mercoledì 12 febbraio 2014

Dimmi tutto, non ti ascolto

Pronto ciao come stai volevo farti un salu...ah certo no capisco..ho pensato che magari avevi....ah beh, gli orari ormai, no è che...volevo dirti...mhh si mhh , sai ti ho chiamato anche ieri...la palestra ci mancherebbe....va bene dai ci sentiamo un altra volta. Sensazione di chi ha chiamato: arrangiati

Dimmi!!!!!!!  No guarda sto camminando che poi ho appuntamento, due minuti cazzo, cosa è successo????? no ti sento una voce ...oh ma io lavoro eh?! Vabbe senti ti chiamo dopo....Sensazione di chi ha ricevuto la telefonata: che palle questo...

I due tipi di conversazione se così vogliamo chiamarla cosa hanno in comune? Probabilmente il piano tariffario della compagnia telefonica, perché questi due esempi, credo di poter dire, costituiscono l'ossatura della comunicazione moderna e ben spiegano i fatturati miliardari dei gestori telefonici che particolarmente in questi tempi vedono incrementati i propri guadagni.
Chi rinuncerebbe ad essere “raggiungibile”?  Nessuno, sembra, ma poi lo vogliamo davvero? 
Se da un lato la telefonata, che una volta veniva fatta per casi eccezionali o formali come incidenti e condoglianze, oggi è il genere di consumo più usato, dall'altro se n'è smarrito il senso. Per esempio, può succederti di ricevere tre telefonate da un amico che è dietro l'angolo del palazzo dove dovevi incontrarlo, invece di vederlo esplorare coi piedi il circondario alla tua ricerca, ma è anche probabile che un passante ti chieda dove sia il luogo che deve raggiungere quando prima di uscire di casa sarebbe bastata una telefonata per saperlo.
Ci sono quindi telefonate intelligenti o importanti  che non si fanno e telefonate assurde che non si rinuncia a fare o ricevere. Perché? Evidentemente il concetto di ricevere telefonate deve aver assunto un significato nuovo. Il fatto che oggi il telefono non sia più nell'ingresso di casa o nello studio ma in tasca, ha modificato il valore di quello squillo, che se all'interno delle mura domestiche suscitava attenzione al messaggio che portava,  oggi attribuisce invece un valore alla persona che lo riceve. Il fatto di aver reso automobili mezzi pubblici marciapiedi e uffici o ospedali una unica grande stanza dove svolgere una telefonata(abitudine che detesto) ha dato ad ogni chiamata, anche la più inutile come quelle riportate sopra, il carattere di “priorità”. Le persone si sentono più importanti quante più ne ricevono al punto da convivere con auricolari e dispositivi per non essere da meno. In questa accezione il numero di telefoni e contratti pro capite raddoppia se contiamo che i nuovi modi di lavorare ne prevedono l'uso( anche per trovarsi in ufficio al solito posto alla solita ora pare che ci si telefoni), e  questa “raggiungibilità” forzata, svolge anche un ruolo di “controllo” della localizzazione reale delle persone fisiche.
Eppure con a disposizione una tecnologia,  ogni minuto della giornata per fare o ricevere una telefonata e un motivo sociale per non rinunciarvi abbiamo trovato un modo per non dirci niente. Curioso non vi pare? Finite le ore di registrazione della “fiction sociale” che ci vede fighi con un telefono incandescente, le telefonate che non facciamo e quelle che vorremmo non ricevere, generalmente ad alto contenuto umano, quindi dell'amico che ci vuole bene o del e al genitore, sono proprio quelle che pur non potendo dire di non vedere lasciamo in stand by per diversi giorni.
Se proprio non si può procrastinare, quella telefonata viene  subita gorgogliando mhhh fino a che l'interlocutore creda alla avvenuta lobotomizzazione o imposta per lavarsi la coscienza con la mia frase preferita:  ciao ho due minuti tutto bene?
Io questa,  la inserirei nelle “armi di distruzione di massa” della sincerità dei rapporti.  Innanzitutto, non mi spiego  come abbia potuto sostituire  il ciao come stai, anche se mi spiego il perché: evitare una domanda aperta accorcia di molto una telefonata di “dovere”, perché una telefonata che inizia con ciao tutto bene, finge un interesse ma realmente impedisce di dire esattamente il contrario. Nel qual caso uno dicesse no, ci si può allarmare urlando cos'è successo con un tono talmente fastidioso da costringere l'altro a rinunciare al racconto.
Nel contempo quindi ci sono una marea di persone incazzate perché non le chiami o non gli rispondi le quali per ottenere un tuo rimorso dovrebbero almeno essere attaccate ad un respiratore..perché se stanno bene che cazzo vogliono? Oppure persone incazzate perché le cerchi, perché dopo averti rimbalzato o non risposto gli chiedi cosa cazzo gli sia accaduto e allora lì,  sei costretto all'annovero totale delle pagine delle agende dei cazzi loro (nei quali non figuri mai ma sei il loro migliore amico, o amico come prima)riga per riga ora per ora, come una telecronaca mortale,un plotone di esecuzione in Excel,  una raffica di eventi che se fossero veri dovrebbero avergli causato una cistite( di fronte a tanti impegni come fanno ad andare in bagno?).
I tempi delle liete conversazioni in cui una telefonata di un amico  era come una lettera profumata d'amore sono finiti, d'accordo, ma dare la colpa alla velocità alla modernità è quantomai irresponsabile allo stato delle cose. Ciò che discuto non è la frenesia dei nostri tempi quanto la pericolosità di considerare quella chiamata rifiutabile con un click, quello squillo lasciato suonare perché tanto poi lo chiamo come qualcosa di poco conto..rimandabile ad oltranza e senza offesa eh!
A parte che, nel tempo in cui le persone si vomitano addosso accuse e scuse  o si negano potrebbero darsi spiegazioni e appuntamenti più che sensati, la cosa che più è insopportabile è che in fondo sanno di essere stronzi contraddittori e un po anche bugiardi ma questo sembra rientrare nel diritto alla propria privacy. Per inteso, anche io ogni tanto, devo impormi di ascoltare quella data persona, di fargliela quella telefonata soprattutto in considerazione della velocità con cui gliela faccio se ho bisogno di qualcosa! 
Ho conosciuto persone disperate perché nessuno le cercava, per il silenzio della propria suoneria e persone afflitte da una tale  popolarità telefonica da non saper più come uscirne.  Le ho viste  scambiare per solitudine  la pace di un silenzio o far sentire soli chi in silenzio, sperava di sentirli. Non credo che ci si possa davvero sentire “liberi” negandosi o  generosi offrendosi a minuti gratis, ..ne che si possa dare per normale una relazione del tipo “Dimmi tutto non ti ascolto”, ma sentiamoci che ci compattiamo eh?!
Sostenitori di un sano egoismo e telefonisti compulsivi entrambi negando o affogandoci dentro usano la comunicazione in modo auto riferito, ovvero considerando le chiamate da fare o che ricevono unicamente alla luce di uno stato d'animo che riguarda solo loro e che solo di loro tiene conto! 
Arrivati come siamo alla connessione totale ad una sorta di banda larga del contatto con gli altri abbiamo forse dovuto “gestire” una tale portata di richiesta e offerta da aver fatto un bel casino, non volendo ammettere che non essendo macchine non potevamo sopportarlo e come spesso accade ognuno ha operato il proprio adattamento...escludendo l'altro o fagocitandolo, ma c'era un tempo in cui il telefono era un bene condiviso e di cui ci si accertava l'uso responsabile con la consapevolezza che non era solo “nostro”.
Mi ricordo  ancora con emozione un giorno in cui sollevando di nascosto la cornetta pesante e nera del telefono di casa con il cuore in gola per la “trasgressione”, mi sentii come Eva con la mela quando mia madre urlò: cosa fai? Metti giù quel coso che la signora del duplex se ha bisogno del telefono lo trova occupato!

martedì 4 febbraio 2014

A pelle mi piace.


L'Evoluzione umana, la sua discendenza da questo o quello è tutt'oggi una “teoria” e come tale ritenuta probabile, in quanto l'anello congiuntivo tra alcune fasi resta mancante.
Non può dirsi lo stesso della Creazione, la quale però è ancor meno di una teoria, una tradizione orale direi. Scienza e fede hanno lottato per secoli cercando di accaparrarsi la soluzione dell'annoso mistero “originale”, per rispondere alla domanda: siamo l'apice di un processo, il frutto nobile di una trasformazione o siamo venuti al mondo così come siamo sin da subito? Siamo uomini, scimmie o caporali?
La teoria evolutiva che vorrebbe i primati come nostro genere di transizione più prossimo, trova di certo più conferme nel numero di estetiste diplomate di quanto la creazione possa vantare nell'annovero di nuove vocazioni ma estetiste e suore hanno in comune l'esser donne e mentre le prime hanno trovato conforto nella cera, le altre hanno radicalmente risolto il problema pelo, stendendoci sopra un “velo”.
Non ci è proprio nota quale sia stata la prima depilazione della storia umana, ne se sia stata femminile o maschile. Mi sento di escludere che la donna abbia deciso di depilarsi per distinguersi dai maschi perché per quanto pelosa potesse mai essere il suo mondo non prevedeva un guardaroba e i peli erano da considerarsi a tutti gli effetti “il suo guardaroba”!
Il racconto della creazione ci propone una donna liscia  vellutata e inconsapevole, con un inguine degno di una radura mentre la teoria evolutiva, assai meno poetica, presenta una femmina molto più pratica, laboriosa  e sveglia ma conciata da buttar via eh! Quindi, se da un lato Eva incorre nel peccato originale scoprendo il piacere, la femmina primitiva che di piaceri poco sapeva, si sarà stufata di vedere il marito accoppiarsi “da dietro” con qualunque ammasso di peli, quindi secondo un calcolo logico deve essere stata lei la prima a decidere di “distinguersi”, anche perché se la perdita del pelo fosse stata da attribuirsi a cambiamenti climatici del proprio habitat, non si spiega come mai i maschi ne avrebbero conservato la maggior parte!
La relazione tra peli e piacere appare perciò il vero anello mancante della catena, poiché Eva scoprendo il piacere avrà voluto indagare sulle sue origini, così come la femmina primitiva si sarà detta che era meglio che la sua vagina fosse ben visibile che diamine!
Nel procedere dei secoli, anche il maschio scoprì quanto i maledetti peli potessero essere fastidiosi.
Immaginate che follicoliti avrebbero patito i soldati che indossavano la cotta di maglia metallica, se fossero stati irsuti, quindi è da credere che anche loro abbiano cominciato a trovare espedienti. Te li vedi nel bel mezzo di un colpo di daga tirare un urlo perché un ciuffo di peli pubici, gli si fosse strappato a causa della preparazione al fendente finale?
Una volta liberati dalla “pelliccia” uomini e donne, ciascuno a modo suo, scoprirono che la pelle era molto più piacevole del pelo, acquisirono una discreta consapevolezza delle differenze fisiche tra i generi e come spesso succede quando un essere vivente scopre un piacere fecero anche un po di casino uomini con uomini e donne con donne....dato che tra guerre e fatiche entrambi passavano più tempo tra loro che con i propri opposti!
Agamennone dovette trovare il liscio e giovane Patroclo piuttosto interessante nella tenda da campo, tanto quanto Cleopatra, a furia di farsi fare tutto dalle ancelle e avendo con Cesare un rapporto “a distanza”, avrà cercato un po di dolcezza con qualche schiava profumata con olio di lino.
La pelle, potrebbe quindi essere stata la scoperta più interessante rispetto alla pietra focaia o a una mela del cazzo? Io credo di si. Perchè sennò Apollo fece venire a galla tutti i pesci con una palla di pelle di pollo?
In tempi moderni il mito del corpo liscio ha conquistato la quasi totalità di noi, a parte qualche Hamish e un paio di zozzoni con pretese mistiche o sociali, tanto che credo che il pelo sia in cima alla categoria dei rifiuti biologici dopo le bucce di zucchina!
Ma la natura, signora mia, è stronza e nonostante i ritrovati moderni, cerca sempre di riprendersi il suo posto, quindi ogni tanto anche io facendo la doccia mi accorgo che è l'ora di “contenere” la deriva involutiva che mi vorrebbe di nuovo primate ed è li che scopro una sensazione “ancestrale”.
Il corpo liscio, ma ancor più nello specifico i genitali, di cui la chiesa vorrebbe che ci vergognassimo ed in alcuni casi avrebbe anche ragione di chiedercelo, e l'evoluzione che invece ci ha portato alla consapevolezza di come siano fatti, trovano nella depilazione un azione a mio parere rinvigorente!
Sia maschi che femmine non fanno cerette e company per la presunta esigenza igienica o estetica ma per la piacevole scoperta di “sentirseli”. Lo so che non sta bene dirlo ma in fondo è meno scabroso di quanto sembri, in quanto se la natura ci protegge dai batteri( francamente non condivido questa opinione scientifica poiché nei boschi abitano sinistre creature)coprendoli coi peli, in realtà è facendone a meno che scopriamo a cosa servono!
Si, perché il pelo svolge una azione “insonorizzante” non permettendo alle sensazioni di comunicarci l'urgente messaggio che la natura primitiva reclama! Certo ogni vaso prezioso viene trasportato tra l'ovatta o la paglia ma cielo quando lo vuoi mostrare a qualcuno mica ce la lasci no? Immaginate un bel vaso di Gallè esposto con la paglia tutt'intorno? 
Magari non subito dopo, ma lo shock della depilazione, rende la pelle più ricettiva, gli da insomma una bella svegliata eh, che già si dorme abbastanza...e ci ricorda che non ce l'abbiamo li mica solo perché non si stacca!!!!!!
Nei maschi oltretutto una corretta “sistematina” giova anche all'illusione ottica, a quella gratificazione di saperselo, come dire, ad una certa altezza anche se non fosse proprio eccezionale!
Le donne che invece non si pongono problemi di dimensioni esterne particolari, tranne quelle che, come una mia amica, assumono Fluoxetina, (pare renda il clitoride molto più vistoso)trovano nella depilazione un santo motivo per non sorbirsi il solito “monologo della vagina”, o quantomeno per dargli un occhiata, che in tempi incerti come questi, fa anche tanto “prevenzione”!
La pelle liscia ci rende più desiderabili al partner, evita l'antipatico effetto “palla di pelo” e se anche non ci regalerà una nottata indimenticabile di certo diminuisce di una taglia l'intimo!
Negli ultimi anni, complice la crisi, alcuni sono ritornati all'idea del “naturale”, mettendo in discussione la necessità di sottoporsi a depilazioni rasatine e affini. In parte negli anni del boom economico forse avevamo un po' esagerato con uomini “lavandino” e donne “bambine”, ma del resto, ogni scoperta viene poi sottoposta all'inevitabile discussione circa la sua utilità e il “pelo” non fa eccezione alla regola.
Attenzione però alla deriva medievale che in tempi di crisi ci vorrebbe di nuovo tutti pelosi, riuniti all'addiaccio a sfregare una pietra in attesa della scintilla che inevitabilmente riattiverebbe lo stesso identico percorso di evoluzione! 
Non c'è regalo più bello della pelle che tutti ci avvolge, niente di più democratico che avercela tutti e gratuitamente, per cui io mi sento di non rinunciare alle sensazioni che può dare e darmi. Non ravvederei dramma sociale più devastante di quello che ci vorrebbe incapaci di usare al meglio l'organo più grande che possediamo dopo il cervello, l'unico e autentico vessillo democratico e distintivo al tempo stesso!
Forse discendiamo dalle scimmie o forse siamo figli di una coppia di giardinieri, non saprei, ma sia che siamo scesi dagli alberi, perso una buona parte del pelo inutile e cominciato a camminare eretti o che dopo aver scoperto che una mela al giorno toglie l'Eden di torno( tenere in ordine quel giardino deve essere stato un inferno), ci siamo comunque  resi conto che erba e peli  hanno in comune una cosa: crescono pervicacemente e stanno bene folti solo nei monti e negli animali....