venerdì 5 febbraio 2010

radiostan hope




Una delle cause dello sfascio dell'Impero Romano, si dice sia stata, la disgregazione del nucleo familiare, la decadente opulenza, la crescente lassività morale, fattori che, spinsero la società di allora persino contro i propri giovani!
Queste parole ricordo di averle lette da qualche parte, credo siano state usate per "invocare" il ritorno ad una regola morale, magari da un gruppo religioso, o per rappresentare facilmente una società, a cui nessuno ammetterebbe di voler far parte.. in una campagna elettorale, ma ieri pomeriggio, facevo il colore alla figlia di una mia cliente, una ragazza di vent'anni, e vedendola depressa a causa dell'indifferenza di una coetanea, ad un suo invito per una pizza, mi sono improvvisato tale, e le ho proposto di mangiarla con me, la stramaledetta pizza!
Lei mi ha guardato incredula e speranzosa, e mi ha detto: "ma ci verresti davvero?
"certo," le dico,"ma solo se aderisci all'iniziativa: Porta a cena, un gay anziano!"
Ora non è più arrabbiata, perché non è sola, ma soprattutto perché ,capisce che lo siamo di più, quando ci ostiniamo ad affidare sempre alle" stesse" persone, la soddisfazione dei nostri bisogni, persone che non è difficile che siano da noi scelte, per la loro indisponibilità!
Mentre mangiamo, mi racconta lo strano mondo dei ragazzi, che avevo dimenticato, oggi connessi tra loro, come noi non eravamo. Era facile alla sua età che mi sentissi l'unico sbagliato, nessun mezzo per sapere che non era così, ma loro i mezzi ce li hanno, un'enorme cassa di risonanza chiamata rete, dove il loro disagio, trova eco in ogni dove, rendendo la sensazione di essere sbagliati un coro assordante! Coro che però, urla il contrario! la certezza e la paura di essere l'unico, allora ci spingeva a venirne fuori, ma questo stimolo, loro non ce l possono avere, a loro la certezza del contrario, che li spinge all'apatia!
Se la mia insoddisfazione, il mio bisogno di limiti, la necessità di identità e appartenenza, fosse moltiplicata per tutti i ragazzi del mio mondo, non cercherei forse di trovare pace, di abbassare quel volume?
Lei, mi racconta il controsenso delle sue amiche studenti-modello, dilaniate tra la consapevolezza di essere nullafacenti, e la necessità di riuscire vincenti agli occhi dei genitori, la conseguente sfrenatezza alcolica e sessuale, e così basta pronunciare la frase sbagliata, o accettare un lavoro, e non sei più loro amica, sei fuori!
Sei fuori se lavori, sei fuori se non ti stordisci, sei fuori se hai paura, come una persona "normale", perché loro ne hanno più di te, e sono disposti a tutto pur di non farlo vedere. A chi?
Forse, a coloro che ne hanno di più ancora , coloro che li hanno generati! Gli stessi che fuggono dalle proprie responsabilità, che pensano di aver diritto a "rifarsi una vita", o a viverne una virtuale in cui sopire la sensazione di aver perso qualcosa, coloro che non possono mostrarsi deboli, non più giovani, mortali.
Gli stessi, che in questi giorni, si indignano di fronte alla circense "performance" morganiana, circa l'uso di droga, perché lui è un modello per i nostri giovani!
Ma dico, e voi? Perché non esserlo voi il modello? (voi cresciuti con john Lennon)
Come fà un ragazzo di 17 anni a gestire un traffico di baby-prostitute sotto gli occhi della famiglia ,indignata davanti alla televisione, mentre giudicano un cantante, come un cattivo esempio?
Forse, non aprendo mai la porta della sua stanza, o forse preferendo non sapere, per non dover far sapere, forse per lo stesso motivo, per cui non ci sono gay nel calcio! Perché in italia, non importa cosa fai, importa che tu, non lo dica!
Solo così, possiamo sentirci sazi, come Lucullo, perversi come Caligola, sanguinari come Nerone, senza vergognarcene! Così possiamo lasciare questi ragazzi soli con le loro paure, ma anche con il loro coraggio, quello per esempio, di mangiarsi una pizza con un amico che potrebbe dirgli: "sono fiero di come stai crescendo", lenendo almeno in parte, la loro fatica nel rimanere sani.
Mi chiedo se in fondo, lo sfascio citato all'inizio, non sia auspicabile, poiché gli unici a temere davvero l 'ombra che il futuro ci rivolge, siamo noi adulti inorriditi, all'idea di farci da parte, noi che abbiamo fatto dei figli una ragione di vita, e che siamo finiti a chiedergli la loro, in ragione!
Finisco la cena, guardando i suoi occhi lucidi, grati, ma sentendomi io migliorato da lei, oltre che debitamente riaccompagnato a casa, perché la giornata del Gay Anziano non è mica finita no? Chiamare i nostri ragazzi con l'etichetta "i giovani" li rende invisibili singolarmente, domani se potete, non guardateli come insieme, non rendeteveli lontani, prendete la mira vicino a voi, e fate qualcosa per uno di loro, affinchè sia certo che lo vedete, sia esso figlio, nipote, conoscente, sia certo di esservi "prossimo"!








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