lunedì 17 gennaio 2011

Ira funesta o tappi alle orecchie?


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Quando siamo arrabbiati o in collera diciamo davvero quello che non pensiamo? O piuttosto perdiamo il timore delle conseguenze di ciò che abbiamo "sempre" pensato?
Lo stato d'ira, è un'esperienza piuttosto comune negli uffici pubblici, quando l'impiegata che dovrebbe sbrogliare la matassa burocratica che siamo costretti a portarle, non ha la minima intenzione di ascoltarci, o quando ti si scongela il freezer mentre sei fuori, quando il punto G non sai proprio dove l'hai messo, o la cilecca fa capolino nella serata perfetta, o in mezzo al traffico quando sei in ritardo. Ma se provarla fosse capitale, non ci sarebbe scampo, quindi il punto di non ritorno dove sta?
Una semplice arrabbiatura, non può bastare a condannarci, inoltre, la comunicazione moderna invita tutti a perdere liberamente le staffe, perché la veemenza dei toni è ormai una conquista, un modo di essere "veri", infatti, per essere tali, tutti girano per le strade incarogniti come minatori cileni, costretti a scavarsi una via d'uscita con le mani dalla tangenziale.
Ma il primo dei peccati capitali trova il suo habitat naturale proprio tra le mura domestiche, dove, come mai altrove l'alterco incontrollabile, si arricchisce di colori, nutrito dall'insostenibile "pesantezza" dell'essere in coppia.
E' li, che la graziosa ragazza" acqua e sapone", si trasforma nella "ragazza che giocava col fuoco", e il suo compagno da "ufficiale gentiluomo", passa in modalità "Enrico Ottavo"!
Le madri e le figlie si contendono i perizomi a suon di ceffoni, gli anziani si separano verso gli ottanta per "rifarsi una vita" le donne sui quaranta per "rifarsi", e gli uomini sui sessanta, per "farsi" qualcun'altra.
Ora penserete che sono pessimista, ma non c'è ira più funesta di quella delle donne tradite.
Ecco perché l'Ira è un peccato "capitale". Perché nasce dall'amore di una donna per un uomo e il suo capitale, e termina con l'estinzione di entrambi!
La domanda sorge spontanea per me, che non ho sposato un milionario, ed è questa: come posso provare una simile sensazione distruttiva prima che i maya mi colgano di sorpresa mentre gli dico buonanotte?
Semplice! Mi basta dormirgli accanto dopo che si è addormentato. Se la fine del mondo arrivasse di notte, mi troverebbe sul divano del salotto in modalità campeggio e pieno d'ira, che potrei sfogare solo svegliandolo e dando a lui la colpa dell'irrimediabile!








1 commento:

  1. Bel post stan :) L'ira è secondo me uno dei peccati peggiori, sono però anche convinto che si possa controllare, basta un pò d'esercizio e gli si cede molto meno!

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