martedì 30 dicembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 10: Così sia...

Non sono in pochi a considerare il matrimonio same sex "invalido" a causa della mancata procreazione possibile. Sotto l'egida del così sia reli-catto-politico(amen), la questione sembra risolversi da se, se per essere "valido",  un matrimonio sia da considerarsi procreativo.
Allora mia mamma comne se fosse stata mia mamma avrebbe dovuto considerare in forse il suo,  essendo sterile. Invece no. Data la profonda ingiustizia di quella "mancanza" pensò di avvalersi dell'Istituto della adozione, affinché l'Istituto della sua famiglia fosse considerato normale. Così da un Istituto arrivai io e mio fratello come se fossimo fratelli. Una tale quantità di Istituti in una famiglia come quella avrebbe dovuto renderci più dotti ,invece, la mia famiglia come se fosse una famiglia, con tutti quegli Istituti somigliava più ad un polo psichiatrico che ad un ateneo.
Ecco che nei mitici anni settanta noi figli delle scopate chimiche o dell'amore libero o dei fiori, sotto i cavoli, sopra le panche, sotto le capre o semplicemente figli di Oh cavolo ci son rimasta,  eravamo diventati una splendida occasione per famiglie non procreative di matrimoni normali, da aggiustare un tantino nell'apparenza.
Una pezza ce la mettevamo di sicuro essendo noi orfani  con diverse pezze al culo in quegli anni.
Cresciuti come toppe cucite in un pallone famigliare bucato e rigonfiato, molti di noi, si sentivano come dire un pò tesi. Dopo averci convinto di quanta fortuna avevamo avuto ad essere adottati finivamo tutti a dover dimostrare la bontà delle nostre famiglie comportandoci come lieti bambini riconoscenti educati e perbene, mentre la storia di abbandono che ci portavamo dietro ci avrebbe resi più inclini alla jhiad che alla recita di Natale.
Non vi dico le sorprese delle nostre famiglie, come se fossero le nostre, quando alcuni di noi scappavano, altri strappavano i vestitini nuovi, altri ancora picchiavano mordevano o semplicemente non parlavano MAI.
 Tutti a parlare d'amore e di coraggio gli adulti si complimentavano tra loro per la scelta di averci voluto, e per quanto poi ci si somigliava anche! Io personalmete avrei detto loro volentieri che mio fratello come se fosse mio non mi somigliava per niente e che le sue orecchie a sventola non sarebbero tornate normali neanche se mi picchiava come faceva.
"Poverino tuo fratello" mi disse mia madre anni dopo
" ha sofferto molto quando sei arrivato tu.
Lui???? E io come ho fatto ad arrivare da solo a casa vostra? Non avrò mica detto alla suora  dell'orfanotrofio che ci lavava con l'acqua fredda: beh sai che faccio io adesso vado che loro hanno il boiler! Mi sarete venuti a cercare voi o no? Quindi cari genitori normali a voi chiedo; ma se lui  poverino era pazzo di gioia da solo con voi non è che anche a lui gli avete raccontato che " sono  arrivato"???? No, perché allora lui non ha sofferto per me ma per voi che fate entrare chiunque bussi come un figlio!!! O per le balle che raccontavate per coprire i vostr imbarazzi inutili?
Questo breve racconto per illustrarvi come secoli prima che si stesse qui a discutere sul bene   di bambini che noi presunti pervertiti potremo arrivare a fare se potessimo sposarci, la vostra società non si era fatta poi scrupolo di usare altrettanti bambini , per giunta già fatti in qualche modo, per sistemare anomalie genetiche di famiglie che scoprivano di non essere poi così riproduttive ( mi è sempre stata di grande sollievo la condizione "anormale" di mia madre adottiva, e non ho mai rininciato a ricordaglielo ogni qual volta mi diceva che non ero normale) e senza per altro informarci che non eravamo statuine di riserva   di un presepe malmesso ma piccoli esseri umani che avrebbero meritato almeno una spiegazione un pò più sincera di quella dell'essere "arrivati".
I bambini che nasceranno dalle famiglie same sex, che ci piaccia o meno, avranno fin da subito un genere di tessuto familiare che non solo gli dirà esattamente perché esistono senza parlar di cavoli di arrivi e partenze o di api, ma anche che non essendo stati fatti per formare un quadretto famigliare credibile e conforme ma semplicemente perché due mamme o due papà o una mamma e un papà li hanno desiderati come propri figli, essi un domani potranno scegliere, tra più modi di fare famiglia, quello che sentiranno migliore per loro e per i bambini che accoglieranno a loro volta.
Se tanto mi da tanto, io che nonostante le cazzate e le bugie in cui mi hanno cresciuto, sono potuto diventare una splendida ed unica persona adulta e omosessuale ( di nuovo amen) e responsabile che sa stare sulle sue gambe, (non senza un certo carattere di merda eh?!) beh, loro potrebbero anche volare. Quindi di cosa vogliamo parlare davvero quando parliamo del bene dei bambini???
Io ne sento ancora di quelli di quattro anni nati voluti e cresciuti da un uomo e una donna, magari anche perbene dire: i maschi non piangono...
Cosa dovrei auspicare per questi bambini? Che i genitori la smettano di far casino tra "essere uomini" e "fare i maschi", o peggio dato che oggi ci sono i gay e pare che ci si nasca, metterci un riparo?
O che un tribunale stabilisca per il bene dei bambini che simili genitori siano mandati in "Riformatorio" e impediti alla procreazione?
Direi che anche la figura femminile o maschile  oggigiorno poco ha a che vedere con il corretto sviluppo di un bambino, per come la parola sviluppo dovrebbe essere intesa.
Sviluppare significa  favorire l'evoluzione di crescita di un potenziale fino alla piena e libera  espressione perciò secondo voi essendo i bambini esseri umani, come possono svilupparsi con schemi che fanno comporare gli adulti come bambini e impongono a loro invece caratteristiche che ancora non possiedono?
Oggi si sente dire che un bambino sia stato "riservato" invece di ammettere che fosse insicuro o spaventato dalle contraddizioni dei suoi adulti, i quali poi un bel giorno lo hanno ucciso! che banalità, direte, fare riferimento alla cronaca tanto nera. Eppure banale è oggi come negli anni settanta il modo in cui i bambini vengono trattati e cresciuti così come banali mi sembrano le motivazioni con cui vengono liberamente generati adottati abusati o ignorati. 
Le famiglie same sex non avranno il lusso di poter raccontare certe minchiate ai loro bambini poiché proprio perché venuti al mondo grazie a sistemi "non convenzionali" esse,  sentiranno per prime l'esigenza di dire loro la verità circa la propria origine e di chiarire che l'amore che ne ha generato l'attesa è pronto ad accoglierli cosciente che potrebbero anche un giorno, esattamente come tutti gli altri bambini, avere una propria opinione in merito: con la differenza che questi bambini non dovranno faticare a capire chi sono e quanto siano liberi di essere ciò che sono e non ciò che qualcuno si aspetta o teme che siano!
Che ne è stato negli anni quaranta dei figli delle ragazze madri i quali venivano separati dalle madri da  suore devote che fingevano di aiutarle? Ce lo ricorda molto bene il film tratto da una storia vera che si intitola Philomena, dove una suora plurisettantenne volutamente le nega persino la tomba del figlio che le fu da loro strappato con questa affermazione: ho rispettato per sessant'anni il mio voto di castità mentre loro erano delle incontinenti carnali e questa è la loro punizione. Quando il giornalista le dice se non prova vergogna ella ricicla la stessa frase che da tempo la Chiesa usa per scusare il proprio marciume: mi giudicherà Dio non lei.
Il vero motivo per cui ogni persona dovrebbe poter essere marito o moglie di chi desidera e ama e con questi dovrebbe essere libero di accogliere i bambini che desidera nella verità e nell'amore imperfetto di ogni essere umano è questo: sarà un giorno giudicato non già da Dio che non ci è dato sapere chi sia o come pensi ma da colui che ha chiamato alla vita. Un giorno più vicino del proprio ultimo, un giorno in cui chi abbiamo generato o amato ci dirà chi siamo e come siamo stati con lui.
Le famiglie che oggi si pongono come vigili sentinelle o come delatori silenti di questo diritto umano,  pensando di dover decidere in merito a noi o a bambini non ancora nati sono state capaci di accettare il processo inevitabile per cui i propri figli li giudicheranno? Questi figli sono davvero liberi di dire loro quanto innutili siano state le loro regole e precetti? Non credo e la statistica circa le problematiche famigliari stilate da terapeuti mostra proprio che il piu grande problema delle famiglie sia proprio la libertà di dirsi la verità, soprattutto se negativa. 
Quando le famiglie same sex chiedono equiparazione stanno già accettando il proprio banco degli imputati soltanto chiedono con coraggio che a giudicarle siano proprio i loro figli e questo di per se rende la loro posizione assai più congruente di quelle della maggior parte delle famiglie che conosco, o di cui abbia mai fatto parte.
Mia madre come se fosse mia madre sosteneva sempre che non era tanto importante il modo in cui le ero divenuto figlio ma il fatto che lo fossi diventato per sempre. 
Così è stato. Mio malgrado un giorno quando le dissi cosa ne pensavo del suo operato di genitore anch'essa non disse mi dispiace ma: mi giudicherà Dio. Non è curioso?
Io e mio marito come se fosse un marito abbiamo raggiunto il nostro equilibrio in una età e in un a nazione che non ci permette, secondo noi di diventare genitori ma di certo io loteerò volentieri perché chiunque nella mia condizione un giorno sia libero di farlo. Sono felice di sapere che esseri umani verranno al mondo con più padri e madri di quanti ne possa desiderare, di sapere che avrà genitori del tutto simili ad altri nelle intenzioni e nelle imperfezioni. Che saranno bambini più liberi di scegliere, che giudicheraano loro le nostre azioni ma che cionodimeno gusteranno la vita e faranno parte di un mondo che mi auguro si sara' liberato di molti amen inutili in favore di un più semplice e vero: così sia!


martedì 16 dicembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap9: di amarti e onorarti



Orgoglio e pregiudizio, l'onore e il rispetto, il Segreto, uno due cinquemila..insomma, nessuno ha ancora fatto una fiction sull'onore e l'amore.
Perché? Forse i due termini evocano emozioni contrastanti? Nell'immaginario del pubblico l'onore è spesso collegato con l'onta...con la sfida e l'orgoglio. L'amore, invece,  con la passione fisica e il dolore. Così devono essersi detti: chi guarderebbe una fiction in cui l'onore e l'amore andassero di pari passo? 
Eppure nella promessa matrimoniale ci si impegna a farlo.
Ecco perché le fiction hanno più fan della vita quotidiana..perché rassicurano sui tormenti che ci aspettano scambiando le emozioni distruttive nel sale di una relazione.
Mi sento di rassicurarvi dicendovi che nessuna sfida è più salata della vita quotidiana, soprattutto se divisa in due con lo sforzo di onorarsi e amarsi senza essere Gabriel Garko o Manuela Arcuri! 
Avevo letto che la coppia fosse "ciò che resta dal cozzo di due realtà apparentemente inconciliabili" e se fosse vero ecco accontentati i palati forti!
La sensazione sciapa di un amore senza contrasti tuttavia non è auspicabile poiché costituirebbe un falso positivo basato sul fatto che ci interessa talmente niente dell'altro da non provare nessuna emozione per ciò che fa o dice. Alcuni lo chiamano andare d'accordo.
Ma non posso immaginare il concetto di onore senza pensare a quei delitti fino a poco tempo fa persino legittimi che si consumavano nelle famiglie e che vedevano spesso le donne vittime.
Dobbiamo quindi ripensare all'onore e all'amore. E se per onorare qualcuno immaginassimo un invito a cena? Nessuno sano di mente onorerebbe i suoi ospiti con una tavola lozza e pietanze andate a male. Eppure nella coppia spesso quella tavola siamo noi e l'ospite i nostri compagni/e. O le pietanze andate a male sono il modo in cui "nutriamo" malamente la nostra famiglia con indifferenza o scontatezza.
Rumore di stoviglie ...profumi e mio marito come se fosse un marito che spignatta pentole enormi ( dice che lo spaghetto deve stare comodo)
- scusa ma quattro padelle per cucinare un involtino ? 
- Ehi Genova ( è così che definisce la mia tendenza ad usare sempre un pò meno del necessario) ma ti fai gli affari tuoi?
- Lo sto facendo visto che dopo devo fare io un ring di Sumo con la padella da sagra nel lavandino microscopico che abbiamo!
- insomma, uno ti prepara mentre tu stai li incollato al computer e devi anche trovare a dire! esclama mio marito come se fosse l'Artusi.
Risultato: cena consumata in silenzio e senso dell' inutilità dei propri sforzi (lui) e anticipata rottura di balle (io) per il prossimo rassettamento. 
Ogni tanto invece riesco a invertire le priorità e allora:
- Amore ma che profumino delizioso! (cerco di sbirciare il contenuto della pentola 
- Ho fatto il risotto col radicchio ma se ti togli che non riesco a muovermi...grazie (mio marito manteca i risotti come un viglie dirige il traffico in una rotonda: con un raggio di azione di una decina di metri )....
Io invece che cucino "per ospiti" ( ho un paio di cavallucci marini di battaglia) lo faccio con una smorfia perenne di angoscia ed effettivamente mi carico di tensione come una  dinamo! Ed è li che arriva lui con i suoi "consigli": mettici un pò di questo, ci hai messo un po di quello, perché non usi quell'altra teglia...fino al mio urlo finale e la sua offesa a morte! 
"non so vuoi cucinare e ti incazzi ma almeno sii felice no? 
Io mangio troppo in fretta, a lui da noia, lui fa sempre le insalate che non mi piacciono e sta seduto con una gamba che penzola dal bracciolo. Io lo ossessiono con la cottura in umido lui carbonizzerebbe anche la frutta se non si mangiasse cruda....Onore e amore in cucina portano a duelli e rancori senza disturbare un intero set televisivo. 
Non mi viene difficile dire che lo amo, che provo amore per come provvede a noi, per la sicurezza che offre ogni giorno, per mille cose ancora ma santo cielo dirlo a lui si che è difficile. Forse è proprio questo il punto. 
Onorare chi amiamo quando è poco amabile significherebbe dirgli quanto bene proviamo proprio quando lo merita meno. Ecco perché agli sposi, di qualunque sesso siano, viene tanto facile pronunciare questa promessa! Essi non immaginano nemmeno quanto sia difficile onorare l'amore di uno che ti ha appena verniciato di sugo il tinello perché i coperchi gli sembrano una inutile barriera architettonica! 
O a lui risulta impossibile onorare il mio sentimento d'amore quando alla una di notte decido di lavare i bicchieri che ho lasciato per due ore nel lavello perché scrivevo.
Se alla mattina ti scappa la cacca e lui è in bagno al telefono o se lui è stanco morto ma per te è ora dell'ironia spinta come si fa a dirsi: Onore mio?
Me lo ha spiegato mia suocera, come se fosse mia suocera quando mi raccontava che suo marito, prima di diventare quello che la chiama dal giardino urlando: Linaaaaa, si faceva ore di treno per andare sul lago dove lei era a servizio di una famiglia per vederla un ora scarsa dal cancello di casa, solo per parlare con lei. Quanto onorata si sentiva lei, e quanto innamorato era lui. 
O la signora Zanelli (mia cliente che festeggiò i 60 anni di matrimonio) la quale, alla mia domanda: signora qual'è il Segreto, rispose: quando io e mio marito discutiamo (negli anni cinquanta non si litigava come cani, si discuteva) non sbattiamo mai la porta.
La Porta? 
Si vede, lui se non è d'accordo va a fare un giretto, o ci vado io.. salutando ma entrambi accostiamo la porta di casa con garbo. Al ritorno ci salutiamo più facilmente e riprendiamo la discussione da dove l'avevamo lasciata: da un saluto e non da un botto! 
E' nel fare un passo indietro che si onora il sentimento di amore, che non lo si calpesta inutilmente, che lo si riconosce? Onore aspetta amore e viceversa?
 Naturalmente però questo richiede che nessuno abbia fretta e probabilmente richiede anche una sessantina di anni di pratica: per nostra fortuna hanno inventato lo sgrassatore universale col quale ingannare l'attesa....e le fiction interminabili.


E io mi dichiaro marito e marito cap 8: In ricchezza e povertà

cap 8: ricchezza e povertà

Non so perché mi ricordavo che nelle promesse ci fosse anche un accenno alla ricchezza e alla povertà ma cercando pare che sia sparito questo accenno.
Che sia alquanto inutile pronunciarle sposando un povero nato povero o un ricco diventato ricco che tornerà povero perché ha fatto fortuna con titoli tossici?
Può darsi. Di questi tempi infatti la forbice tra ricchi e poveri si è allargata tanto che per un povero sposare un ricco è quasi impossibile, non fosse altro perché la povertà si nutre di mancanza di immaginazione .
Diverso è per i ricchi i quali hanno ancora la scelta di poter sposare uno spiantato e favorire la sindrome di Stephanie di Monaco insita in molti di loro, specie se nati ricchi.
Per quanto riguarda noi gay c'è una leggenda metropolitana che ci vede tutti piuttosto benestanti, se non addirittura "ricche e sfondate". Si parla di lobbismo gay sottintendendo proprio il peso economico della popolazione gay e la sua influenza.
Non posso negare che pur non essendo povero in senso classico (toppe al culo e per strada col carrello della spesa colmo di pattume) io sono l'unico gay che conosco a non avere nemmeno l'ambizione di esserlo. 
 " Ti è sempre andata bene" diceva mia madre di me, indicando che non ero mai finito in una strada con un certo stupore, dal suo punto di vista. 
"Tienitelo da conto" mi diceva, di nuovo lei, riferito al maglione di lana ruvida appena comprato. Penso spesso al potere che le parole dei genitori hanno sui figli. Pensate se mi avesse detto invece: tienitelo "nel" conto (il denaro). Cosa sarebbe cambiato? Ebbene intanto avrei smesso di grattarmi e col tempo avrei avuto un morbido maglione di cashmere ..oppure sarei diventato un tirchio. 
Si, il concetto di "denaro" si impara. Non sai cosa sia il denaro quando sei ragazzino. Io ricordo solo che qualunque cosa fosse era oggetto di grave ansietà, preoccupazione, bisogno, quindi devo aver pensato: sarà meglio che ne abbia il meno possibile.
Indovinate un pò? Mi sono dato ragione.
Per un pò ha funzionato. Mi sentivo bene ad avere lo stretto indispensabile ed un concetto assai stretto di cosa lo fosse davvero, ma quando incontrai mio marito come se fosse un marito,  mi sentii per la prima volta come una cicala malvestita che fa festa in casa da sola, di fronte ad una formica  griffata che  parte per Las Vegas.  
Lui era il gusto del bello e del pregiato fatto uomo: profumava di autostima e determinazione senza la nota amara dell'arroganza! Non pensai fosse ricco ma mi dissi: questo è un uomo a cui nulla è precluso, uno che realizza ciò che desidera senza vergognarsi. Eh si perché anche a non vergognarsi di fare cose che i tuoi famigliari non hanno mai fatto si impara, solo che lo fai da solo!
Ascoltavo i suoi racconti mai basati sul quanto spendesse  ma sul come si sentiva bene facendo un viaggio o un acquisto sensato e durevole. In pratica spendeva il suo denaro per delle "sensazioni  costruttive" per la propria  autostima. Cercavo di capire cosa ci trovasse in me e piano piano cominciai a vedermi come una cafona invitata a Palazzo per un refuso di stampa sull'invito! La famosa botta di culo alla porta.
Giorno dopo giorno molte delle cose belle che credevo non fossero alla mia portata divennero stranamente "comprensibili", come ad esempio entrare nei blasonati negozi del centro.
"guarda che se ne accorgono che non posso comprare" gli dicevo " perché credi che chiunque sia li dentro uscirà con un acquisto? mi rispondeva lui. 
Adorava viaggiare quell'uomo e con lui scoprii che un aereo era un mezzo di trasporto e non un azzardo...che il denaro per fare cose come quelle era lo stesso che usavo per rimanere com'ero, solo messo da parte in un tempo lungo o corto, per uno scopo più alto di quello. Compresi lentamente la differenza tra "tirare avanti guardando indietro e andare avanti a vedere che cosa ci fosse di bello per noi, lasciandosi indietro solo l'indecisione e le paure inutili e limitanti. 
Io povera di spirito lui ricco di slancio. 
Mi sentii assai fortunato nel ricevere quella sorta di nuova "educazione", salvo tornare, un giorno di molti anni dopo a chiedermi: ma come cazzo è che lavoro da una vita e non ho una lira? 
Ero nel parcheggio sotto casa ed ero pieno di amarezza per aver frainteso il concetto di "sfondare" nella vita. 
Mi parlavo nella mente con una voce stridula e insolente dicendomi: sei proprio un cretino se non sei riuscito a fare soldi! Non vali niente e forse se sei sopravvissuto deve proprio essere il massimo che potevi ottenere...e cose simili
Incolpavo il mio vissuto cercando di alleggerire il macigno dell'incapacità ( fisicamente non riuscivo a scendere dall'auto proprio come se lo avessi sulle spalle), ma niente il mio giudice era implacabile..Li hai sprecati, non hai rispetto..continuava puntandomi il dito! Era stranamente pettinato come lei quel giudice e la sua voce insolitamente familiare...Mi appellai dicendo: ma ho comunque fatto il meglio che potevo e ora ho un marito come se fosse una marito ...e la mia situazione è migliorata...credo.
"Bella camola" esordì il mio giudice " certo è generoso e ti sostiene ma lo fa perchè gli fa pena la tua incapacità.!" - " no mi ama...ma io non ne approfitto mica..anzi mai chiedo niente..e poi lavoro" dicevo ormai tra le lacrime ...quando improvvisamente mi sentii pervaso da una forza enorme,  quasi una mano che mi sollevasse dalla miseria in cui sprofondavo e sentii una voce calma dire: in che cosa hai messo tutta l'energia che hai? Non era stridula quella voce ma morbida e avvolgente e di nuovo, famigliare.
Nel diventare qualcuno con cui un uomo buono volesse passare la vita...dissi come una risposta suggerita a scuola.
Il mio avvocato difensore pronunciò così la sua arringa difensiva. "Ebbene vostro Onore, quest'uomo ha un compagno che a differenza sua ha del denaro una considerazione migliore! Quest'uomo non ama il denaro  ma lo usa come strumento per accrescere il benessere interiore suo e dell'imputato e in questo ne adempie l'utilità e il senso senza esserne dominato e pensi un pò si è innamorato dell'imputato proprio per la sua necessità di imparare  un modo migliore di vivere e quindi qual'è la colpa del mio assistito? Accuserebbe se stesso di miseria per aver studiato Legge ed essere ora seduto in quello scranno? Il mio assistito ha fatto esattamente questo: si è impegnato al massimo in ciò che per lui era importante e cioè essere amabile e capace di imparare. Fu detto: dove è il tuo tesoro li è anche il tuo cuore, e nessuno ha specificato che il tesoro fosse materiale. Ora se ha cuore ..Vostro Onore pronunci il giusto verdetto.
Fu una attesa interminabile ma la frase "Assolto per non aver commesso il fatto" fu impagabile da udire. Mi girai per abbracciare il mio difensore...ma non c'era nessuno.
Aprendo la porta di casa, quella sera, mio marito come se fosse un marito mi chiese: come stai? 
Bene, risposi, se mi sentissi meglio sarei due persone!
Come mai ci hai messo tanto a salire? sei arrivato da dieci minuti e sali solo ora? Che facevi in macchina? 
Niente amore ..ero perso  in un Processo Mentale.






mercoledì 10 dicembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 7: in salute e malattia.




Mi scappa sempre da ridere quando penso alla salute e alla malattia. Non perché siano argomenti comici in se ma per come abbiamo saputo stravolgerne significato e importanza. Mi spiego: man mano che ci siamo farmacizzati a livello inverosimile, tanto che, al primo starnuto facciamo l'antirabbica, abbiamo coltivato alcune tra le più insane abitudini tra cui alcolismo tabagismo e abuso di antidolorifici. La salute intesa oggi sembra essere "assenza di segnale". Se non sento niente sto bene ma appena sento un crick o un tac o un prot chiamo il prete! Nel frattempo alcune tra le più mortali patologie come tumori aneurismi e difetti congeniti fanno il loro lavoro proprio zitti zitti! Un bel casino eh? I morti sarebbero sani come pesci ....
Della salute si occupano tutti non più solo i medici ma cuochi, truccatori shampiste impiegati direttori finanziari sacerdoti e stregoni...ognuno proponendo il suo elisir ideologico. Così se hai la sciatica non sai più se andare dall'estetista o a far due chiacchiere (in piedi senno che male) col prete, o dal medico di base che stai seduto diciasette ore e quando è il tuo turno la paralisi fa passare avanti un altro.
Della malattia altresì manco a parlarne...minchia se dici che ce n'hai una ma anche una banale candida  o un brufolo sulle gengive, ti senti già un paria sul Gange, che pur essendo un fiume di merda pare sia tale perché tu esisti e non perché milioni di persone di casta superiore ci si siano appena fatti il bidet!!!!! 
Porti sfiga se sei malato e lo dici a qualcuno, sgonfi i flan di un isolato e pare tu sia responsabile anche della morìa di piante, dato che è stato dimostrato che le mestruazioni di quella di sopra non c'entravano niente, perché non siamo mica retrogradi superstiziosi e ignoranti no? Nel frattempo malattie mentali e disordini alimentari  ci fanno entrare nella 38 ma questo è fantastico! 
Chi conosce me e mio marito come se fosse un marito, crede che uno di noi due sia più sano dell'altro perché uno di noi due è magro...detto tutto. 
Eppure nell'ordine io che, sono nato orfano di madre puttana...successivamente adottato da psicopatici e che dovrei aver avuto una paralisi cerebrale,  un piede equino, una scogliosi cifotica, una miopia notevole e una stravagante epilessia e che ho il successo sociale di una tigna favosa, non prendo un beato farmaco, mentre lui che è nato per l'amore dei suoi genitori naturali, ha fatto sport, è stato allattato col latte intero, che ha una autostima anch'essa allattata alla grande e  un riscontro sociale eccelso, credo possa contare almeno sedici pastiglie al giorno tra tutte le patologie che gli sono accadute suo malgrado. Ma chi di noi due può dirsi davvero sano?
Entrambi però abbiamo fatto un intervento chirurgico da quando stiamo insieme: una rinosettoplastica io, la cistifellea lui!
Grazie al fatto che non possiamo sposarci mi toccò avere mia madre come se fosse mia madre in stanza( perché in caso di casino avrebbe anche dovuto decidere per me ci pensate?) e quando sono tornato su dalla sala operatoria,  lei e lui si sono trovati di fronte all'unica decisione che non potevano prevedere: chi mi mettesse il pene nel pappagallo per liberarmi dall'anestesia. Come potete immaginare ci volle un po per decidere e mentre me lo strizzavo con le dita per non bagnare il letto, quella deficiente che mi aveva lavato il culo da piccolo si imbarazzò molto di più che se avesse dovuto regalare il mio fegato al primo passante cirrosico e lasciò il compito all'unico dei due che col mio pene aveva un rapporto più disinvolto!!!!!!!! Salvo poi dirmi che era rimasta scioccata da ciò che aveva "visto". Ridicolo se pensate che l'ultima volta che aveva visto il mio pene avrò avuto nove anni, no?
Quando toccò a mio marito operarsi eravamo circa in trentacinque...e altrettanti erano i gradi di quell'estate. Incapaci di stabilire in quale punto del piano operatorio era stato piazzato io e i miei suoceri come se fossero dei suoceri, e mia cognata come se fosse mia cognata ci davamo i turni..certi che non sarebbe mai stato solo. Ma la certezza frega e fu così che riuscimmo in tanti che eravamo a ricevere la telefonata di mio marito che ci avvisava che non appena usciti per andare a pranzo un energumeno se lo portava via senza che nessuno di noi potesse congedarsi dalla sua cistifellea come si conviene. Ricordo ancora come il nostro esercito rimase frustrato dal fallimento della nostra strategia amorevole. 
In salute e malattia ognuno di noi aveva sorpreso l'altro. Ma come io non potei parlare col medico insieme a mio suocero lui non potè farlo al posto di mia madre e questo, nonostante il personale medico fu in entrambe le situazioni disposto a riconoscerci i "benefici" di coniugi, rimase un fatto che sapevamo si sarebbe potuto ripetere.
Non conosco una malattia peggiore di quella che ha colpito la nostra società, se dopo anni che vivi accanto a qualcuno tu possa trovarti escluso dalle informazioni vitali che riguardano il suo stato. Sono stati sprecati quintali di trattati circa l'importanza dello stato d'animo nella ripresa fisica di una persona ammalata e ancora mi chiedo: c'è niente di più importante della forza che si può attingere dal proprio compagno di tutta una vita? Se non ci è concesso di sapere la verità sullo stato di salute o sull'esito finale di un intervento chirurgico, salvo che le famiglie siano aperte, come possiamo non sentirci utili a metà? insieme ma non del tutto?
In tempi in cui la problematica circa il matrimonio per tutti sembra riguardare solo il pecunio pubblico e privato...da spartire ci sfugge l'importanza vitale dell"essersi fedele in salute e malattia". L'essere cioé capaci di assumersi per primi o al posto dell'altro se il caso lo necessita, non solo il gravoso carico della verità circa "lui, ma anche la responsabilità di dargli speranza certezza e coraggio. Coraggio che guarisce più di cento "integratori" e speranza che solo negli occhi di chi ti ha "scelto" puoi cercare ancora! Perché per quanto i genitori possano essere aperti e collaborativi nella malattia e ancor più nella salute di una coppia non dovrebbero entrare se c'è un compagno di una vita. Oltretutto anch'essi avrebbero diritto a non portare da soli il fardello di certe notizie e il figlio,  il diritto di scegliere come meglio proteggerli.
Mi dispiace ma non possiamo accontentarci di dividere solo la sala fitness o la spa  gay friendly in cui i nostri compagni possono avvalersi del nostro abbonamento open.
Non ci accontenteremo di stupidi testamenti olografi che ci ingaggino in lotte legali intestine coi parenti ostili di chi amiamo.
Non staremo seduti in un corridoio di un ospedale o peggio di un obitorio ad "aspettare il nostro turno". Nessuno dovrebbe farlo.
"Non ho paura delle emozioni, dei sentimenti forti persino strazianti" con queste parole di Ferzan Ozpetek io ribadisco il concetto che dichiararsi marito e marito da soli non può bastare non a me ma a nessuna società civile che riconosca la vita per quello che è: fragile unica preziosa e breve ma tuttavia impossibile da gustare a fondo se non condivisa il più liberamente possibile. Nessuna società è più minacciata e malata di quella in cui la morte non venga considerata come parte integrante della vita. Ne io potrei considerarmi sano se non fossi pronto ad affrontare in prima persona la malattia o la morte mia o di colui col quale ho sognato di vivere. Voi potreste? 




martedì 2 dicembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap6: Testa o Croce?



Di amarti nella buona e nella cattiva sorte.
Non ho mai capito come si possa pretendere una promessa basata sulla sorte. Di quella buona neanche stiamo qui a parlarne vero? E la cattiva, che facciamo bim bum bam? Testa o croce?
  Intanto, se proprio di sfiga deve andare non è che puoi andare da tuo marito tutto contento e dirgli: hai visto che bello non me la  sono neanche data a gambe...da non credere eh?! 
E poi, chi è che di fronte alla cattiva sorte non cambia?
Io e mio marito come se fosse un marito neanche su questo siamo d'accordo, quindi come faccio a vantarmi di essere resistente se lui mi considera fortunato? O come fa lui a considerarsi fortunato se pensa di non avere un attimo di tregua dalle menate? 
Allora io gli dico: beh dai il Seveso non arriva mai sotto casa nostra- e lui - ma non la senti la puzza di merda che non posso aprire neanche la finestra?
Ma è quello di sotto- faccio io
Ecco pensa che sfiga! - conclude lui.
Si, perché la fortuna è bendata e non per gusti sadomaso tipo toccami il culo non ti vedo ma più tipo ndo cojo cojo!
Vivendo in Italia per giunta la cattiva sorte è Istituzionale per noi, che non possiamo neanche sposarci e coronare la sfiga fino in fondo, quindi, che tipo di cattiva sorte può essere peggiore di quella che ti vede farti il culo come una famiglia e avere uno stato di famiglia vuoto come il cervello di Flavia Vento?
La cattiva sorte di mio marito come se fosse un marito sarebbe stata la suocera come se fosse stata una suocera ma, vedi a volte la fortuna,  quella, neanche di suo figlio vuol saperne...e così si è tolto il pensiero!
Prima però ci abbiamo provato a "familiarizzare"! Come la strega cattiva mia madre vive all'ottavo piano di un condominio in cima ad una salita su una montagna genovese , che per arrivarci devi fare le coccole a Cerbero, il solletico alla Sfinge, e un maglione alle Parche col filo della vita e una volta sudate le sette buone camicie a tutti di Maurizio Costanzo te la trovi davanti.
Mia madre ti da del lei, non per educazione ma per distanza.
Mia madre ti fa il caffè e nient'altro, per girarti la schiena dieci minuti
Mia madre ti parla del più e del meno ma meno è meglio.
Mia madre chiede  dopo cena, agli ospiti benvoluti, se hanno una casa loro. Degli altri non le interessa sotto che ponte stiano.
Mia madre si accomiata da ogni mio fidanzato non dicendo mai arrivederLa ma piuttosto buonasera anche di mattina.
Mia madre ti dice che è meglio che vai sennò perdi il treno anche se hai il jet privato.
Mia madre cucina surgelati senza rispettare i tempi di cottura.
Mia madre è molto religiosa ma legge gli Sturmtruppen di nascosto.
" Beh dai, è andata bene- faccio io.
" Perché non mi ha messo nel forno urlando Abracadabra"? 
Non ci siamo più andati da mia mamma, e francamente anche questa la definirei una buona sorte.
Se ci penso bene amarlo nella buona e nella cattiva sorte è un concetto che non posso comprendere. Sebbene mi sia sentito toccato da buona sorte quando lo incontrai, io non ce l'ho mai avuta la sensazione che il mio sentimento fosse diverso quando le cose non ci andavano bene. Il mio sentimento è sempre stato un pò focomelico, disabile e sordomuto. C'è stato,  c'è  e tuttavia, gli manca sempre qualcosa per essere "normale" come se lo aspetta.
" Non puoi essere così trecentosessantacinque giorni all'anno"? mi dice quando sono carino non parlo all'imperativo presente, lo ascolto e non mastico con la bocca aperta.
" E chi si ricorda"? 
Ecco amici il punto dolente. Amarsi nello stesso modo indipendentemente dai fatti vorrebbe dire essere autistici. Se mi va di merda coi soldi  e di solito tu mi ami ricordandomi quanti bei viaggi facevamo o me ne proponi uno ...la mia cattiva sorte sei tu!
Se ti amo cucinando dolci  e ti è venuto il diabete, la tua cattiva sorte sono io se ti faccio il Tiratisù!
I difensori del matrimonio tradizionale, come anche coloro che lo vogliono per tutti sappiano che questa è una promessa che non vale per Paris Hilton ma neanche per la piccola fiammiferaia, in quanto, la prima ti da fuoco se non hai buona sorte, l'altra se lo da perché anche basta di quella cattiva! 
Nessuno resta uguale se la vita gli cambia colore quindi direi che amarsi nella buona e nella cattiva sorte dipende esclusivamente da quanto ci si ami davvero. Che banalità santo cielo!
Mio marito come se fosse un marito, mi dice sempre che gli ho insegnato a "passare attraverso". Se non possiamo farci nulla possiamo cogliere l'occasione e smetterla di agitarci o possiamo cambiare solo ciò che si può cambiare. Ad esempio la tovaglia!
Nei giorni più merdosi avete mai tirato fuori i piatti buoni?
Quando i tassi di interesse crescono perché non abbassare le luci? 
Se il petrolio fa schizzare la benzina perché non fare una passeggiata?
Non cambia un cazzo ma cambi tu.
E se tu sai cambiare l'amore troverà un modo nuovo di continuare ad esprimersi.
 Forse basta un po di testa, e un pò di croce, perchè non c'è sentimento duraturo che non richieda un pò di ragione e nessun matrimonio che in fondo non sia anche una croce! 
Le ricette più semplici un pelino improvvisate rischiano sempre di funzionare...noi  non abbiamo smesso di amarci ma abbiamo smesso di romperci i maroni su come dovremo farlo e indovinate un po: per ora funziona.
Cazzo che sfiga!









giovedì 27 novembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 5: in viaggio di Cozze




Non c'è matrimonio che si rispetti senza un viaggio di nozze, ne un marito come se fosse un marito che non ti ci porti (non per forza in luoghi esotici e fiabeschi).
In fondo anche la vita è un viaggio e nessuno direbbe che non gli piace, ma io ho sempre sofferto gli spostamenti. Vittima della cultura asfittica in cui ero cresciuto non riuscivo ad immaginare il mondo "a portata di mano". Mia madre mi diceva sempre in tono negativo di aver fatto cose che loro neanche si immaginavano ...
Infatti, mio marito come se fosse un marito, mi invitò a considerare che potevo dargli ragione, facendo anche tutto il resto delle cose che la vita può offrire, senza vergognarmi!
La predilezione di mio marito per il viaggio invece, affonda le sue radici nella estrema sicurezza che ogni bene sia disponibile a chiunque soprattutto a lui e anche, ad una certa insofferenza dei Sagittari rispetto alla placida beatitudine di noi cancri per il "nostro guscio". 
Lui ogni tanto ...se ne deve andare. Io ogni tanto devo essere "sgusciato" come una cozza.
E' stata una botta di culo che mi volesse nelle sue fughe altrimenti sarei finito come le donne brasiliane che un giorno vedono uscire il proprio uomo e passano i successivi quindici anni ad apparecchiare tavola per due dal momento che potrebbe tornare senza neanche uno straccio di spiegazione!
Io cozza attaccata allo scoglio, lui mare...tumultuoso e insofferente ai confini.
Ogni volta che tira giù le valigie ha quell'aria allegrotta che hanno gli impiegati in trasferta quando sanno che per una notte possono andare a troie con una buona scusa, ed io ho l'aria della moglie di uno di questi: cosciente della sua necessità e inerme di fronte all'inevitabile!
Non sto neanche a dirvi la menata delle valigie che mi vede sognare di partire per quindici giorni con una pochette...se fosse possibile, mentre lui, assai più pratico sceglie sempre la più grande( che ovviamente finisce occupata per tre quarti dalle mie cazzate), non prima di una lunga ed estenuante quanto inutile lite sull'importanza delle dimensioni! (argomento sempre di una certa rilevanza tra maschi).
Hai messo le medicine? E le Ciabatte? E quante calze ti porti? E i fazzoletti di carta?
Non è mai rilassante partire con me e i miei sequestri emotivi, che mi vedono rovesciare in preda al panico la borsa, nel pavimento dei gates in cerca di quel porta spicci o del tal altro carica batterie che magari ho in tasca e della cui esistenza al di fuori di un aeroporto non mi importa nulla! Ma non crediate sia facile convincere lui che la direzione per i controlli di sicurezza sia quella che dite voi eh?!
Se non scende Mosè con le tavole dei check-in vestito da steward di terra che glielo conferma non c'è verso che mi creda, convinto com'è, che sia una sorta di bambina mentalmente instabile che cerca di scappare dal riformatorio!
Siamo stati capaci di otturare l'ingresso di una linea metropolitana a Londra, per questo, come anche, di insultarci sulla neve di Times Square circa la direzione del taxi più utile. 
Poi c'è la pipì! Il grande tema dei miei viaggi. Sono in grado di dirvi dove farla in molte capitali europee, al di sotto di che temperatura non reggereste un minuto in più e quanto vicini alle cucine siano i cessi in ogni dove... Perché la pipì è un mio modo di sfiatare l'ansia che mi genera il dislocamento geografico...o la quantità eccessiva di scelte disponibili ( emblematico lo strizzone ai tempi del Blockbusters)!
Lui naturalmente ha invece una vescica con una resistenza simile a quella del contenitore del Nucleo di una centrale atomica, per cui ha sempre la sensazione di viaggiare con una sorta di colpasta incontinente!
Negli anni siamo migliorati.... ma io, continuo a sognare perquisizioni corporali profonde da energumeni della dogana ( mentre invece mi toccano degli gnomi pazzeschi che neanche mi cagano) e lui continua a mettere bottigliette di acqua nella borsa pretendendo di avere ragione!
Però, quanti bei posti che mia madre nemmeno "si sognava" di vedere che ho visto, da quando sono omosessuale e con un marito come se fosse un marito! E quanto possono essere belli visti con un uomo col quale lei non mi vorrebbe vedere neanche in fotografia!!!!!
Penso che avrei dovuto mandarle cartoline gay da ogni dove, mannaggia! Peccato che non mi sono ricordato di farlo! Sai quelle cartoline con omaccioni che limonano duro e con su scritto: Gay è bello...saluti da ?
L'unica cosa che mi sta sul culo è che ogni volta mi chiedono se voglio un letto matrimoniale. Ma dico, non posso avere un matrimonio me lo volete almeno lasciare il letto????????
Se devo accontentarmi di un viaggio di Cozze, perché le nozze non posso celebrarle al mio Paese e sposarmi all'estero, mi farebbe sentire come una sposa col vestito di un'altra, possiamo almeno fare che la camera sia "matrimoniale" punto?
Non mi pare di chieder tanto no? 
 Miei cari non è facile dichiararsi marito e marito così tra noi...litigando come marito e moglie. Come una cozza si incazza col mare perché la schiaffeggia io certe volte mi incazzo vedendo come altri Paesi si siano tolti dalle palle sta menata di chi va a letto con chi o di quanti peni e vagine debbano esserci in un matrimonio! 
Londra, New York, Parigi, e molti altri posti incantevoli sono sopravvissuti all'orda di finocchie  in bianco e di lesbiche con il Tight, che oggi sono mariti di mariti e mogli di mogli, pensando unicamente al fatto che la Tour Eiffel o il Big Ben o Central Park..non ne avrebbero risentito, con quel che han visto nei secoli!!!!! 
Che il Colosseo, tra  tutti gladiatori e il sangue di schiavi innocenti e cristiani di cui sono intrise le fondamenta, sia in pericolo per un semplice si...mi pare davvero una gran stronzata! Non penseremo mica che la Torre di Pisa avrebbe un'erezione se io mi sposassi vero?
Che la Mole Antonelliana diventi un enorme vibratore perché due donne si uniscono in matrimonio? Nemmeno i sassi stanno poi così fermi...
Si, viaggiare fa bene cara mamma. Osare fa bene, fare le cose fa bene, avere un marito fa bene, avercelo anche se  sei o non sei donna fa bene,  sai cosa invece fa veramente male? Il Colesterolo. Ne ammazza più lui della libertà e degli aerei. 







martedì 18 novembre 2014

E io mi dichiaro marito e marito cap 4: Prometto.




La prima parte della promessa matrimoniale riguarda la fedeltà. Sempre.
Se dovessimo prenderla come è scritta ci sarebbe già da ridere sul matrimonio di chiunque...vista la tendenza di tanti ad un senso della famiglia tradizionale talmente spiccato da averne anche più di una al tempo stesso. Così come anche la comunità gay si porta dietro una ombra di promiscuità dagli anni settanta che sembra non renderla idonea a legami profondi e duraturi. 
L'idea che la fedeltà delle promesse sia di tipo sessuale fonda le sue radici nella idea cattolica di matrimonio per procreazione, ma è tutto qui? Se questa esclusività fosse tanto fondamentale non si capisce perché persino la religione includa il vivo incoraggiamento a perdonare il traditore in virtù della conservazione del legame stesso che il matrimonio esprime. Anche il legislatore in sede di separazione domanda ai coniugi se hanno attuato ogni tentativo di recupero possibile prima di procedere alla separazione effettiva. 
La fedeltà che ci si propone di portare sempre sembra invece qualcosa di meno fisco e fondamentalista e cioè l'idea di responsabilità costante nei confronti dell'altro.
Il cane è considerato l'animale fedele per eccellenza in quanto mantiene del padrone, una considerazione prioritaria che è in grado di porre anche sopra la propria sopravvivenza. Ma non è il fatto che il padrone lo possegga a renderglielo possibile, quanto il rapporto che questi instaura con lui. I cani sarebbero ottimi mariti o mogli a ben vedere!
Io e mio marito come se fosse un marito, condividevamo l'idea di fedeltà sessuale per motivi diversi, ma era chiaro che nessuno dei due avesse una idea di coppia aperta.
Ho sempre considerato il tradimento come uno sfiato inutile dell'ansia che può portare l'intimità con qualcuno. Cosciente delle mie difficoltà a sentirmi intimo con "uno" non vedevo di buon grado, in senso pratico, l'aumento numerico degli eventuali "dividendi".
La matematica elementare uno più uno uguale due e bona...mi era già sufficientemente difficile considerato che nel rapporto amoroso il risultato auspicabile è una strana formula che fa tipo uno più uno uguale uno. ( non tanto perché non ci siano unicità separate, quanto per la connessione profonda tra le due persone). 
Lui, invece, assai più "leggero" in gioventù ma virtuoso comunque, aveva coltivato una tale autostima da non pensare nemmeno di accontentarsi! Perlomeno fino a che è giunto a me, dove non si sa per quale "cambiamento" atomico delle sue cellule, sono certo si sia accontentato un bel pò! 
La vita sessuale degli altri è interessante come le cantine e le soffitte piene di cose inutili che hanno una storia coperta di polvere ..e cioé solo per chi le ha riempite o per chi è troppo curioso o carente di storia propria.
Quello che io e mio marito come se fosse un marito ci siamo dati davvero in realtà è stato la fedeltà intesa come sicurezza, fiducia e necessità dell'altro per le sue qualità a noi mancanti. 
Mi promise di essermi fedele sempre? No. 
Mi diede la fiducia che se tra noi non ci fosse più stato amore mi avrebbe lasciato senza umiliarsi o umiliarmi con bugie e falsità? Eccome.
E qui viene il bello della promessa " di esserti fedele sempre": non è il divieto, la proibizione il punto focale della promessa e della sua riuscita, quanto, l'onestà che dobbiamo a noi stessi e la coscienza che meritiamo un "intero", come lo merita l'altro. Intero che nulla ha a che vedere con la perfezione, l'adesione alle nostre aspettative, la performance. Che abbiamo la responsabilità anche di mantenerlo, nutrirlo, e svilupparlo con umanità.
L'umanità ha a che vedere col grado di onestà di cui disponiamo. I più crudeli esseri umani esisti erano tali per la profonda mancanza di autostima e onestà. 
L'umanità nei confronti dell'altro ci consente di darci senza riserve e gradualmente scoprire come l'altro accoglie la nostra parte mancante..imperfetta e persino sbagliata.
La fedeltà intesa come continuità che tutti offrono non è quasi mai quella virtuosa ma quella mancante. In undici anni non ho mai smesso di lasciare due bicchieri da lavare nel lavello...o di perdere le cose per casa e dargliene la colpa, come lui non ha mai smesso di incasinare i cassetti o di rifare le cose che non gli piace come faccio ( tipo ristendere i panni). Abbiamo solo smesso di prendercela per questo, e incominciato a considerare che l'unicità dell'altro è qualcosa che può continuare ad emergere, e a non spaventarci per ciò che porta.  
E poi signori c'è la vita in tutto ciò! 
Grazie al cielo, intanto che le persone promettono immaginando rigidi contenitori sottovuoto di felicità, la vita li beffa, li spinge e li costringe al suo ritmo veloce e lento a improvvisare, scardinando ogni possibile "prefabbricato"! Alla vita non interessa se sei gay o etero, se sei credente o ateo se quel giorno che pronunci la frase: e io prometto di....volevi il sole! Se ha voglia farà piovere comunque! 
Man mano che i nostri schemi famigliari si scontravano ( disfunzionale/carente il mio funzionale/ opprimente il suo), scoprivamo come formare un ambiente nostro in cui io trovavo una "educazione" e lui una "divagazione". 
Queste dinamiche ci hanno spinto a litigi anche intensi, a modi di scusarci tenerissimi e ridicoli che però hanno sempre suscitato nell'altro la tenerezza di un nuovo slancio, di quel finto " solo per questa volta", che suona come un "per sempre".
A tutti coloro che pensano che una coppia di uomini o donne non possano recitare con coscienza la promessa di essere fedeli sempre dico che dipende, esattamente come per loro, dal grado di umanità che abbiamo sviluppato. E dato che nessuno può sondarne l'entità, ecco perché TUTTI dovrebbero avere il diritto di pronunciarle coscienti,  non di ottenere qualcosa ne di rinunciarvi, ma di assumersi la responsabilità di una ignoranza dell'altro da colmare con tutto il tempo a disposizione che la vita potrà darci.
Ah e non sottovaluterei nemmeno il fatto che molti di noi degli anni ottanta canticchiavamo la canzone di una adolescente ricciuta e spavalda che a dispetto dei giudizi che ricevette divenne poi una attrice seria intensa e matura. com'è che faceva?
" t'appartengo a te ci tengo, se prometto poi mantengo"! Per altro mantenere ha un significato semplice: man-tenere, tenersi per mano. Come vedete una promessa non ha necessità di genere per essere soddisfatta.