mercoledì 31 agosto 2011

modalità affettive: La prima moglie


Una delle chimere gay più quotata è la durata del rapporto di coppia, infatti quando due dicono che stanno insieme da più di qualche anno, già si crea negli astanti un silenzio riverenziale che mi ricorda sempre la prima volta al Museo di scienza naturali, di fronte ad un dinosauro, se poi gli anni in causa arrivano a dieci e più, lì si passa all'adorazione, per i multipli di dieci seppur effettivamente rari, si passa ad un dignitoso "ahh!" che nell'accento vira verso la commiserazione.
In fondo tutti anelano alla durata come conferma di validità, come possibilità che sia vero, come "pass" di normalità, tanto dissimulato da inutili baracconate tipiche del nostro complesso di accettazione sociale.
So di tirarmi addosso, l'ira funesta dei single che dichiarano di stare benissimo nella propria libertà, di vivere in maniera più lussuosa la propria vita di fiore in fiore, eppure come anche per l'universo femminile, il mondo gay si inceppa nella sua marcia d'orgoglio individuale, nel velo di tulle, direi che addirittura ci inciampa. Difatti, la maggior parte degli amici e delle amiche che conosco, non appena superata la soglia dell'avventura di una notte, se il "trombato" bene, da non confondersi con "l'amato bene", fa la tanto sperata telefonata con l'incipit: ci rivediamo, mollano la dieta mortificante, gettano nel camino l'abbonamento in palestra, e tutto l'understatement d'acchiappo, trasformandosi in cuoche provette, avide ghiottone, o grosse grasse spose greche!
Credo che per il matrimonio gay, siano state fatte più manifestazioni che per l'abolizione della pena capitale per omosessualità negli stati integralisti, più che per la discriminazione dei malati di intestino irritabile, più che per l'abbandono del nano da giardino, di certo! Cosa vorrà quindi dire?
Sotto tutto questo desiderio coniugale, si cela una delle modalità affettive più pericolose, la modalità Rebecca, quella della prima moglie. Prima, in quanto mai ultima e definitiva, la piccola Rebecca per gli amici 'Becca, e a causa del futuro marito becca (cornuta in dialetto ligure) comunque, cresce sia femmina che maschio, in una famiglia dove i genitori si tengono insieme a base di ricatti e pranzi domenicali, nella convinzione che se le cose non vanno bene, è perché non si comunica sufficientemente bene. Quindi, impara a parlare in fretta, e arricchisce il suo vocabolario, con le riviste femminili della madre, e il suo immaginario col Quattroruote di papà. Nella socializzazione non ha rivali, e si prodiga a sfumare tutte le incomprensioni con un sorriso se femmina, con una garrula risata se maschio, ma in ogni caso è benvoluta in classe poichè capace di dividere la sua merenda o lasciarsela fottere col sorriso. Da adolescente sperimenta l'eccitazione sessuale da sola/o, perchè il confronto non le è sopportabile, così come rinuncia a misurarsi il pene se provvisto/a.
Sa da sempre, che l'uomo dei suoi sogni è un uomo, quindi se nasce maschio familiarizza precocemente con l'idea di essere gay, e al massimo perde l'occasione di montare la frizione nuova col papà, ma sul cambio invece non ha rivali. Ma quando viene consacrata "rebecca"?
Generalmente, dopo un paio di relazioni turbolente e clandestine, quando da sola misura il grado di rinuncia a cui è disposta/o a far fronte affinchè finalmente l'oggetto della sua attenzione le garantisca stabilità e sicurezza, infatti prima di giungere al fine si fidanza nell'ordine con un maniaco del controllo, un puttaniere, e dulcis in fundo un insopportabile musone. Questi tentativi sono per la giovane Rebecca, come lo sventramento del gatto di casa per un serial killer in erba, semplici azioni propedeutiche al miglioramento del copione. Il trasloco dal suo modesto appartamento in affitto, al tanto quanto modesto appartamento del suo compagno, è il fattore di stress che ne determina la consacrazione effettiva! Ora Rebecca prende possesso dell'ambiente, fingendo di gradirlo, ma lentamente lo plasmerà a macchia d'olio, con modeste opinioni" forzanti" sull'arredamento. Affatto parca di attenzioni sessuali verso la sua vittima, si trasforma per un periodo che va dai due ai cinque anni in una Messalina coniugale, riducendo così il maschio da dominante a dominato per poi col tempo dichiararsi afflitto/a da incomprensibili dubbi esistenziali o emicranie sempre più frequenti.
La vita di coppia somiglia ad una fucina di Efesto in quanto a progetti e relizzazioni, case di vacanza, ristrutturazioni, e investimenti in attività commerciali eccitano il compagno di una rebecca, che finalmente crede di aver trovato una persona con cui fare sul serio. Per carità buona Rebecca non mente! Piuttosto dissimula nell'euforia del momento.Indaffarata come una farfalla effimera essa non inganna il suo compagno, poiché in cuor suo ridurlo allo stato vegetativo è una forma d'amore e soprattutto di armonia domenstica, del resto un vegetale ha mai perso la pazienza? Certo si secca, ma col tempo.
Diluite ora gli ingredienti nella melassa temporale che è la vita di coppia, ed ecco che dieci anni insieme sono presto fatti! Se l'esistenza di rebecca non suscita la vostra simpatia, sappiate che più dolce è il suo tramonto, essa infatti finisce immancabilmente per essere lasciata, ma dato l'enorme debito che vicendevolmente contrae col suo compagno, generalmente questi non la esilia, anzi in qualche modo passata la tempesta della fine dei soldi o dell'amore fisico, il "trombato bene" si trasforma in "amato bene" e come tale si comporta. Non sono rari infatti i casi di rebecche, ancora viventi nella stessa casa "coniugale" sebbene l'altro si delizi con nuove carni sotto i suoi occhi comprensivi, essa assurge così alla ascensione massima della propria parabola esistenziale, trasformandosi quindi in "MADRE" e chiudendo così la tragica partitura del proprio copione di figlia/o!
Manterrà per il resto dei suoi giorni il posto ai pranzi di Natale, di tutte le allargate famiglie del suo primo amore,la sitma della di lui famiglia, così come i gioielli, qualche proprietà, e il denaro della polizza sulla vita del "fu" ex marito, mai stato libero davvero!
Beh ripensando alle varie Veroniche, Diana, Ivana, e una sfilza di principesse finite scalze, o di donne manager finite camioniste ubriache, vi sentite davvero di criticarla?





martedì 30 agosto 2011

la valigia sul letto che scotta!


L'estate è foriera di avventure, talvolta amori, ma anche di grandissimi casini. Con tutte le spese che dovevo sostenere, non mi rimanevano certo soldi per viaggiare, a differenza delle colleghe che vivevano in famiglia, così passavo spesso l'Agosto a Milano. tranne quell'anno in cui feci un incontro davvero buffo.
Di ritorno da una delle visite alla mia insofferente genitrice, mi trovavo sul treno verso Milano, e a quel tempo c'erano ancora gli scompartimenti, non come ora che il vagone è uno scompartimento unico, e mi piaceva giocare ad "indovina chi?", passando di scompartimento in scompartimento.
Col biglietto in mano cercavo quello giusto, non il posto, ma il compagno di viaggio! Questo no, quello ha la pancia, troppo basso, troppo sporco, troppo donna, fino a quando non vidi un pelatone con gli occhialini tipo nerd, ma più sofisticato!
Entrai come se fossi sfinito, e occupai il posto vicino alla porta ma di fronte a lui, in modo da poter alzarmi in fretta nel caso fosse noioso, e mi misi a leggere un qualcosa, con l'aria della donna manager impegnatissima e culturalmente elevata, la gamba accuratamente accavallata, le mani elegantemente appoggiate e gli occhiali scuri, completavano la posa. Ovviamente non leggevo proprio nulla ma sbirciavo il mio compagno di viaggio in cerca di un qualche segno di vita.
Doveva essere fine maggio, perchè di lui ricordo una camicia bianca a maniche corte quindi considerato che gli stranieri si sentono estivi da Febbraio, per lui era già caldo, io probabilmente avrò avuto su uno di quegli orrendi bomber di seta cotta tanto in voga negli anni 90...
Avevo coltivato la passione per l'inglese, e mi fu molto utile, perchè il pelato era olandese e finse di chiedermi qualcosa in un inglese un pò duretto. A dispetto di un immagine decisamente loffia, l'olandese era poco volante ma molto intraprendente e riuscì a travolgermi di passione dietro le tendine tirate!
Ci sono persone, che adorano fare sesso in luoghi insoliti, io invece trovavo insolito fare sesso in certi luoghi e mi vedevo già arrestato per atti osceni, telefonare a mia madre per chiederle di venirmi a prendere, una telefonata tipo:
-pronto, mamma ciao sono in galera perchè mi sono caduti i pantaloni in treno, e un signore si è piegato a raccoglierli!
Il turismo ebbe uno strano modo per affacciarsi alla mia vita non credete? Seguirono a questi fatti, molte telefonate a carico suo, dalla terra degli zoccoli, alla zoccola sottoscritta, e in una di queste, all'approssimarsi di giugno e del mio compleanno, fui invitato ad Amsterdam!
Mi arrivò il biglietto aereo per posta, e tutte le indicazioni climatiche necessarie a preparare una valigia per una decina di giorni. Al mio arrivo, l'olandesina mi sembrò avere degli occhi enormi e leggermente dilatati, ma non gli diedi importanza, capii un decimo di tutto ciò che doveva essere un discorso di benvenuto, e lo baciai per porre fine all'equivoco, prima di salire sul taxi verso casa sua.
Non vi nego che la diffidenza imparata da piccolo, mi spingeva a farmi delle domande. Per esempio: che cacchio di lavoro fa, e se facesse il serial killer, magari mi vuole espiantare un pezzo nella comodità di casa sua, oppure mi rapisce e chiede al wwf un orso bruno gay in scambio, e se mi vuole sposare, il bianco non mi farà un tantino grassa sui fianchi? Lui abitava in centro come tutti i gay del mondo, e la mattina dopo aver dormito, e sottolineo dormito, mi trovai in casa sua da solo!! Una controllatina alle finestre per vedere che non fossero sigillate mi tranquillizzò, come anche un post it sul frigo che diceva tornerò per pranzo e un mazzo di chiavi sopra il mobile . Già ma quale pranzo, in quale lingua, con che ingredienti??? la sindrome della cameriera mi impossessò e decisi che era meglio andare in bagno al piano di sopra. Certo che gli olandesi sono fini, se fai la cacca c'è una stanzetta a parte, ma poi ti devi lavare nell'altra, il bidet non c'è, quindi ogni volta che cagano si fanno la doccia? Ma anche a casa degli altri? mi chiesi.
I costumi di libertà olandese mi erano noti ma lo scambio di docce mi pareva eccessivamente confidenziale, immaginate una signora vestita elegante a cena da una amica, se gli scappa la cacca il marito dell'amica la trova nuda nella doccia, per forza hanno dovuto essere flessibili in materia di costumi! Ah dimenticavo si chiamava David il mio pretendente non so bene a cosa.
Passai dieci giorni ripetendo le quattro parole di inglese che sapevo, avrò detto diecimila volte i know David, ogni volta che non capivo proprio nulla. Nell'intimità l'olandese esitante esitava, forse in cerca del manuale delle istruzioni, o forse come tanti uomini, troppo preoccupato di controllare l'indice di gradimento di ogni singola azione, comunque non dimenticherò mai i suoi occhi da Lemure fissarmi nel buio, certi spaventi!
Come regalo per il mio compleanno, mi portò con lui nell'isola più gay della Grecia, Mykonos!
Forse nella traversata, perse tutta la libertà di costumi, perchè in quell'occasione scattò in lui qualcosa per cui divenne morbosamente geloso di ogni mio passo, se la mattina decidevo di uscire mentre dormiva a fare due passi...me lo ritrovavo ansimante e se possibile con gli occhi ancora più spalancati, dietro ogni angolo, e quindi cominciammo a giocare a nascondino, più lui mi marcava, più io sparivo. Ma dico l'Olanda non era il paese del sesso libero, delle canne, e degli "zoccoli"??? E l'isola gay dovevo viverla come una moglie musulmana? mah! Finite le vacanze gli dissi che il nostro amore appena nato era già finito, che io ero troppo giovane, e lui sebbene con un gran coso, aveva gli occhi troppo rotondi, perché si sa che un amore non può finire per futili motivi.
Giurai a me stesso, di non accettare mai più biglietti aerei dagli sconosciuti, ma si sa il tempo è uditore dimentico delle sue stesse promesse per cui quando un parrucchiere con gli occhi azzurri, che frequentai l'anno dopo, manco a farlo apposta poco prima dell'estate, mi disse che aveva un regalo per me rimasi esterrefatto! Dietro al biglietto aereo c'era scritto: avevo giurato a me stesso che se mi fossi innamorato ancora sarei tornato a Bali con il mio amore. Buon viaggio.
Fui inflessibile e durissimo con lui, anche se non voleva sentire ragioni e continuava a darmi altre spiegazioni, io imperterrito gli rimarcavo che c'erano delle cose di cui non avrei fatto a meno, fino a che la ebbi vinta!
La valigia era finalmente arrivata sul rullo dell'aereoporto di Denpasar..dannato impiegato!




martedì 9 agosto 2011

modalità affettive: l'Educatore soffocante


Come avete capito dal precedente capitolo delle modalità affettive, la compensazione gioca un ruolo fondamentale nella formazione del modello amoroso e del suo copione comportamentale, quindi che sia per difetto che per eccesso, ogni compensazione è un tentativo di raggiungere un equilibrio sentimentale, di trovare il nostro modo unico di amare. Il fatto di vederlo corrisposto ci fa credere che sia giusto, ma non è detto che sia proprio vero.
Se sospendiamo per un momento il giudizio personale, scopriamo che ci sono davvero tanti modi per stare con qualcuno, e nonostante il nostro parere, quasi tutti sono funzionali ai bisogni più o meno sani dei contraenti amorosi.
Nell'educazione della mia famiglia, il mondo era un luogo pieno di pericoli, e date le mie esperienze personali, mi ero convinto di aver bisogno di qualcun'altro per sopravvivere alle sfide/sfighe della vita, two is mei che one era il mio motto, forse per colpa dei noti biscotti bicolore con la crema in mezzo? mah!
Ecco quindi, che senza accorgermene diventavo il candidato ideale del tipo d'uomo che chiamo l'Educatore soffocanate.
Questo soggetto, si incontra piuttosto spesso, ma non ti attrae per il suo look particolare, né per la sua avvenenza, al contrario, egli spicca nel variopinto caleidoscopio gay, per il suo equilibrio, vale a dire che lui non sale sui cubi in discoteca, non si mette la canottiera per mostrare il fisico scolpito, non ti approccia con spavalderia. Lui ti osserva, e lo fa a tal punto che sei costretto a chiedergliene ragione, e la trappola scatta!
Con poche parole, riesce a farti vedere quella che ti sembrava una serata divertente come un insensato picnic famigliare, mettendo in risalto tutti gli eccessi presenti nelle persone, e in effetti nonostante non ci voglia un genio per individuare eccessi in una serata gay in discoteca, ti trovi a domandarti perché mai ci sei andato, e così scatta la fase due, l'invito.
Il nostro caro angelo, approfittando del vostro stupore, vi propone di trascorrere altrove il resto della serata, in più equilibrata compagnia, la sua! Conoscete qualcosa che agli orecchi di un single somigli di più all'inizio di una relazione? Come non cadere nel tranello? Il buon educatore ha già notato in voi un velo di tulle che spuntava dalla tasca e quindi, non gli resta che farvelo srotolare completamente, illustrandovi davanti ad una cena, a base di tutti i solidi valori di un gay moderato e responsabile, con contorno di fedeltà, innaffiata da durevole solidarietà, e per finire addolcita da un "per sempre" come dessert, il suo piano almeno decennale per il "vostro bene".
Scoprirete ben presto, che l'educatore soffocante vi lascerà davvero senza fiato, poichè non è bugiardo quando vi dice che vi amerà per tutta la vita, solo che omette di raccontarvi quanta ve ne resta da vivere davvero, infatti, se cederete alle sue lusinghe, vi troverete nelle seguenti condizioni:
1 muto ipotecario trentennale per la casa dei vostri sogni (mai sognati), 2 biglietti del tram sempre nel portafoglio, che non userete mai, in quanto premurosamente vi accompagnerà in ogni dove, o vi suggerirà la fermata alla quale scendere, una fastidiosa irritazione poichè convinto che la sua barba non punga come la vostra che sarete costrette a radervi ogni mezz'ora, e una famiglia numerosa pronta ad accogliervi "senza condizioni", ogni domenica!
Non vi resta che fare dei figli se siete donne o adottare un animale se siete gay, ma sappiate che anche per quello c'è un iter ben preciso, un percorso ineluttabile verso la piena consapevolezza dell'essere genitori, a Natale non azzeccherete mai il suo regalo poiché lui vi conosce come nemmeno voi vi conoscete, ed un frullatore sarà ciò che avete sempre desiderato!
Più il suo amore per voi cresce, più le vostre aspirazioni si dirigeranno verso il nuovo modello di Worker folletto, più vi ripeterà di non poter fare a meno di voi, più voi farete a meno di voi stesse/i, ma talvolta quando la premurosa attenzione del vostro educatore, raggiungerà i livelli di guardia, allora sbotterete come una vecchia pentola a pressione ciuuuuuuuuuffffffff! Non temete adorabili spose, lui è esperto anche nel domare gli incendi dell'anima con l'estintore della sua pazienza e considerazione di quelle che sono le vostre "debolezze", così vi descriverà punto per punto senza interruzioni consentite, tutte le cose di cui gli parlaste al primo incontro(cose che si dicono per timore di non piacere), e di come volevate tanto una "famiglia" tutta vostra.
Il suo capestro d'amore, lo avrete firmato voi, care opportuniste vi dirà dopo le vostre sempre più flebili obbiezioni, perché c'è un solo modo di amarsi tra persone mature... e cioé, finché morte non vi separi!!
La domanda che vi porrete nei taanti anni che passerete con lui è, ma mentre aspettiamo che la morte sopraggiunga, quasi come una granita d'estate, non possiamo almeno starci un pò sui coglioni come fanno tutti?
Perché il tasto PAUSE di questo adorabile essere umano si attiva solo dopo l'orgasmo? ma soprattutto siete davvero sicuri che il fatto che i gay siano superficiali e promiscui, sia un male?
Naturalmente, la vita in pianura, non è solo costellata di questo, se volete potrete variare il vostro menage con lui, con simpatiche analisi del sangue, se ve ne sarà rimasta qualche goccia!
Alla prossima modalità affettiva!



mercoledì 3 agosto 2011

l'insonstenibile pesantezza della "normalità!


La mia competenza in campo tecnologico, a quel tempo era pari a zero, ma nonostante questo comprai un telefono cellulare grosso quanto un mattone, e con esso mi sentivo modernissimo, lo schermo verdastro e i caratteri a mattoncino, erano assolutamente ridicoli a pensarci oggi, ma quello passava il convento. Un'altra invenzione quasi nuova era quella della "velina", e la figlia di una nostra cliente aveva deciso di sfondare nel mondo dello spettacolo, per cui almeno tutti i giorni si presentava in salone con qualche necessità, fammi il ciuffo, una pettinata, un'acconciatura raccolta o il colore...
Per me, era quasi un incubo, perché la ragazza, ancor prima di sfondare l'obbiettivo aveva sfondato la pazienza di tutti, il suo cellulare star tac nuovissimo suonava ogni secondo e questo dava il via a pantomime più o meno plateali, fatte di, "amore, guarda sono impegnatissima" o "tesoro, stasera sono al tal ristorante a cena con...", oppure," no mamma piantala"!
La ragazza oltre che con il look, mi frastornava anche con i problemi amorosi che la sua relazione con un mezzobusto le creava, ma io non avevo molto da consigliarle se non di cambiar canale. Secondo te che sei un uomo, io posso non fare effetto? mi chiedeva, mostrandomi meglio il decolleté.
Credo che lei abbia avuto venticinque anni per almeno sei anni di fila, col beneplacito di tutto il negozio.
Avevo proprio bisogno di rilassarmi dopo una giornata di lavoro, e venticinque sue apparizioni quindi come una giovane marmocchia, consultai la guida gay di milano comprata in una biblioteca altrettanto gay, vicino al banco degli accessori fetish, di cui malcelavo l'interesse, e vidi che esistevano dei club privati dove potevi concederti idromassaggio e bagnoturco, in un ambiente di soli uomini, mi sembrò perfetto e ci andai. Come per i bar, anche le saune, erano spesso situate in fondi di palazzi o in cortili interni, e celate da portoni pesantissimi, suonai il campanello ed entrai.
L'odore di cloro era simile a quello delle piscine, e c'erano manifesti di aitanti giovanotti che pubblicizzavano questa o quella discoteca, deve fare la tessera, mi disse l'impiegato, è un circolo privato. Bene risposi, e gli diedi i miei documenti. Mi chiedevo se dopo tot ingressi avrei avuto in premio qualcosa, ma in raltà pur somigliando ad un supermercato, la sauna, non prevedeva raccolta punti ma preservativi e lubrificanti omaggio.
Ormai tesserato come "bagnante" avanzai verso lo spogliatoio, che era come tutti gli spogliatoi, una delusione, perché diciamocelo, anche il più bello degli uomini, nudo e senza "entusiasmo" fa un pò ridere, comunque data la disinvoltura che mi contraddistingue, mi spogliai nel bagno, perché come per tutti gli spogliatoi, valeva la regola dell'occhiata alla mercanzia. Certo anche gli etero nelle palestre si sbirciano le fondamenta in cerca della gru migliore, o se pieni di autostima nelle mutande, fanno mostra della propria, io invece, non ero molto dell'idea.
Uscendo dallo spogliatoio, si accedeva ad un salotto con il banco del bar, dove uomini cinti da teli ripiegati o meno improvvisavano conversazioni pre o post scopate, e improbabili mise, chi si metteva il telo alla patrizia, chi alla plebea, chi al gladiatore chi all'ancella, io lo mettevo a portafoglio e al ginocchio. Continuando, l'atmosfera cambiava radicalmente, in quanto il cloro si mischiava all'odore di peccato e bugie insieme a refoli di sudore, sì ero giunto nella zona calda.
Il camminamento si articolava tra simpatiche porticine alcune chiuse altre no, come per le villette a schiera, io chiudevo quelle aperte, per fare ordine, e consentire a coloro che vi si erano rifugiati di riposare, ma fui redarguito! Mi venne spiegato che nessuno era lì per dormire, e mi fu tutto chiaro! Aspettavano il massaggiatore? No, come ragnette nelle tele aspettavano la preda o si offrivano come tali, difatti, man mano che passavo, vedendoci mica bene, notavo che alcuni dall'interno mi facevano gesti di benvenuto, ma io dovevo continuare la mia esplorazione.
Raggiusi per inerzia la porta del bagno turco, mai fatto prima di allora e vedevo uscire ed entrare gente in quella che sembrava una nebbia umida. La vista si adatta ad ogni luce o alla sua mancanza ma con il dovuto tempo, quindi una volta entrato, cercai solo di non morire soffocato dal vapore e di non cadere, ovvio che tenessi le mani avanti, ma evidentemente erano tutti nella mia situazione poichè avevo mani dappertutto.
Permesso, sibilai nel silenzio raggiungendo un angolo di luce, e man mano che la vista ritornava il panorama si fece chiaro, e mi sentii un idiota, alcuni erano seduti altri in piedi altri formavano simpatiche e sconosciute forme nuove, ma tutti erano in rigoroso silenzio, mi veniva la voglia di chiedere chi fosse l'ultimo come dal dottore, ma dico perché tutta sta solennità? Gli omosessuali adorano giocare a non lo sapevo, non sono qui per questo e a hai iniziato prima tu, ma io non ero tra questi, e mentre stavo per andarmene un pò deluso, vidi il tipo d'uomo che dovete conoscere, l'eterosessuale bisessuale metrosessuale confuso!
Quest'uomo occupa nella società il posto che compete ai normali, ha un lavoro di tutto rispetto spesso di tipo decisionale, è curato e leggermente igenista, ma non disdegna il gusto" pieno "della vita, non di rado è marito, padre, sacerdote, o ufficiale gentiluomo, ma i più ignorano che quell'aria tormentata, quel silenzio, di più, non è compassata responsabilità. Sportivissimo, il nostro caro bipede, organizza meticolosamente le sue attività in modo da poter gestire molto tempo durante la giornata, essendo fuori dal giro, nessuno degli amanti occasionali, può sputtanarlo, poiché egli gioca spesso fuori piazza, ed inoltre si avvale della stupida passione di molti di noi per l'eterosessualità borderline, che non so perchè, ci fa credere di aver fatto pipì in suolo nemico, garantendo al fraudolento la sua immunità.
A mio avviso gli uomini presenti in quel pomeriggio erano solo uomini quasi nudi, e il fatto che lui fosse più schivo degli altri lo rendeva solo più attraente, così ebbi la mia prima esperienza con il sesso di qualcun'altra, ma senza saperlo, poichè, mentre mi rivestivo piuttosto felicemente, immaginando che da un momento all'altro mi chiedesse di rivedermi, lui si trasformava nel più classico dei dirigenti, e nel più classico dei bugiardi. Con la sua fede al dito mi diede una pacca sulla spalla dicendomi .. ci vediamo...ti saluto.
Rimasi seduto sulla panca col calzino ancora in mano, mentre realizzavo, che mi aveva congedato come un collega dopo una animata riunione, e mi chiedevo: quale delle due tra me e sua moglie fosse la purga che gli toccava prendere, per sopportare la sua vita.
Davvero per alcuni la luce del sole è insopportabile!
Pensai che lui e la mia cliente aspirante velina, avevano molto in comune, entrambi afflitti da una insopportabile "normalità".







martedì 2 agosto 2011

Le modalità affettive!


Modalità affettive: la sindrome dell'orfanella.

Contrariamente a quanto sembra, questa sindrome non è affatto appannaggio degli orfani, in quanto essa non consiste nell'essere deboli e indifesi come le parole sembrano suggerire, anzi ha a che fare con la semplice pigrizia e la capacità di manipolare gli altri.
La Sindrome si può sviluppare a causa di un eccessivo accudimento, o dalla mancanza d'esso, nel qual caso l'orfanella si assume l'incarico di tutelare le sue bambole, i compagnucci d'asilo, i fidanzatini, il maritino, i figlioli e i nonnetti e via così. Pur dandosi molto da fare, l'orfanella ingannevole non si sbatte moltissimo poiché l'accudimento che offre non è discutibile, e gli accuditi, vengono ben presto irregimentati, e resi servizievoli.
Nella fase di corteggiamento, l'orfanella/o, suscita nell'ignaro/a il desiderio di aiutarlo/a, poiché non chiede mai direttamente ciò che vuole ma con sguardi e sospiri, induce la "vittima" a portargli in dono ciò che desidera, ma ritorna distante e infelice appena dopo.
L'avvenenza dei soggetti portatori della sindrome, è un ingrediente basilare del cocktail sentimental-venefico che vi rovinerà l'esistenza, poiché nell'inutile tentativo di soddisfarla/o, vi troverete ben presto affatto ricambiati affettivamente, nonché invischiati a tempo pieno nel tentativo di renderli felici.
In età matura l'orfanella/o evolve come un Pokemon in" samaritano/a seriale a sfondo materialistico o sadico", a seconda della quantità di bellezza che il tempo gli ha rubato, e sulla quale possa ancora contare o meno per incantare.
Come distinguerla ad un aperitivo? Probabilmente sarà sola e senza un bicchiere in mano nonostante sia lì da un pezzo, oppure la troverete comodamente seduta con qualcuno, mentre guarda da tutt'altra parte.
Se si tratta di un gay invece, indosserà semplici t-shirt sdrucite, mentre fingerà la semplicità di mezzi e proclamerà altissimi valori etici, ma vi chiederà una Vuitton per il compleanno, sfinendo le vostre orecchie a suon di "beato lui, beata lei che ce l'ha! Io non spenderei mai quei soldi per una borsa", e vi ritroverete a considerare la cifra da sborsare mediamente economica in cambio del silenzio di una mezz'ora.
L'antidoto ideale per queste anime afflitte da pigrizia e vanità non esiste, ma potreste riuscire a sopravvivergli, evitando di intestargli anche solo un contratto d'affitto.
Una cosa è certa se chi vi si presenta come un orfanello è stato abbandonato un motivo doveva pur esserci! Al prossimo modello affettivo!