mercoledì 29 ottobre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 1: La Guerra dei Mondi

 Tanto quanto il dopo del vissero felici e contenti delle favole, tanto ne sapevo io del fare famiglia il giorno seguente al mio trasferimento a casa di quello che sarebbe diventato "un marito". Il mio perlomeno.
Il fatto di non prendere una casa ex novo insieme creava una sorta di mia "intrusione in un ambiente già organizzato di cui non sapevo molto...e nel quale mi muovevo circospetto come un gatto appena inserito in un gattile!
Quella poltrona sarà libera o è la sua? Nel letto quale lato mi tocca? E se non mi piace?
Parola d'ordine: adattamento opportunistico. 
Cercai di non farmi le unghie sul divano, di non lasciare peli i giro e di "farla nella lettiera"...intanto che mi sentivo a mio agio come in una scatola di spilli. L'amore è anche sacrificio mi avevano insegnato...e in più a 34 anni hai mica voglia di diventare un "reso", per cui fingevo una certa disinvoltura nel non trovare una posata o nel confondere i cassetti...
Quando lui usciva ...mi davo alla perlustrazione solitaria come una sorta di spia russa in cerca di una aspirina e piano piano cominciai a darmi una routine.
Mette una certa inquietudine dormire in un letto che non è nuovo...e adagiato li sotto le coperte mi sembrava di sentire le forme degli ospiti che mi avevano preceduto anche per una sola notte...e ai quali annunciavo lo sfratto esecutivo!!!!!!
Poi come in tutte le case con un solo bagno c'era la questione della "tempistica intestinale" che mi causava un tale imbarazzo che rimasi stitico per quindici giorni!
Beh insomma...d'accordo lui ti trova sexy a letto...ma perché la cacca la facevi a casa tua...e ti chiedi: ne avrebbe ancora voglia se gli toccasse andare in bagno dopo di te?
Tutte cose pratiche che sembrano scontate in una coppia ma che come il tubetto del dentifricio spremuto a metà  sono in grado di dimezzare la longevità di ogni passione!
Forse per questo la maggioranza dei gay che conoscono convivono in case di oltre cento mq con tredici bagni e l'interfono dalla cabina armadio collegato allo studio e la funicolare tra cucina e ingresso...Mi chiedevo: ma se i mq sono proporzionali alle intenzioni di durata, tipo  più ne hai più anni durerà il rapporto, io ero fottuto?
Se la sera era un pò inquietante e ansiogena per me tra turni opportuni di abluzioni pre-post...e il timore che una scoreggia distruggesse il mio "matrimonio", la mattina invece, dato che lui si svegliava presto, (o come scoprii nel tempo non dormiva mai come le bambine dell'orrore) venivo svegliato da una amorevole pacchetta sulla spalla e dal profumo del caffè già caldo e pronto sul tavolo!
Romantico...direte.... si, se non che la finestra del bagno dove sarei entrato di li a poco, ancora tiepido di letto per una doccia,  era spalancata dalle sei del mattino... e che una volta fatto un Ice challenge Bucklet (prima che diventasse una novità filantropica) avrei trovato la camera nelle stesse condizioni!
Che volete farci....a mio marito  piace arieggiare le stanze con te dentro...come fanno le massaie una volta che il marito tradizionale è uscito di casa!!!!!!  Un matrimonio gay d'altra parte non pare essere equiparabile al matrimonio tradizionale e alla luce di questa cosa delle finestre ...mi trovo alquanto d'accordo, voi no?
Essendo entrambi mariti l'uno dell'altro non potevamo neanche discutere la questione ...con la solita menata dei pantaloni e di chi li porta ..e cominciai allora ad attuare una qualche forma di protesta pacifica, dicendo: fa un pò freddino a gennaio non trovi, essendo a marzo, alla quale lui obbiettava con un più dialettale: Lé bel pulì!
Lo stesso per il caffè che in realtà per i successivi undici anni non sarebbe mai stato un espresso, come piace a me, piuttosto, senza un vero perché, sempre un caffè doppio con il latte che avanzava nel pentolino dopo la "Sua" colazione, come dire che era inutile piangere nel latte "avanzato". 
 Troppo facili i tempi in cui dopo una notte di sesso passionale e denso si scendeva nel caffè rionale e si faceva colazione civilmente e poi ognuno a casa sua ricordando dell'altro più lo zucchero che preferisce nel cappuccino, che il nome di battesimo!
Ma noi vogliamo sposarci insomma e basta con questo rifiuto medievale!!!!!! 
In fondo è come se una quindicenne volesse mettersi il vestito della festa di sua nonna e questa le dicesse: no non puoi metterlo perché il mio vestito è diverso dal tuo, invece di dirle solo che non è proprio il caso di sembrare una vecchia....
Noi comunque piano piano cominciammo ad abituarci l'uno all'altro..Infatti, anche per il mio "alquanto marito" non era mica facile!!!! Scopriva per esempio che i muri di casa, fino a quel momento piuttosto vuoti ed essenziali, cominciavano a esserlo sempre meno. "ma quel quadretto orrendo? - mi chiedeva; "carino vero"? dicevo io aggiungendo..."l'ho trovato tra i bidoni stamattina...ma l'ho pulito eh?!
Un giorno riuscii persino a convincerlo invece del film che dovevamo vedere al cinema, che sarebbe stato fantastico salvare quelle sei sedie in stile romagnolo che stavano per essere buttate sul marciapiede ancora tutte integre con le sedute in pelle e le borchiette di ottone! Ebbene si...dentro di me c'era una sgomberacantine, una accaparratrice  di rumenta, una robivecchia seriale...e suo malgrado cenò e pranzò seduto su quelle sedie per un paio d'anni!
Il mio sistema di adattamento si potrebbe definire a macchia d'olio. Comincio con apparente ritrosia e buona creanza...senza dar fastidio fino a quando ciaffo per ciaffo non ti trasformo casa in una sorta di cottage di Cabbot Cove..e tutto lieto ti faccio i biscottini sapendo che hai il diabete!
Se avessi avuto una moglie al massimo avrei potuto incasinare il garage e di nascosto, invece avendo un marito trovai più libertà e nel tempo cambiai anche tipo di "manie"..ma queste sono altre storie che scoprirete in seguito.
Che fossero le sue necessità di "corrente" o le mie di "riempirmi" i primi tempi del nostro matrimonio come se fosse un matrimonio, furono un periodo in cui il mondo di ognuno di noi fece irruzione in quello dell'altro. Una sorta di guerra dei Mondi che in fondo non tutti vogliono davvero fare con qualcuno e mi sento anche di dire che può essere fatta solo entro una certa età: quella in cui sei ancora disposto a stare un pò più scomodo per farci stare anche lui/lei perchè la comodità...è come l'autonomia..somiglia alla solitudine se non la condividi!
Intendiamoci, chi è autonomo e non vuole convivere fa bene, ma almeno una volta deve averci provato e aver tratto le conclusioni per lui/lei più opportune. Quello che intendo, è che il vivere assieme non può lasciare intatti i due mondi che assimila, risultato che invece si ottiene con il sistema "ognuno a casa sua", peraltro il mio preferito dopo i quarantadue anni. 
Qui si parla però di matrimonio o di ciò che, non essendo ancora possibile come tale, gli assomigli da vicino più di quanto vorremmo noi e più di quanto piaccia ammettere ai detrattori "tradizionali".
C'erano ancora molti altri aspetti della vita "matrimoniale che ci avrebbero messo alla prova: denaro, salute, rapporti con i parenti, progettualità e genitorialità eventuale o compensativa..il tutto ben sapendo quanto avremo dovuto essere fantasiosi nell'affrontarli tutti, senza altra tutela che la nostra buona volontà e un pizzico di culo.
A proprosito, si può dire culo all'interno di un matrimonio gay senza essere banali?

lunedì 20 ottobre 2014

E io mi dichiaro marito e marito! Introduzione.

Ci ho provato, su raccomandazione del mio compagno, a tacere e per un po ci sono riuscito. Mi sono messo un coperchio in bocca e ho sobbolito come la ribollita toscana...ma poi basta!
A giorni alterni mi sono trovato a congratularmi per i matrimoni contratti all'estero da amici e a incazzarmi per la recrudescenza di movimenti che ne contrastavano la trascrizione in patria...che già vale come il numerino alla posta...fino a quando sto casino tra gioia e nervi mi ha fatto diventare bipolare come un adattatore elettrico!!! 
Non mi ci metto neanche a dirimere la questione politica o a discettare su questioni di diritti umani in genere....perché credo che siano tutte cose che sono già strumentalizzate a sufficienza da tutte le parti, quindi, dato che "non ho niente contro gli etero anzi ho tanti amici come loro" (adoro ripetere lo slogan che di solito usano con me credendo di farmi un regalone), e ritengo pure che molte persone gay abbiano del matrimonio una smania che io avrei per una balenciaga..che posso fare?
Posso di certo dirvi che  appartenendo alla "Vecchia Guardia", come molti di noi, io non potevo aspettare il Legislatore per realizzare il mio concetto di famiglia e poter dar torto a mia madre che diceva: sarai solo e infelice tutta la vita, ne potevo manifestare o sposarmi a New York impegnato come ero a lavorare per pagare l'affitto in una città nella quale non ero nato, e dalle cui lusinghe dovevo anche proteggermi con un rigore che non mi consentiva di certo di darmi alla pazza gioia gay o ai viaggi matrimoniali. Ma almeno ai miei tempi non ci si aspettava grandi riconoscimenti pubblici e nel sottobosco civile che invece si generava tra le persone, complice anche il benessere degli anni ottanta e novanta, si poteva vivere in città come Milano assai tranquillamente la propria natura, e se il vescovo o il politico tiravano su le barriere noi ci si tirava su le mutande senza farci troppo caso. 
Oggi invece, il fenomeno delle "Sentinelle in piedi" mi ha incuriosito non poco. In un tempo di grandi spinte progressiste non si poteva non assistere alla controparte "fondamentalista" e in questo le religioni hanno tutte un senso comico di notevole rilevanza. Ma dico, non volendo essere additate come medievali le religioni non potevano evitare di darsi nomi tanto collocabili?????
Gia' c'è la Torre di Guardia dei Testimoni... i Boia neri dell'Isis che  per non sbagliare tagliano la testa a tutti che se non sei frocio comunque sei occidentale e potresti diventarlo, i  Predicatori Evangelici Americani tipo quaqqueri che strillano ai quattroventi il Peccato di Sodomia...agli africani che poracci non sanno più se morire di Aids o Di Ebola ....no dico ci mancavano anche le Sentinelle?????? E gli arcieri, nessuno? E l'olio Bollente ???? Ecchecazzo!!!!!!!!
Che poi dico, anche noi...ma non potevamo svegliarci negli anni Ottanta???? Proprio ora che anche gli etero si vendono il vestito da sposa su E- bay per arrivare a fine mese dovevamo farci venire le fregole di Tulle??? Invece di cantarla nudi al Queen di Parigi o nel Village a NY non era meglio cantare oggi "Do you really want to hurt me" davanti a palazzo Chigi?
Comunque qui siamo e qui ci tocca stare, alla fine anche mia mamma da bambino mi dava la merenda che volevo quando non avevo fame...si vede che a tempismo l'umanità non ci sa proprio fare!
Sono convinto che un invito sia meglio di una polemica quindi invito tutti voi a sedervi comodi...specie se siete Sentinelle, a scendere dalla Torre di Guardia e a essere testimoni di qualcosa di vero, se siete etero maschi a rilassare il perineo, per le femmine invece le pareti vaginali, e se siete gay a farvi una idea davvero comune di cosa significhi vivere come una famiglia senza cabina armadio e piastre a induzione e senza fotografarsi il coso in continuazione. Signori e signori dame e cavalieri, eminenze e feroci saladini, principesse con la barba e predicatori sfranti io vi do il benvenuto a casa mia: dove io con lui mi dichiaro marito e marito e dove, come potrete vedere, le uniche minacce che ci sono alla tradizione sono le lavatrici, alla salute i condimenti,  e dove la serena noia che regna viene illuiminata talvolta da un f24 dell'agenzia delle Entrate, o al massimo da un clismopaco inaspettato intanto che l'acqua della pasta bolle e le balle si scuociono a furia di essere "normali"!
Dove io e mio marito non ci siamo sposati ma litighiamo lo stesso, dove ci si ama con la convinzione che l'altro non era proprio giusto per noi, ma con la coscienza che neanche noi eravamo sta meraviglia, dove ci si addormenta la sera pensando: c'è in giro di meglio, e ci si sveglia la mattina con occhiaie e fiatella pensando meno male che non ha 20 anni ed è ancora lui! Buona visione ogni mercoledi su questa Rete!




venerdì 3 ottobre 2014

Gattare

C'è in tutti i quartieri ed è generalmente una figura che non passa inosservata. Ha qualcosa di rassicurante e inquietante al tempo stesso. E' quasi sempre donna, ma non è come le altre. Può essere  sola ma può anche avere una insospettabile famiglia. E' cortese con tutti ma lo fa perché teme ritorsioni. Usa eccessivamente i cosmetici per attuare un mimetismo furbissimo che le garantisce un discreto anonimato. Si sveglia prestissimo ma non è detto che apra la finestra. Getta la pattumiera ma nessuno l'ha mai incontrata e soprattutto è una esperta di richiami e trasformismi vocali. Chi è?
La vicina? Fuochino.....
La portinaia impicciona? Fuochino...
Tua mamma?.....Mi dispiace. No è la Gattara!
Come tutte le figure mitometropolitane essa si trova in città ma sogna una "casa nella prateria ", guarda la signora in Giallo, ma non capisce perché in una casa così grande a Cabbot Cove non c'è neanche un gatto,  indossa vestine da casa a stampa floreale senza maniche d'estate e  cappotti di lana infeltrita d'inverno, ma diresti che ha un suo stile.
Sono sempre rimasto affascinato dalle Gattare al punto che ritengo dovrebbero essere protette come i Panda in quanto anche loro sono in via di estinzione. Intanto, a causa del fatto che i loro protetti felini sono spariti da interi quartieri in concomitanza dell'espandersi di alcune comunità etniche, e poi perché la loro è una vocazione costosa di questi tempi.
Come le streghe nel medioevo le gattare sono state oggetto di superstizioni, odio igienista e generalmente considerate ex donnacce, ma spesso si tratta di donne molto sensibili e raramente belle dotate di una istintiva intelligenza che li spinge a considerare la gratitudine animale decisamente più genuina di quella umana.
Ne ho conosciute due in particolare nella mia vita, e che vi devo dire? Quel mix di circense e magico mi ha conquistato subito.
La prima era una signora del mio quartiere, che da brava vedetta lombarda mi aveva visto tirare fuori il salame dal panino che mamma mi faceva per merenda per darlo al più marcio dei randagi che allora non solo non erano una rarità ma erano considerati come ratti. Dal suo balcone dove c'era chi giurava che si radesse la mattina mi aveva detto: gioia, che bravo che sei... e aveva cominciato a raccontarmi la storia del povero sfortunato...come diresti di un parente  prossimo caduto in disgrazia. Non ricordo di aver sentito le sue parole ma fissavo le sue labbra dipinte di rosso alla ricerca di una sbavatura che negli anni che seguirono non ebbi mai modo di vedere ad ogni ora del giorno. Con la sua voce baritonale ed il petto generoso rinchiuso in una  armatura che glielo appuntiva questa donna che tutti criticavano mi appariva meravigliosa quando chiamava i suoi randagi per nome e me ne spiegava le vicende intanto che il marito, un omone irsuto e gigantesco che aveva una voce gentile e difficile da sentire, mi salutava in canottiera.
Il mio amore per i gatti era allora l'amore di un bambino per gli animali ma divenne nel tempo e grazie a Lei una autentico interesse per il modo in cui queste creature ci guardano. Ovviamente mi dedicai a quelli di loro che venivano scacciati perché malati anche dai loro simili...quindi toccai più gatti con la rogna che cristiani e mentre i miei amichetti si prendevano la tigna e una saccata di botte dai genitori io ne sembravo immune. Col tempo mi convinsi che le sensazioni positive che il contatto con loro mi dava a livello tanto profondo imponesse al mio sistema immunitario di difendere la mia sfera affettiva di riferimento..La signora dalle labbra carminie divenne un appuntamento quotidiano. Con la scusa di giocare in piazzetta dopo i compiti, scendevo le scale che portavano al suo balcone, ritiravo le scatolette e andavo nella pineta dietro i nostri condominii a nutrire i miei piccoli amici.
Mentre le chiacchiere maligne su di lei continuavano imperterrite io ne conoscevo l'umanità e la forza. A casa aveva solo una grossa gatta pigra e pasciuta e una figlia.
La seconda la conobbi da più che adulto, perché abitava di fronte a me anche se non ha mai e dico mai alzato le tapparelle di casa sua. Se ne stava seduta vicino alle caselle della posta e quando andavo a buttare la pattumiera mi salutava con un cenno elegante del capo ma senza dir niente. Questo fino al giorno in cui mi udì chiamare la Pussi, una randagia nera che stava li nel giardino condominiale, perché le dovevo mettere un collirio che avevo comprato per curarle una brutta congiuntivite. ...Questo cambiò il nostro rapporto di vicinato. Scoprii così che la signora dai capelli lunghi e strinati che non toglieva mai due cose: un cappello e una specie di stivaletto imbottito (lo stesso anche ad Agosto) era stata una insegnante di lettere..piuttosto benestante che probabilmente un uomo aveva abbandonato lasciandola senza mezzi. Che pur avendo una casa probabilmente non aveva ne corrente ne acqua e si lavava in un diurno a pagamento intanto che si recava a curare gli unici che pur non essendo mai maleodorante le dimostravano affetto: i suoi gatti randagi.
Era solita usare un fondotinta molto bianco e un rossetto rosso che le si trasferiva sempre nei denti: gli incisivi, che per dispetto erano gli unici che le erano rimasti in bocca. In un italiano squisito snocciolava le storie che la vedevano combattere per avere un alloggio dal comune in una zona migliore ...più signorile. passava i pomeriggi nella panchina interna del supermercato di zona dove spesso ci incontravamo e come era fiera del mio immancabile :buongiorno signora detto bello forte e condito di una cortese  stretta di mano di fronte agli anziani che non facevano che fissare i suoi doposci!!!! Fu li che un giorno si sentì male, un giorno che il suo trucco non impedì alla morte di riconoscerla, un giorno in cui i suoi doposci rimasero soli come i suoi gatti. Un giorno in cui maledizione non feci la spesa. Che relazione c'è tra la natura felina e queste persone? Sapevate che i gatti sono capaci di relazioni sociali anche durature ma possono anche farne a meno? Che pur essendo capaci di comunicare con noi "scelgono" con chi farlo? Che possono essere domestici pur mantenedo la loro indole selvatica? Che tra gli animali domestici, data la loro apparente contraddizione  sono stati oggetto delle più feroci maldicenze ? Queste caratteristiche di forte identità, indipendenza, capacità sociale come anche di totale autonomia emotiva,  se fossero riferite ad una persona non sarebbero forse i tratti di una persona libera?
I branchi che siano umani o animali tendono in genere ad emarginare i più liberi, in quanto non gregari e difficili da sottomettere ed ecco perché l'essere gattare potrebbe e dico potrebbe, inserirsi in una ottica diversa da quella della compensazione o della fissazione. Potrebbe trattarsi di una semplice connessione tra esseri viventi che si comprendono? L'obiezione che le gattare hanno una spinta compulsiva non mi interessa perché potrei dire lo stesso di tanti palestrati o di tante rifatte che però non si sognano nemmeno di subire un giudizio per le loro passioni altrettanto "sregolate".
Nemmeno credo che il fatto di occuparsi di animali santifichi una sudicia rompicoglioni, piuttosto credo che ci sia un modo in cui il gatto ci conquista e ci costringe a conoscerlo senza la certezza di poterlo dominare e che per questo, alcuni esseri umani altrettanto non conformi ne rimangano attratti o respinti a seconda della propria inclinazione verso regole e appartenenza di branco. Qualcosa insomma di più istintivo che razionale, tant'è che di solito chi odia le gattare o ha schifo degli animali o ama solo se stesso e ciò che lo riflette .... Più in generale però, se anche gli umani fossero animali, allora è probabile che una parte di loro sia gregaria o leader  come i cani e un'altra sia solitaria e indomita come i gatti. Chi può dirlo? Io di certo non potendo essere gatto come vorrei di certo sono destinato "gattara", perché oltre ad essere decisamente non conforme imprevedibile socialmente valido solo a periodi e poco inciline al branco e alle sue regole, io non ho nessuna intenzione di vivere la mia vecchiaia senza dar nessun fastidio!!!!!! E poi non so che dirvi....che colpa ne ho se ad un ciao preferisco un miao?