mercoledì 14 aprile 2010

innocenti evasioni!




Chi come me, le bambole le pettina sul serio, accumula grandi tensioni, e cammina tutto il giorno tra lo Shanghai emotivo dell'immaginario femminile.
Cosa desidero di più alla fine delle mie giornate lavorative? Tornare a casa, nel senso di sentirmi in luogo armonioso pacato e confortevole...ma ho una missione stasera!
L'ultima edizione del Salone Internazionale del Mobile milanese, ci dice che la casa ritorna ad essere confortevole.... ed io esulto timidamente, mentre sui mezzi raggiungo la mia meta. Un magnifico negozio di arredamenti e tessuti nel centro di Milano ospita un evento glamour, posso mancare?
Ci sono molte persone fuori dall'entrata di questo luogo magico, persone belle, vestite con eleganza, chiacchierano discretamente in attesa di qualcuno, e così, tanto per prendere confidenza con l'ambiente, faccio altrettanto. Fingo di attendere qualcuno.
Mi ero riproposto di partecipare a questo evento, e desideravo andarci da solo, per vincere il timore che mi prende quando mi trovo in ambienti raffinati e affollati.
Una sorta di rispettosa riverenza nei confronti dell'eccellenza fatta ad oggetto, si impossessa di me, e mi rende goffo ed emozionato, che ci posso fare?
Mi dico che, in fondo mi basta metterci solo un piede e ci sono già dentro, ormai è fatta! Saluto la bella signora che mi accoglie, e sento di motivare la mia presenza dicendo che ero a conoscenza dell'evento.(sindrome dell'imbucato scoperto)
Ci sono circa quattro ambientazioni domestiche, curate nei minimi dettagli. Un tavolo da pranzo in vetro apparecchiato per una colazione domenicale tra amiche, con finissime porcellane bianche bordate in oro e calici tintinnanti, rievoca in me, il gusto di un "pettegolezzo" sussurrato.
Una lampada con un grande cappello glicine illumina la poltroncina dove vorrei sedermi, per riflettere su alcuni perché, mentre noto che l'agitazione lascia il posto ad un senso di piacevole serenità, e col permesso del padrone di casa raccolgo alcuni scatti.
Intravedo una scala che scende in quella, che mi si dice essere, la sala dei tessuti, e io che sono curioso come un gatto mi ci infilo. Lì dove forse non avrei dovuto osare, trovo il mio tesoro!!!
Ci sono disegni che rappresentano alcune vetrine proposte al pubblico.
Le guardo meglio, sembrano disegni infantili ma non lo sono, pezzetti di stoffa colorata, delineano il tetto di una casa in pied de poule, con finestre di tartan ed un portone in fantasia di galeoni e spiagge esotiche in bianco e nero. Ora sono bambino, e vorrei restare lì seduto sulle scale a guardare per ore ognuna di queste testimonianze di una passione autentica, di un lavoro attento e sapiente, di una costante ricerca di calore ed eleganza sopravvissuta alla glaciale era minimale imperante nell'arredo e nei suoi complementi.
Immagino Giorgio, amabile proprietario di questo paradiso, come un carbonaro del buongusto, lavorare di nascosto per essere pronto al grande ritorno dell'amore per la casa. Lo vedo capitano della sua nave di broccato, resistere alle tempeste del progressismo, lo vedo fiero timonierie conoscere la rotta autentica dell'ospitalità, evitando le" secche moderniste".
Davvero non mi aspettavo così tanto e penso a quante maestranze italiane delle nostre città non conosciamo. Artigiani coraggiosi uomini colmi di un esperienza rara che diventa manufatto!
Sì, dopo una giornata di lavoro volevo sentirmi a casa, e il mio desiderio è stato esaudito! Porto con me la sensazione di aver fatto visita ad un amico generoso.
Grazie Giorgio, della tua ospitalità. E voi da quanto non andate a trovarlo????



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