mercoledì 23 maggio 2012

Melissa ti immagino...


Convengo da sempre con l'ottica alberoniana circa la lotta in atto nel mondo fra i migliori e i mediocri.
Pur detestando la caratteristica umana a dividersi in gruppi elitari, non posso non essere cosciente dei tanti talenti che la stessa umanità ha prodotto nei secoli, e qui mi riferisco ai grandi maestri del Rinascimento, ai pittori futuristi, ai grandi costruttori, e filosofi del pensiero libero, e ai maestri dell'effimero, quanto eterno mondo del costume e della Moda, ma i "migliori" che da tempo mi appassionano di più, sono persone che vivono la vita in un contesto non così illuminato.
Persone che cambiano vita restando fedeli alle proprie responsabilità, o che non si ostinano più a sentirsi responsabili e non felici, come anche coloro che scelgono di seguire il proprio sogno personale pur se in contrasto con la "norma" famigliare o della società. Sogno che si realizza spesso in tempi luoghi e modi inconsueti.
Mi pare di sentirli i discorsi che, una Melissa come tante, potrebbe aver fatto ai genitori per poter andare a studiare come stilista in quella scuola, che non è maledetta quanto chi l'ha funestata. A Brindisi voleva forse non accontentarsi di fare la commessa, o forse invece proprio la sua famiglia l'ha incoraggiata a diventare stilista, chi lo sa?
O la mia amica Maria, che inaugura a sessant'anni suonati la sua prima mostra dal titolo " le Filostrocche", e in tutti questi anni, si è sempre sentita intorno, o l'accondiscendenza o la critica delle donne della sua età ormai rassegnate e sterili.
Chissà se Lucilla quando tra una piega e una pastiglia per il Parkinson, mi raccontava il progetto del suo libro, ormai in via di pubblicazione, si sarà sentita dare della stronza egoista da un altra amica malata come lei, per quella telefonata piena solo di commiserazione che ha scelto di non ascoltare.
O che direbbe Daniela, se dovesse raccontare quanto le è costato il suo percorso per essere indipendente non da uno ma da due mariti? Completamente libera e felice di non essere più la signora ricca e succube, ma la felice colf e madre che oggi tutti vorrebbero avere?
Maria, Daniela, Lucilla e mi piace immaginare anche Melissa non hanno niente in comune se non il fatto di essere prima di tutto donne non mediocri, pur vivendo nel mondo dei "normali".
Che sia un marito, l'età, una malattia, o una bomba niente gli ha impedito di essere esattamente dove volevano e avevano il diritto di essere. Impegnate a rendersi migliori, senza credere di esserlo su qualcuno.
Tu Melissa, non hai avuto contro un lungo periodo fatto di crudeli critiche o ciniche battute, contro il quale combattere per diventare ciò che volevi, ti è successo un solo singolo fatto, un tragico momento sbagliato. Se solo fossi inciampata sui mezzi che ti portavano a scuola, o se quel mezzo lo avessi perduto, saresti forse ancora qui con noi, eppure c'è un motivo per cui non potevi non essere dov'eri. Tu in quella scuola imparavi ciò che ti rendeva felice, e come potevi arrivare in ritardo?
Tu piccola Melissa eri già una ragazza "migliore", e non te lo dico perché non ci sei più, come tanto si usa nel nostro strano concetto di onoranza funebre, dove dichiariamo immense virtù a chi non può più sentirci, ma te lo dico perché la mia rabbia, è che dietro la tua morte ci sia l'atto di un "mediocre", di uno sconfitto come ce ne sono troppi, come tu non saresti mai diventata!
Mi sembra di vederti raggiungere il tuo diploma da stilista, e perché no, una bella borsa di studio, magari negli Stati Uniti, dove al tuo funerale le persone che ti conoscono si sarebbero confortate con i ricordi più belli di te, dove invece di celebrare il vuoto si celebra il pieno che si lascia nel cuore di chi lasciamo.
Mi sembra possibile che tu potessi partecipare al mio reality preferito, dove giovani stilisti tagliano e cuciono le loro creazioni, tu che hai i colori della tua terra nel cuore, e magari dopo una generosa carriera che è ancora possibile ai "migliori" come te, vederti fare ritorno nella tua Brindisi, sai tesoro, come siamo qui in Italia, capaci di riconoscere e incensare solo ciò che all'estero altri hanno già visto e riconosciuto, quando noi perdevamo tempo a criticare!
Avresti potuto dare lavoro a tante persone, e lungimirante come credo saresti stata, magari recuperare anche preziose manifatture del nostro paese, rendendoci fieri di te!
Questo vedo, questo spero, questo grido a chi mi può sentire: Volete onorare la morte di una migliore? Non siate mediocri, in niente.
Non lo siate quando è l'ora della lotta, o della resa.
Non lo siate quando consolate, pensate o agite
Non lo siate credendovi speciali
Non lo siate criticando aspramente le innovazioni, e gli innovatori
Non lo siate creando in famiglia il terreno giusto ad ospitare un migliore, anche quando vi sembra solo un tipo strano.
Non lo siate fissando una bara bianca per un giorno, ma cercate di capire quante Melissa, Lucilla, Maria o Daniela avete già conosciuto. Cercatele tra le persone che scontrate al supermercato senza scusarvi, o tra quelle che vi amano in silenzio, e chiedetegli di raccontarvi la loro storia.
Fatelo affinché l'atto di un mediocre o la morte non vi privi della luce che queste persone sprigionano dal cuore, una luce abbaggliante e calda che nessuna esplosione potrà mai emulare, nè distruggere.
Forse chi non ha luce costruisce bombe per il mediocre tentativo di brillare, ma chi brilla davvero non cerca altro che il suo cielo.


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