Fiducia, è la parola che ricorre più volte in tutto ciò che leggo ascolto e vedo intorno a me in questo periodo, una fiducia che se una volta era una cosa seria, oggi pare persino irraggiungibile, la cercano i governi nei mercati, ma ancor prima la cercavano i genitori nei figli, la implorano i giovani talentuosi, la pretendono gli anziani nel sistema sanitario, la tradiscono le coppie, la rinnovano i neonati venendo al mondo. Eppure, se da un lato si chiede fiducia, dall'altro non ci si chiede: ma quando l'abbiamo persa? Facendo cosa non ne siamo più degni?
Quand'ero un ragazzo e trasgredivo alle regole, quando gestivo impropriamente la mia libertà, quando anteponevo il diritto, al dovere che avevo, ecco, lì incassavo la sfiducia dall'agenzia materna, o dal datore di lavoro, dunque, che sia la convenienza il punto? Convenienza e fiducia che rapporto hanno tra loro?
Quando i mercati offrivano inimmaginabili guadagni con misteriosi strumenti, tutte le nazioni globalizzarono un metodo, e lo considerarono meritevole di fiducia dati i guadagni che consentiva, finendo poi a rimanere vittime dello stesso sistema, che oggi fattosi forte, decide di considerare i suoi utilizzatori degni o meno della sua fiducia. Lungi da me, la pretesa di un discorso economico che non sono in grado di sostenere ma intendo però dire che, questa storia della fiducia, dai governi alle persone, è diventata pretesa di garanzie assurde e irreali quanto lo erano i presunti guadagni e convenienze.
Oggi in amore pretendiamo un per sempre in anticipo, e una via d'uscita appena le cose si fanno grigie, sul lavoro chiediamo un diritto ma lesiniamo sul dovere, in amicizia la convenienza genera relazioni che si basano sul guadagno, sull'opportunità che quella data cerchia di persone, ci favorisca in qualche modo, salvo ritornare all'irreprensibile onestà idealistica, una volta sfumato il nostro interesse personale.
Il risultato è che nessuno ha più il vero senso di fiducia e cioè che l'altro sia esso governo o persona o consulente o professionista, agirà in base ad una scala dove il massimo valore sia quello dell'impegno preso, della parola data, del sentimento provato, del bene comune in ultima analisi. Di certo oggi molte persone hanno maggiori quantità di beni personali, o benefici, ma come stanno?
Certi ormai che la mano che li nutre, li fregherà alla prima occasione, agiscono d'anticipo, considerando gli altri persone da fregare, nella vana speranza di appartenere alla categoria di furbetti, che ci avranno guadagnato comunque, ignari però, delle forze maggiori che un sistema cannibalistico può creare.
Imprenditori di esperienza, esimi maestri artigiani, e gente comune, sono tutti d'accordo sul fatto che gli anni novanta non torneranno più ma non certi che questo sfacelo della fiducia generale non favorisca invece l'avvento di dittature che per ora sono solo finanziarie, ma che come la storia insegna, prima o poi verranno impersonate da quell'uno "politico, che alla massa di sfiduciati cannibali prometterà una nuova appartenenza, nuove risorse da depredare a questa o quella etnia, e un pò di quell'ordine, tanto caro all'umanità.
L'effetto di questa situazione mondiale, genera una tale preoccupazione, che seppure c'era già poco da ridere, oggi di ridere non se ne parla proprio, i tecnocrati della fiducia si presentano seri, serissimi, solenni direi, salvo farsi una risata a qualche convegno internazionale, sul doppio senso della frase "andare a fondo", a fronte della serenità che 25000 euro di vitalizio mensile, percepiti in quanto senatore della repubblica, gli concede, le loro first lady sfoggiano splendidi piumini acquistati all'outlet, e tentano di proporsi come donne econome e concrete, mentre gli abiti della prima alla Scala, e i gioielli sono dismessi, o destinati all'utilizzo in serate privatissime lontano dal pubblico sguardo.
Eppure a questi potenti deve andare tutta la nostra fiducia e alla svelta, altrimenti sono guai, guai che alla fine dovremo affrontare comunque, guai che chiamerei logiche conseguenze di un atteggiamento di totale mancanza di senso civico ad ogni livello, a loro, la nostra fiducia e al nostro prossimo, al nostro vicino, cliente, amico, marito, che cosa? Solo rabbia, diffidenza e pretesa?
Proprio ieri il mio dentista, dopo essersi accordato con me per un metodo di pagamento, e dopo avermi fatto firmare un preventivo, mi ha comunicato che non si ricorda di aver pattuito quelle condizioni, pensate che alla prima visita fu la cosa che anticipai per prima e mi fu accordata la fiducia, ma ahimé la fiducia non è una cosa seria, e nonostante io non abbia mai sgarrato il mio rating mensile, sono stato sfiduciato perché lui appartenente ad una ben nota casta che con l'innalzamento del prezzo dell'oro, ha solo visto diminuire il suo ricarico sul cliente finale, mi dice in ultimo che, poverino, non può permettersi il lusso di clienti rateali. Ecco come anche lui è passato da essere un dentista, a essere un agenzia di rating.