giovedì 27 novembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 5: in viaggio di Cozze




Non c'è matrimonio che si rispetti senza un viaggio di nozze, ne un marito come se fosse un marito che non ti ci porti (non per forza in luoghi esotici e fiabeschi).
In fondo anche la vita è un viaggio e nessuno direbbe che non gli piace, ma io ho sempre sofferto gli spostamenti. Vittima della cultura asfittica in cui ero cresciuto non riuscivo ad immaginare il mondo "a portata di mano". Mia madre mi diceva sempre in tono negativo di aver fatto cose che loro neanche si immaginavano ...
Infatti, mio marito come se fosse un marito, mi invitò a considerare che potevo dargli ragione, facendo anche tutto il resto delle cose che la vita può offrire, senza vergognarmi!
La predilezione di mio marito per il viaggio invece, affonda le sue radici nella estrema sicurezza che ogni bene sia disponibile a chiunque soprattutto a lui e anche, ad una certa insofferenza dei Sagittari rispetto alla placida beatitudine di noi cancri per il "nostro guscio". 
Lui ogni tanto ...se ne deve andare. Io ogni tanto devo essere "sgusciato" come una cozza.
E' stata una botta di culo che mi volesse nelle sue fughe altrimenti sarei finito come le donne brasiliane che un giorno vedono uscire il proprio uomo e passano i successivi quindici anni ad apparecchiare tavola per due dal momento che potrebbe tornare senza neanche uno straccio di spiegazione!
Io cozza attaccata allo scoglio, lui mare...tumultuoso e insofferente ai confini.
Ogni volta che tira giù le valigie ha quell'aria allegrotta che hanno gli impiegati in trasferta quando sanno che per una notte possono andare a troie con una buona scusa, ed io ho l'aria della moglie di uno di questi: cosciente della sua necessità e inerme di fronte all'inevitabile!
Non sto neanche a dirvi la menata delle valigie che mi vede sognare di partire per quindici giorni con una pochette...se fosse possibile, mentre lui, assai più pratico sceglie sempre la più grande( che ovviamente finisce occupata per tre quarti dalle mie cazzate), non prima di una lunga ed estenuante quanto inutile lite sull'importanza delle dimensioni! (argomento sempre di una certa rilevanza tra maschi).
Hai messo le medicine? E le Ciabatte? E quante calze ti porti? E i fazzoletti di carta?
Non è mai rilassante partire con me e i miei sequestri emotivi, che mi vedono rovesciare in preda al panico la borsa, nel pavimento dei gates in cerca di quel porta spicci o del tal altro carica batterie che magari ho in tasca e della cui esistenza al di fuori di un aeroporto non mi importa nulla! Ma non crediate sia facile convincere lui che la direzione per i controlli di sicurezza sia quella che dite voi eh?!
Se non scende Mosè con le tavole dei check-in vestito da steward di terra che glielo conferma non c'è verso che mi creda, convinto com'è, che sia una sorta di bambina mentalmente instabile che cerca di scappare dal riformatorio!
Siamo stati capaci di otturare l'ingresso di una linea metropolitana a Londra, per questo, come anche, di insultarci sulla neve di Times Square circa la direzione del taxi più utile. 
Poi c'è la pipì! Il grande tema dei miei viaggi. Sono in grado di dirvi dove farla in molte capitali europee, al di sotto di che temperatura non reggereste un minuto in più e quanto vicini alle cucine siano i cessi in ogni dove... Perché la pipì è un mio modo di sfiatare l'ansia che mi genera il dislocamento geografico...o la quantità eccessiva di scelte disponibili ( emblematico lo strizzone ai tempi del Blockbusters)!
Lui naturalmente ha invece una vescica con una resistenza simile a quella del contenitore del Nucleo di una centrale atomica, per cui ha sempre la sensazione di viaggiare con una sorta di colpasta incontinente!
Negli anni siamo migliorati.... ma io, continuo a sognare perquisizioni corporali profonde da energumeni della dogana ( mentre invece mi toccano degli gnomi pazzeschi che neanche mi cagano) e lui continua a mettere bottigliette di acqua nella borsa pretendendo di avere ragione!
Però, quanti bei posti che mia madre nemmeno "si sognava" di vedere che ho visto, da quando sono omosessuale e con un marito come se fosse un marito! E quanto possono essere belli visti con un uomo col quale lei non mi vorrebbe vedere neanche in fotografia!!!!!
Penso che avrei dovuto mandarle cartoline gay da ogni dove, mannaggia! Peccato che non mi sono ricordato di farlo! Sai quelle cartoline con omaccioni che limonano duro e con su scritto: Gay è bello...saluti da ?
L'unica cosa che mi sta sul culo è che ogni volta mi chiedono se voglio un letto matrimoniale. Ma dico, non posso avere un matrimonio me lo volete almeno lasciare il letto????????
Se devo accontentarmi di un viaggio di Cozze, perché le nozze non posso celebrarle al mio Paese e sposarmi all'estero, mi farebbe sentire come una sposa col vestito di un'altra, possiamo almeno fare che la camera sia "matrimoniale" punto?
Non mi pare di chieder tanto no? 
 Miei cari non è facile dichiararsi marito e marito così tra noi...litigando come marito e moglie. Come una cozza si incazza col mare perché la schiaffeggia io certe volte mi incazzo vedendo come altri Paesi si siano tolti dalle palle sta menata di chi va a letto con chi o di quanti peni e vagine debbano esserci in un matrimonio! 
Londra, New York, Parigi, e molti altri posti incantevoli sono sopravvissuti all'orda di finocchie  in bianco e di lesbiche con il Tight, che oggi sono mariti di mariti e mogli di mogli, pensando unicamente al fatto che la Tour Eiffel o il Big Ben o Central Park..non ne avrebbero risentito, con quel che han visto nei secoli!!!!! 
Che il Colosseo, tra  tutti gladiatori e il sangue di schiavi innocenti e cristiani di cui sono intrise le fondamenta, sia in pericolo per un semplice si...mi pare davvero una gran stronzata! Non penseremo mica che la Torre di Pisa avrebbe un'erezione se io mi sposassi vero?
Che la Mole Antonelliana diventi un enorme vibratore perché due donne si uniscono in matrimonio? Nemmeno i sassi stanno poi così fermi...
Si, viaggiare fa bene cara mamma. Osare fa bene, fare le cose fa bene, avere un marito fa bene, avercelo anche se  sei o non sei donna fa bene,  sai cosa invece fa veramente male? Il Colesterolo. Ne ammazza più lui della libertà e degli aerei. 







martedì 18 novembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 4: Prometto.




La prima parte della promessa matrimoniale riguarda la fedeltà. Sempre.
Se dovessimo prenderla come è scritta ci sarebbe già da ridere sul matrimonio di chiunque...vista la tendenza di tanti ad un senso della famiglia tradizionale talmente spiccato da averne anche più di una al tempo stesso. Così come anche la comunità gay si porta dietro una ombra di promiscuità dagli anni settanta che sembra non renderla idonea a legami profondi e duraturi. 
L'idea che la fedeltà delle promesse sia di tipo sessuale fonda le sue radici nella idea cattolica di matrimonio per procreazione, ma è tutto qui? Se questa esclusività fosse tanto fondamentale non si capisce perché persino la religione includa il vivo incoraggiamento a perdonare il traditore in virtù della conservazione del legame stesso che il matrimonio esprime. Anche il legislatore in sede di separazione domanda ai coniugi se hanno attuato ogni tentativo di recupero possibile prima di procedere alla separazione effettiva. 
La fedeltà che ci si propone di portare sempre sembra invece qualcosa di meno fisco e fondamentalista e cioè l'idea di responsabilità costante nei confronti dell'altro.
Il cane è considerato l'animale fedele per eccellenza in quanto mantiene del padrone, una considerazione prioritaria che è in grado di porre anche sopra la propria sopravvivenza. Ma non è il fatto che il padrone lo possegga a renderglielo possibile, quanto il rapporto che questi instaura con lui. I cani sarebbero ottimi mariti o mogli a ben vedere!
Io e mio marito come se fosse un marito, condividevamo l'idea di fedeltà sessuale per motivi diversi, ma era chiaro che nessuno dei due avesse una idea di coppia aperta.
Ho sempre considerato il tradimento come uno sfiato inutile dell'ansia che può portare l'intimità con qualcuno. Cosciente delle mie difficoltà a sentirmi intimo con "uno" non vedevo di buon grado, in senso pratico, l'aumento numerico degli eventuali "dividendi".
La matematica elementare uno più uno uguale due e bona...mi era già sufficientemente difficile considerato che nel rapporto amoroso il risultato auspicabile è una strana formula che fa tipo uno più uno uguale uno. ( non tanto perché non ci siano unicità separate, quanto per la connessione profonda tra le due persone). 
Lui, invece, assai più "leggero" in gioventù ma virtuoso comunque, aveva coltivato una tale autostima da non pensare nemmeno di accontentarsi! Perlomeno fino a che è giunto a me, dove non si sa per quale "cambiamento" atomico delle sue cellule, sono certo si sia accontentato un bel pò! 
La vita sessuale degli altri è interessante come le cantine e le soffitte piene di cose inutili che hanno una storia coperta di polvere ..e cioé solo per chi le ha riempite o per chi è troppo curioso o carente di storia propria.
Quello che io e mio marito come se fosse un marito ci siamo dati davvero in realtà è stato la fedeltà intesa come sicurezza, fiducia e necessità dell'altro per le sue qualità a noi mancanti. 
Mi promise di essermi fedele sempre? No. 
Mi diede la fiducia che se tra noi non ci fosse più stato amore mi avrebbe lasciato senza umiliarsi o umiliarmi con bugie e falsità? Eccome.
E qui viene il bello della promessa " di esserti fedele sempre": non è il divieto, la proibizione il punto focale della promessa e della sua riuscita, quanto, l'onestà che dobbiamo a noi stessi e la coscienza che meritiamo un "intero", come lo merita l'altro. Intero che nulla ha a che vedere con la perfezione, l'adesione alle nostre aspettative, la performance. Che abbiamo la responsabilità anche di mantenerlo, nutrirlo, e svilupparlo con umanità.
L'umanità ha a che vedere col grado di onestà di cui disponiamo. I più crudeli esseri umani esisti erano tali per la profonda mancanza di autostima e onestà. 
L'umanità nei confronti dell'altro ci consente di darci senza riserve e gradualmente scoprire come l'altro accoglie la nostra parte mancante..imperfetta e persino sbagliata.
La fedeltà intesa come continuità che tutti offrono non è quasi mai quella virtuosa ma quella mancante. In undici anni non ho mai smesso di lasciare due bicchieri da lavare nel lavello...o di perdere le cose per casa e dargliene la colpa, come lui non ha mai smesso di incasinare i cassetti o di rifare le cose che non gli piace come faccio ( tipo ristendere i panni). Abbiamo solo smesso di prendercela per questo, e incominciato a considerare che l'unicità dell'altro è qualcosa che può continuare ad emergere, e a non spaventarci per ciò che porta.  
E poi signori c'è la vita in tutto ciò! 
Grazie al cielo, intanto che le persone promettono immaginando rigidi contenitori sottovuoto di felicità, la vita li beffa, li spinge e li costringe al suo ritmo veloce e lento a improvvisare, scardinando ogni possibile "prefabbricato"! Alla vita non interessa se sei gay o etero, se sei credente o ateo se quel giorno che pronunci la frase: e io prometto di....volevi il sole! Se ha voglia farà piovere comunque! 
Man mano che i nostri schemi famigliari si scontravano ( disfunzionale/carente il mio funzionale/ opprimente il suo), scoprivamo come formare un ambiente nostro in cui io trovavo una "educazione" e lui una "divagazione". 
Queste dinamiche ci hanno spinto a litigi anche intensi, a modi di scusarci tenerissimi e ridicoli che però hanno sempre suscitato nell'altro la tenerezza di un nuovo slancio, di quel finto " solo per questa volta", che suona come un "per sempre".
A tutti coloro che pensano che una coppia di uomini o donne non possano recitare con coscienza la promessa di essere fedeli sempre dico che dipende, esattamente come per loro, dal grado di umanità che abbiamo sviluppato. E dato che nessuno può sondarne l'entità, ecco perché TUTTI dovrebbero avere il diritto di pronunciarle coscienti,  non di ottenere qualcosa ne di rinunciarvi, ma di assumersi la responsabilità di una ignoranza dell'altro da colmare con tutto il tempo a disposizione che la vita potrà darci.
Ah e non sottovaluterei nemmeno il fatto che molti di noi degli anni ottanta canticchiavamo la canzone di una adolescente ricciuta e spavalda che a dispetto dei giudizi che ricevette divenne poi una attrice seria intensa e matura. com'è che faceva?
" t'appartengo a te ci tengo, se prometto poi mantengo"! Per altro mantenere ha un significato semplice: man-tenere, tenersi per mano. Come vedete una promessa non ha necessità di genere per essere soddisfatta. 












martedì 11 novembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap3: Lo voglio.

Cap 3 Lo Voglio.



« Se potessimo vivere senza donne faremmo volentieri a meno di questa seccatura (ea molestia) ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della razza piuttosto che ricercare piaceri effimeri.".

Questa, la spiegazione della necessità di sposarsi letta da Augusto alla promulgazione delle leggi per l'incremento delle nascite, all'alba di quello che, ancora oggi, è definito come matrimonio romano. 
La finalità genetica, differenzia questo matrimonio dal matrimonio moderno, per cui, a ben vedere, già milioni di coppie beneficiano di un matrimonio che non è vincolato alla procreazione "per forza" ma non per questo non regolamentato giuridicamente.
Caro Augusto, e cari lettori non pare anche a voi che in quanto a procreazione abbiamo dato abbastanza come genere umano? Quando penso al sovrappopolamento del pianeta e alle conseguenze che ha generato mi chiedo se l'accanirsi di tutti nel procreare non sia in fondo più una minaccia per la conservazione della specie che una tutela!
 Infatti, il buon Augusto, più che della specie parlò di razza. Affatto preoccupato per la specie lui era più interessato alla stirpe romana e alla difesa del suo impero. Un altro impero che doveva essere difeso fu quello della  Santa RomanaChiesa, la quale nella procreazione per forza vedeva la sua risorsa principale sia di fedeli che di nuovi soldati. Tra l'altro i figli e le figlie, più o meno legittimi come anche quelli che probabilmente non erano "convenzionali" finivano dritti dritti nei seminari ecclesiastici, garantendo un sempre cospicuo apporto numerico di "vocazioni". Anch'essa più preoccupata della razza che della specie.
Ciò nonostante, Augusto, definisce il matrimonio una seccatura di cui si farebbe volentieri a meno e queste si che sono parole auguste!
I difensori del matrimonio romano tradizionale se studiassero un pò le sue radici troverebbero che per la donna non c'era proprio alcuna considerazione tolta la necessità di portare a termine una gravidanza e il senso del matrimonio romano, così come ce lo avrebbe letto Augusto, prevedeva per gli uomini un piacere da cercare altrove e per le donne nessun piacere da ricevere una volta diventate mogli. Per tali motivi il picco di donne bigotte che oggi reclamano la primogenitura dell'istituto del matrimonio romano, sono donne che definire retrograde e dimentiche della storia oscura che le ha costrette al matrimonio per procreazione, è poco. Non mi risulta che la Chiesa abbia disgiunto la procreazione dal matrimonio se non che la coppia non possa averne suo malgrado ma di certo, lo ha fatto il Matrimonio moderno e Civile.
Ancor prima che la polemica divampasse esigenze progressiste e civili formarono la Costituzione e la Repubblica abolendo di fatto la religione di Stato cui si giunse ufficialmente con la revisione dei Patti Lateranensi del 1984 e con la sentenza 203/1989 della Corte Costituzionale. Lo Stato divenne quindi laico. Laico è in questo senso, chi ritiene di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l'altrui libertà di scelta e di azione, particolarmente in ambito politico, rispetto a chi, invece, ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e l'altrui libertà all'autorità di un'ideologia o di un credo religioso. Così il matrimonio moderno ebbe una veste civile che non richiedeva per forza quello religioso, riconoscendone piena libertà a chi lo volesse contrarre, come anche ritenendo sufficiente quello civile, per chi non ne sentisse una esigenza. 
La frase che gli sposi pronunciano davanti ai testimoni e cioé: prometto di esserti fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia e di amarti ed onorarti tutti i giorni della mia vita…” ben esprime il senso civile del matrimonio moderno e da sola contiene una predisposizione alla neutralità "di genere" e una perfetta definizione del matrimonio "per tutti". Perché dunque tanti problemi?
In parte perché il termine laicità risulta senza altre specificazioni alquanto ambiguo poiché di fatto esistono due tipi di laicità: una in senso cattolico e una in senso laicista.
La laicità, considerata positivamente, sarebbe l'atteggiamento con cui lo Stato garantisce la libertà di culto  ai fedeli delle confessioni e d'altra parte si riconosce la neutralità dello Stato democratico come uno strumento indispensabile per una convivenza plurale. Non viene però esclusa né una parziale sovrapposizione tra ambito statale e concezioni di origine confessionale né un intervento dello Stato sui culti per ragioni di ordine pubblico.
In quest'ottica spesso si ritiene che alcuni valori di origine naturale (cioè, considerata la storia italiana, di origine cristiana), come ad esempio il matrimonio monogamico fra persone di sesso diverso, possano essere parte integrante dei fondamenti condivisi dello Stato. In questa ottica lo Stato e le confessioni sono considerati ambiti distinti, ma tra loro comunicanti.


Il matrimonio più sgangherato di tutti è proprio quello tra Stato e Chiesa i quali sembrano essere due ricchi separati in casa, ognuno ingerente nella vita dell'altro con ridicole quanto labili rivendicazioni di autonomia ma incapaci di separarsi davvero dati gli enormi interessi economici che condividono.  Ce la vedi la Signora Chiesa rinunciare agli alimenti del Signor Stato o il signor Vaticano lasciar libera la signora Repubblica di darla a chi vuole? Entrambi i coniugi di questo assurdo matrimonio non sono fedeli l'un l'altro non condividono medesime sorti se non convenienti e non si onorano poiché si nascondono segreti e mezzucci da sempre. Visto così è un matrimonio come tanti, quasi normale oltretutto ma data la presunzione di questi coniugi di essere sopra di noi, e da noi mantenuti e considerati,  la visione che ci propongono del matrimonio dovrebbe far schifo a tutti: etero o omo che sia! Anche loro non hanno ancora deciso chi comanda, non vivono sotto lo stesso tetto e lo sfarzo di una e l'avidità dell'altro non forniscono di certo un buon esempio ai propri figli.  Di più ancora non comprendo come questi coniugi si arroghino il diritto di stabilire che quella promessa non possa essere mantenuta da chi come me li mantiene! Lo Stato ha una moglie vergine e santa che si addobba come una imbarazzante escort e la Chiesa ha un marito che considera il suo "matrimonio" con lei una "seccatura di cui farebbe a meno" ma che dal momento che non avrebbe pace senza come non ce l'ha con, è costretto a tenersela per garantire la prosecuzione della razza. Entrambi hanno figli che tengono separati ma su cui entrambi rivendicano diritti. Figli che usano per colpirsi. Questi ipocriti quanto ambigui soggetti che oggi fingono di darsi battaglia sui diritti dei propri figli e sul "loro bene" in realtà facendolo procrastinano l'unica cosa sensata da farsi: separarsi una volta per tutte. Tanto si sa che i figli, per il bene dei quali tanti troppi genitori dicono di non potersi separare,  quando  finalmente si separano dicono: potevate farlo prima e saremo stati tutti meglio.



« Se potessimo vivere senza Chiesa e senza uno Stato fintamente laico faremmo volentieri a meno di questa seccatura (ea molestia) ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro né vivere senza di loro, bisogna guardare alla realtà e smetterla di credere che stiano cercando una soluzione. Nel frattempo gradirei che il denaro che mio malgrado devo dargli mi garantisse la possibilità di onorare e rispettare chi mi pare e se mi pare anche potendo dire: si lo voglio.

martedì 4 novembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 2: casa dolce casa?


Che fa una coppia quando decide di andare a vivere insieme? Non ragiona, dicono alcuni mentre altri convengono sul fatto che facciano bene. Le coppie gay vanno all'Ikea.
Lo so che ci vanno anche gli etero... ma noi abbiamo la consuetudine di andarci anche se non siamo veramente intenzionati a convivere. Credo che la motivazione per cui ho visto spesso ben note "zoccole" del mio ambiente all'Ikea col fidanzatino del "giorno dopo" stia negli allestimenti. Mi spiego, l'Ikea non è solo un magazzino lowcost di arredamento o un salvavita per defenestrati coniugali o un passatempo per casalinghe..è in realtà una scenografia sempre pronta di vita domestica.
Non appena ci entri, con tutte le sue soluzioni in mq da 0 a 30, dove c'è tutto tranne le scarpiere ( non mi sono mai spiegato dove secondo gli svedesi uno debba mettersi le scarpe), vieni immerso immediatamente nella sensazione di aver fatto casa!
 Infatti non a caso frotte di gay si ritrovano a mettere alla prova l'idea di aver qualcuno per casa proprio portandolo in uno degli stand ikea! Puoi subito essere in cucina e voltandoti capire se Ignoto1 si abbina bene al divano Ektorp o ci stona, o se in camera da letto la prima cosa che fa è stropicciare il piumone, o se nel cesso non abbassa la tavoletta.
Puoi anche simpaticamente capire che casa tua, se rientra nelle micropezzature degli stand, è troppo piccola per due, tipo: se normalmente fai colazione sul bancone di cinquanta centimetri scopri che la seconda tazza di latte devi appoggiargliela all'ingresso. 
Gli eterosessuali fruiscono dell'Ikea in modo più primitivo di noi, in quanto, ne escono con mensole, scaffali, divani origami da montare e quintali di polpette surgelate mentre noi una volta fatte le "prove" e mangiato un broccolo al vapore all'angolo ristoro ( una capatina al cesso di default...non si sa mai) siamo capaci di uscire con una piantina e un pacco di tovaglioli arancioni lasciando lo sventurato della notte prima all'Angolo Occasioni.
Per me e mio marito non è andata così, in quanto il "giorno dopo" non siamo usciti insieme e francamente se proprio avessimo voluto ci conveniva andare da una medium visto che lui insonne da sempre si fece una dormita epica ( forse per lo shock di vedermi nudo) e io, assai deluso dal fatto che avesse i peli tutti concentrati solo sul torace e niente sulle gambe, meditavo sul da farsi!
Decidemmo che sarei stato io a trasferirmi per ragioni di convenienza e per il fatto che ne avevo abbastanza di un coinquilino dei Gemelli che cucinava bistecche ai ferri a mezzanotte....
Mettere due case in una non è impresa che Ikea può aiutarti a risolvere, in più lui essenziale io demenziale ci trovammo subito nelle canne; dove lo metto il baule della nonna? E la mensolina rococò? E il quadretto bucolico? La cantina fu una risposta decisamente offensiva ma non ero nella posizione di negoziare per cui accettai.
Quei muri vuoti, quei mobili senza niente, quel letto minimale con solo due cuscini, e la cucina così ordinata parlavano di un uomo che in casa ci passava meno tempo possibile e dalla cantina tutti i miei oggetti gridavano: facci entrare che ci pensiamo noi!
Generalmente nelle famiglie tradizionali è "lei" che sposta i mobili quando è nera o decide il quantitativo di "raccoglipolvere" da distribuire per casa e "lui" suo malgrado accetta a patto di poter lasciare le mutande per terra in bagno...e i peli nella doccia.
Noi invece, non avendo ruoli ben definiti dobbiamo switchare più velocemente il pensiero perché oggi ho la sindrome della Luisa io ma domani ce la può avere lui e questo crea inevitabilmente continui patteggiamenti che impediscono la radicalizzazione di abitudini e dominii fissi....ma in undici anni io non sono mai più riuscito a fare una lavatrice e quindi che dirvi, forse la teoria resta pur sempre una teoria! Lui, d'altro canto, non si è mai più occupato del cambio degli armadi che è diventato il mio modo per sfogare rancori inespressi. L'armadio sembrerebbe delineare meglio di qualunque altro oggetto di casa i ruoli in quanto a casa nostra fu subito chiaro chi ne detenesse il volume maggiore...e cioé io! Per questo ero l'anima femminile della casa? Giammai. Più che altro ero quello con più stracci e meno inclinazione al "giorno dell'avvocatessa" ( quello in cui butti via quelle robe mai messe con la scusa che un domani forse ti tornino utili). Io infatti ad ogni stagione trovo sempre nelle sue cose quelle da scartare riducendo il suo armadio disponibile ad un quarto del totale e facendo la gioia del custode che pressapoco porta la stessa taglia( motivo per cui in assemblea, benché questo pulisse un cazzo, mi battei per la sua riconferma).
Eppure il concetto di ordine di "bel nett e pulì" è molto suo..e ad oggi mio marito come se fosse un marito si conferma un esperto mondiale in profumazioni per ambiente, detersivi, e centrifughe degne di una tintoria Doc, mentre io ho sviluppato un rapporto molto caldo col ferro a vapore! ( adoro non stirargli le tute per casa..cosa che lo fa incazzare). 
All'Ikea mio marito come se fosse un marito, ci va con la sua amica Daniela, e una tantum ci vado anche io per vedere se il tempio dell'improvvisazione domestica vende ancora illusioni famigliari alla popolazione gay che non può andare da Cassina a giocare a "Volemose bene", ma ogni volta ne esco assai più provato che ai Saldi e più annoiato che da mia madre. e soprattutto sempre con la stessa domanda:
come abbiamo fatto ad affidare la nostra idea di vita insieme ad una azienda che la casetta di pan di zenzero la chiama Pepparkaka ?????