lunedì 17 ottobre 2011

modalità affettive: Il forgiatore di cuori!


L'avvento degli anni duemila aveva creato una risonanza melodrammatica, infatti, si prevedeva che i contatori di tutto il mondo si sarebbero inceppati creando una sorte di grosso buco nero nel quale, ma anche dal quale, tutto sarebbe sparito o riapparso chissà dove. Soldi, dati personali, pettegolezzi, informazioni top secret, ma anche, energia, petrolio e codici di sicurezza.
Si immaginavano ospedali in black out carceri sguarnite o missili che partivano senza un perché verso un qualsiasi obbiettivo, e per quanto mi è possibile ricordare, fu la prima volta che si cominciarono a coniare delle terminologie mediatiche descrittive, questo casino mondiale lo chiamarono Millenium Bug, beh duemila anni peserebbero a chiunque, tranne alle sequoie e a certe specie di tartarughe che li portavano, come Joan Collins portava i suoi, cioè già da tempo!
Saremo ritornati improvvisamente all'età del ferro?
In tutto questo clima di incertezze ci si mettevano anche i soliti predicatori apocalittici con il loro mille non più mille, giudizi universali, diluvii e avvento dei marziani, ma la verità fu, che come al solito, non successe un granché, infatti io ero in bolletta anche nel nuovo millenio, e lavoravo come parrucchiera futurista e precaria presso un salone del centro che lasciai poco dopo, per un altro negozio che più che del salone aveva dell'ingresso, venticinque metri quadri di eleganza sopraffina due lava teste e quattro poltrone, in cui però, il titolare Massimo, mi offriva sicurezza stabilità e una grande attenzione, non nel senso che credete, ma nel considerarmi capace e affidabile.

Quell'incontro, fu tra i due più importanti della mia vita, perché Massimo era un uomo fuori dall'ordinario in quanto a ironia, intelligenza, amore per il suo lavoro, e capacità di collaborazione autentica. Nella mia ricerca di stabilità e definizione professionale, lui funzionò senza che lo sapessi, da traghettatore tra me e i miei desideri, poiché per primo mi accordò una stima personale, e un rispetto mai avuto prima, e nonostante la sua completa ignoranza del mondo "gao" come lo chiamava lui,( sosteneva che essendo maschio, io dovevo essere un gay con la O), egli, sapeva ascoltare senza pregiudizio, e nel contempo accettava le mie esuberanze in negozio, limitandole con delicati " calma con" questo o quello, in cambio della qualità che cercavo di raggiungere.
Di solito i parrucchieri si dividono i due grandi famiglie, quelli che si trombano le clienti, e quelli che gli ruberebbero gli accessori, e di rado le due tipologie convivono serenamente nello stesso ambiente di lavoro. Noi, in questo, avevamo una miscela altamente "a rischio", se non fosse stato per quell'ingrediente che tra noi neutralizzava la detonazione professionale. Io lo chiamerei senso dell'umorismo rispettoso, una sorta di fair-play della terminologia canzonatoria necessaria a smussare talvolta la sua introversione, tal altra la mia gaia invadenza. Lui di fatto, non apparteneva però a nessuna delle due grandi fazioni suddette, faceva tipo a se, lui era un amante delle donne, ma il suo ego non veniva sollecitato dalla quantità di conquiste, quanto dalla perizia necessaria alla conquista stessa, intimo e signorile, non rendeva il suo corteggiamento evidente, ma la diretta interessata veniva attratta proprio per questo! Sapeva probabilmente comunicare a livello non verbale il suo interesse senza "illusionismi plateali", ma facendo sentire quella unica donna davvero speciale, con la sua filosofia dei cinquanta giorni da orsacchiotto.


Il negozio, era situato al preciso confine tra gli antipodi sociali della zona, di qua la parte popolare, di la quella più esclusiva e benestante, e come tutti i negozi selezionava il suo target attraverso l'immagine e il prezzo pur non operando discriminazione alcuna sulla singola persona. Lo spessore etico di Massimo, era frutto anche della sua educazione familiare, la madre infatti, lavorava col pubblico da molti anni e sapeva distinguersi per la sua capacità di far sentire ogni donna "una vera signora", continuando però a vivere la vita con la lungimiranza di una donna attenta al proprio obbiettivo. Molte persone ritenevano che avesse un influenza limitante per lo sviluppo del figlio single impenitente, ma sbagliavano di grosso, perché la sua presenza e la sua storia, dicevano a gran voce: fai quello in cui credi, continuando a crederci con tutto te stesso, accogli ogni differenza senza perdere il passo e vincerai, e questo non può considerarsi un principio limitante. Lei, aveva una boutique di abbigliamento e quando la rilevò le taglie andavano dalla 38 alla 42-44, ricordo ancora il suo pensiero strategico in queste parole, quando mi disse: fabrizio, quante donne che possono spendere, ci sono, con quelle misure? Decise quindi di offrire il piacere di un abito di gran qualità, anche a donne che superavano di gran lunga la taglia considerata normale, creando per loro un luogo dove smettere di "coprirsi" e iniziare a "vestirsi", senza doversi vergognare.
La sua premura nei miei confronti mi stupiva e mi conquistava, ed io fui grandemente onorato del suo affetto. A tutt'oggi conservo con cura maniacale una stupenda casetta carrillon dei babbi natali completamente arredata che mi regalò in occasione di un Natale! Aveva compreso il mio lato bambino pur considerandomi degno del rispetto di un uomo.

Superare quel momento di angoscia generale vicino a loro, fu più semplice per me. Come possono accadere certi miracoli ancora non so spiegarmelo, e per l'ennesima volta dovetti essere grato alla vita per avermi messo sulla loro strada. Ci sono esseri umani, che dal cumulo delle proprie imperfezioni, dal basso della nostra comune mortalità, sanno elevarsi senza schiacciare il proprio prossimo, soltanto attraverso il limpido cammino della rettitudine, e nel loro cammino accolgono pellegrini disorientati come lo ero io, invitandoli a seguire il sentiero della verità morale, di quell'unica morale possibile che chiamerei bontà, accettando il rischio di incontrare l'ingratitudine umana. In questo senso, non dovettero aspettare molto, perché, sebbene io non fossi ingrato di natura, un giorno mi feci solleticare dalla lusinga di un uomo molto abile nell'inganno, il quale mi propose di fare un'esperienza professionale di più alto livello e me lo propose facendomi intendere di stare sprecando il mio potenziale in una realtà troppo piccola.
Il serpente era tentatore, ma se io non fossi stato una "Eva in bigodini" non ci sarei cascato, invece, mi sentii come spinto su un trampolino dal mio desiderio di ascesa, e siccome nella vita non ero mai tornato indietro, andai avanti.

Lasciare il mio mentore era già abbastanza doloroso, ma dover pure ignorare la difficoltà in cui lo lasciai, fu anche peggio, ero abituato ad essere odiato per le mie scelte e anche a farne di istintive, quindi sentivo di aver vanificato anche tutto il bene di quel percorso, me ne andai sentendomi un generale ma, le difficoltà inaspettate di quel presunto salto di qualità furono tali e tante da farmi sentire più che altro di nuovo ramingo, e cominciai a pensare di essere come la lama di una spada.
Forse, il millennium bug aveva catapultato solo me nell'età del ferro? Ero stato sgrezzato martellato e sagomato dal più bravo e garbato costruttore di lame, e ora venivo forgiato col fuoco più implacabile per completare il mio percorso, ma sarei diventato uno strumento di qualche utilità? Il filo della mia lama sarebbe stato usato, per il bene o per il male? Al ritorno da quell'avventura estrema, mi resi conto che ero pronto per tornare dal mio "maestro" a rendergli il dovuto omaggio. Non sapevo cosa aspettarmi, quando prima di entrare nel suo laboratorio, tirai un sospiro, dicendomi: accetta il rischio che non gli faccia alcun piacere!

Il suono del campanello arrivò dopo che lui mi vide e prima di un mio incerto sorriso, la serratura scattò, il mio passo incerto sentì il suolo delle mie origini professionali, tra le increspature della resina spatolata del pavimento, e prima che il fiato riempisse i miei polmoni mi ritrovai abbracciato come "un figliol prodigo", tra le sue sgraziate ma sincere braccia. Come poteva da solo, aver superato la naturale irritazione che si prova quando qualcuno è ingrato con noi? Tramite quale valore, poteva averla trasformata in quel gesto di guarigione di cui mi sentivo immeritevole? Dopo essersi lasciato andare il tanto che serviva, fu sincero come lo era sempre stato, nel raccontarmi non già le sue difficoltà, quanto il beneficio che ne aveva tratto, e come aveva proseguito il suo cammino, mantenendo per me un posto nella sua sfera di affetti.
Non avevo modo, di ricambiarlo in quel preciso istante, e nemmeno aveva una grande importanza, perché due uomini e nient'altro, erano solo felici di potersi ritrovare, entrambi trasformati.

Mentre tornavo a casa, non potevo fare a meno di chiedermi: ma come può un uomo del genere essere ancora eterosessuale? A parte gli scherzi, mi fu chiaro che quella con lui, sarebbe rimasta una delle amicizie fondamentali da mantenere, in quanto non c'è miglior dialogo, di quello che puoi avere con l'uomo che vorresti diventare, uno di questi giorni, un giorno come un'altro, un giorno per me, ancora da venire!






Nessun commento:

Posta un commento