martedì 2 ottobre 2012

Lussi estremi4: le Amorescenti.


Gli amanti, quando finalmente si scoprono, diventano eterni.
Il tempo gioca sempre a separarli e loro sorridono, anche se amaramente, perché sanno che riusciranno sempre a ritrovarsi.
Malgrado ciò, ogni volta si salutano come se fosse l’ultima, cercando d’imprimere dentro di se tutto ciò che appartiene all'altro: l’ultimo tocco, l’ultimo sguardo ed infine l’eterna promessa di rinascere per ritrovarsi.
Forse non basterà una vita, forse nemmeno cento. questo non basta a scoraggiare la loro speranza. Il loro esistere coincide con il loro ritrovarsi.
Il resto rimane privo di senso fino a quando non si ricongiungono.
E allora sia! La vita, il sogno di ritrovarsi”.Di (Marilena Parrinello)

 Mi ha colpito sulla pagina di una amica di Facebook. questa poetica illustrazione dell'essenza dell'amore romantico, e mi si consenta “clandestino”, sulla quale nulla ho da eccepire in quanto poesia, ma che, (spero non me ne voglia l'autrice), mi suggerisce alcune  irresistibili riflessioni.
Non avete notato anche voi una impennata dell'immaginazione, nelle persone?
Figli dei reality show, inseguono i propri sogni(stranamente sempre inerenti al tema del palinsesto), mentre i genitori, invece più pratici, i sogni non li inseguono più! Li grattano sperando di vincerli.
Ma succede anche che dopo anni di ufficio alcuni trovino le risorse materiali e spirituali per restaurare quella vigna dismessa lasciatagli dai nonni, o per prendere un aereo e aprire  il chiringuito dei loro sogni in Giamaica. Insomma, italiani un popolo di  viaggiatori e sognatori!
In tempi di guerra mia madre e le sue zie andavano al cinematografo, a sognare un guardaroba hollywoodiano, e un uomo come Clark Gable che le guardasse come se fossero state le Ava Garner del momento, quindi non trovo strano che in tempi di crisi la fantasia voli lontano, trasportandoci in scenari più rosei e talvolta pieni di quella serenità così difficile da conquistare nel quotidiano, ma mi chiedo: siamo sicuri che a sognare oggi, ci si svegli?
Ai tempi di mia madre, potevi esser certo di svegliarti grazie alla sirena che annunciava i bombardamenti imminenti, ma oggi bombardati come siamo da tutta questa fantasia, chi la suona la sirena? Inoltre, mia madre e le sue zie al cinematografo ci andavano con la riga nera segnata nelle gambe con la matita del trucco(condivisa), mentre oggi le più grandi sognatrici vestono Prada e calzano almeno Ferragamo, senza contare il fatto che una volta tornate a casa, le nostre ave poco garner, si sobbarcavano tutte le faccende, non il costo della domestica!
Comunque, il tema preferito di un sogno resta sempre l'amore, sia che tu abbia le mani arrossate dal bucato a mano in acqua fredda, che da un costosissimo peeling in una nota nail spa del centro.
Sognano amore le donne, ma anche gli uomini sebbene con sfumature che si possono contare sulle dita di una mano salvata da un tornio!
Ma cosa sappiamo davvero dell'amore? Di questo sentimento cosa sogniamo?
Le righe poetiche sopracitate ben descrivono ciò che più ci tormenta, rosicchia e divora di quel cincillà chiamato amore. La sua scoperta dentro di noi,  il tormento, la separazione, e il ricongiungimento. Si,  va bene, ma la pasta chi la scola prima che si incolli? 
Le nonne dicevano: sposalo che l'amor vien dopo, ma forse si riferivano al sesso. Certo è, che l'età dell'innocenza, del primo amore, della prima volta, si è spostata di un ventennio almeno, quindi, oggi più fantasiose che mai, non solo le adolescenti ma tutte le donne sognano di riprovare quelle sensazioni, alcune giurano di riuscirci, altre spergiurano di provarle nei loro matrimoni. 
I social network, che ahimé, non sono frequentati in maggioranza da adolescenti, sono colmi di pagine intitolate: “cucciola romantica”, o: “camminare sul cuore coi tacchi a spillo”, in cui fioriscono link prefabbricati che incitano alla fuitina, all'annullamento di tutto il resto nei suoi occhi, al ricongiungimento con l'amato/a che il destino virtuale promette di renderci più raggiungibile e così ti capita di trovarti ad un aperitivo con donne più che mature, che parlano esattamente di questo.
Io che di amore non ne so quasi niente, le ascolto incantato mentre dicono: a me la barba  in un uomo, non piace, a meno che non sei un gran fico...con un bel fisico, e magari a quel punto chiedo alla quarantacinquenne (almeno) : tu sei fidanzata?
Hanno tutte un “compagno”, ( l'indipendenza detesta la solitudine)  e come se fosse una sorta di Herpes, spesso se lo passano l'una con l'altra, ma non lo chiamano fidanzato. Perché? 
Perché un fidanzato non lo sogni lo sposi, e molte di loro lo hanno già fatto almeno una volta. E per questo sognano un amore, che le riporti a quelle sensazioni struggenti che hanno preceduto il fidanzamento. Le senti oggi raccontarti eccitate delle carambole fatte per incontrarlo, domani quelle fatte per consolarlo, e dopodomani quelle fatte per sopravvivergli una volta che questi o ritorna con la “fidanzata” o semplicemente se le lascia alle spalle, magari sposandosi e diventando padri.
 Di una magrezza che si sforza  disperatamente di riprodurre un corpo acerbo, e tutte agghindate le “amorescenti”, si presentano come un regalo perfetto a cui non c'è nulla da poter aggiungere, e ciò nonostante detestano essere “scartate”. Si producono in code di cavallo, e gridolini scambiando il riso lesso per un lauto pranzo, ammazzandosi di attività fisica, e nascondendo abilmente le cinquanta sfumature di grigio delle proprie ricrescite, con un colore fai da te( che conferma l'indipendenza), e hanno sempre un biglietto pronto per Formentera. Sono tutte bravissime a cucinare, ma non hanno voglia di sporcare la cucina, mentre altre ne pulirebbero volentieri tre o quattro pur di non cucinare!
Direte che sono il solito stronzetto misogino, che  in fondo l'anagrafe del cuore è  molto più flessibile di me, e forse avete ragione, ma c'era un tempo in cui anche io ero avido di sensazioni forti, e a dirla tutta ero anche più coraggioso. Non mi ritenevo mai sazio di conferme circa il piacere che ero in grado di suscitare con il mio corpo( al buio le gatte si assomigliano tutte), e anche io venivo lasciato alle spalle, proprio dove il meglio era già accaduto! Malgrado ciò, ogni volta si salutano come se fosse l’ultima
Ricordo ancora il tormento in attesa di una chiamata che non arriva, i  penosi tentativi di suscitarla,e il senso di rinascita nel veder tornare l'amante per “ricongiungersi”, ma altrettanto chiaramente oggi mi accorgo del fatto che quel momento è passato. Le amorescenti,  si rifiutano di accettarlo?
No, temo che lo sappiano benissimo, ma che più dell'amore ne possa il desiderio di essere vive. Vive come solo il dolore ci rende coscienti di essere,  e capaci di carcerarlo dietro un sorriso smagliante come solo un adulto sa fare! Il tempo gioca sempre a separarli e loro sorridono, 
L'amorescenza di queste donne, ha creato nei maschi il desiderio di possederle interamente, togliendogli il gusto/bisogno di aggiungere qualcosa a quel quadretto! Esse infatti oltreché capaci di mantenersi ampiamente, sono anche ferree nell'esigere che le proprie abitudini non vengano assolutamente modificate dalla presenza di un uomo. Che avrebbe quindi da fare questo, se non l'unica cosa che le “amorescenti” non sono in grado di fare da sole? Cos'altro se non ricoprirle di lusinghe e promesse lowcost? L’ultimo sguardo ed infine l’eterna promessa di rinascere per ritrovarsi.  Talvolta però accade che l'uomo in questione, riesca a farle innamorare, e qui le “amorescenti” non possono far altro che  gettarsi a capofitto nel “diritto alla favola” facendo in modo che  Il resto rimane privo di senso fino a quando non si ricongiungono.
Al posto del diario, a cui le adolescenti confidavano le proprie pene amorose, le “amorescenti” twittano o postano, o bevono calici di Falanghina post spinning! L'ostinazione per il “lieto fine” non è tuttavia da considerarsi una stupidità ma anzi una coerente quanto ferrea disciplina imposta dalla favola ad oltranza che si propongono di vivere.
 L'unico effetto collaterale di questo lusso estremo, sta nella rigidità con cui queste principesse metalliche rimangono imprigionate, che le porta a chiedere quando scoprono che sei nato nella loro stessa città: come mai? Come se tu che hai appena detto che da dieci anni convivi con la stessa persona, fossi un intruso. Oppure a offendersi a morte per una botta di stronza data in un momento in cui non ti andava proprio di sentire l'ennesima critica al tuo fidanzato decennale ( insomma i fossili vanno maneggiati con cura no?), e dopo aver preteso le tue scuse, rifiutarle, come facevo io da bambino quando mia madre cercava di togliermi il broncio con una tazza di latte e biscotti. Tazza che avevo agognato per un paio d'ore e che ero capace di negarmi per la paura che non fosse vera!
Ma una fanciulla non ha forse il diritto ad essere completamente felice? E allora sia! La vita, il sogno di ritrovarsi”. 
Magari canticchiando: “eravamo quattro amiche al bar, destinate a qualche cosa in più che ad un uomo o un impiego in banca, si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà, tra un bicchier di vino ed un caffé...!

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