra esistenza in realtà consumiamo maggiormente. Ecco perché le famiglie oggi in crisi economica non possono permettersi un anziano in casa.
Dico l'appetito perché in realtà anche il più alienato degli anziani riconosce una polpetta o almeno può credere di mangiarla al posto del semolino che qualche badante gli propina facendo la cresta sulla spesa, e di certo la trova più piacevole della vista di parenti che potrebbe anche non riconoscere più.
Un altro progresso del raggiungimento dell'età avanzata sta nel fatto che ogni genere di discriminazione sessuale è impraticabile. Infatti la persona anziana perde gran parte dei connotati che la assegnano al suo "genere", quindi potrebbe vestirsi da uomo o da donna passando del tutto inosservata, il che rende maledettamente spiacevole il fatto che la disforìa di genere si sviluppi solo in gioventù.
Potrei per esempio andare in un pubblico ufficio per un certificato e venire trattato con sufficienza perché sono un "vecchio rompicoglioni", e presentarmi il giorno dopo come una più "amabile signora" alla stessa impiegata, suscitandone l'efficienza, o viceversa! Una vera risorsa non credete?
Ma resta comunque un fatto, chi sarebbe il "bastone" di questa mia vecchiaia?
Non ho figli e il mio compagno o sarà già morto, o sembrerà essere più simile ad un coinqulino, un compagno di briscola nella più lieta delle ipotesi, ma di certo non in grado di sorreggermi. E' da molto che noto la curiosa abitudine che hanno gli anziani malfermi sugli arti inferiori, di camminare nei cantieri stradali, o in prossimità dei più pericolosi fossi lasciati dall'incuria comunale. ogni volta mi chiedo se non è così che inconsapevolmente vogliono farla finita, ma poi mi ricordo che mia nonna mi raccontava come durante le alluvioni, persone tutt'altro che anziane si accalcavano sui ponti ad "ammirare" l'ondata di piena in arrivo, e allora capisco che il fascino della distruzione, non cessa di esercitare il suo potere!
Se la vecchiaia si potesse considerare una progressiva distruzione, si potrebbe rimanerne affascinati?
Quindi alla luce di ciò, il mio "bastone della vecchiaia" atri non potrebbe essere che lui. Il mio compagno? No, il bastone stesso.
Non ho mai capito perché tutti i vecchi si lamentano del fatto che nessuno li sostenga, e rifiutino però l'utilizzo di un oggetto tanto semplice e perfettamente in "linea" con l'adempimento del detto popolare.
Chi meglio di lui può impedirmi di caraccollare per strada o di trasformare in talloni i miei malleoli tanto per farne a meno? Inoltre è anche un oggetto elegante, vagamente fallico per chi gradisce ancora, ecosostenibile, e antistress!
Se gli esami della glicemia fanno schifo, invece di smettere di mangiare le merendine di notte, potrei dargli fuoco nel camino. Se la schiena mi si insacca posso segarne via un pezzo senza comprarne un altro e se voglio rompere le balle, al centro commerciale, non gli metto il gommino!
Quanti utilizzi ha il bastone, pensate che con un po di fantasia potreste far scolpire il manico con il volto dell'odiata cognata o del politico di turno, e passare amabili pomeriggi ad insultarlo, incastonare negli occhi di una civetta i diamanti che l'artrite
non vi permette più di indossare, e per i nostalgici ve ne sono ancora in giro alcuni con la baionetta, o se possedete già una gamba di legno, potrete finalmente far cessare la sua solitudine!
Insomma, il progresso o l'evoluzione dimostra che l'anzianità offre anche innumerevoli opportunità di scelta ma su un fatto non si discute: l'estinzione dei dinosauri, non può essere avvenuta per niente!
Non facciamo in modo che la nostra ascesa al primo posto della catena alimentare finisca con una storta.
Che la scomparsa del T-rex ci abbia reso ottusi, oltreché inutilmente longevi?
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